Maybe,
in some distant place,
everything is already,
quietly,
lost.

Or at least there exists a silent place
where everything can
disappear.

Haruki Murakami, Sputnik sweetheart

Commenti

Anonimo ha detto…
questo sì che è autunnale.
Mi stava più simpatica la Carla (un incrocio tra Patty Smith e Lydia Lunch?!?) Buon weekend
Auro
Fabio ha detto…
Per altro, sembra la Manica, e invece e' Camogli!
lophelia ha detto…
mi viene da ricondurla al famigerato tema del vuoto, non so se fraintendo.
Fabio ha detto…
Certo! Anche se inconsciamente.

Ho pensato ancora in questo fine settimana al tuo post. Ci vuole coraggio per generare il vuoto, ma credo anche sia un'esperienza necessaria. E non e' facile ottenerlo questo vuoto meditativo nel quale tutto scompare per lasciare spazio a nuovi inizi.
sonia ha detto…
A proposito di vuoto: oggi pomeriggio sono andata a vedermi Lugano, al museo d'arte conteporaneuna mostra intitolata "Il silenzio del vuoto" una raccolta diversi artisti. Non è stata male...ma pensavo qualcosa di più!
Fabio ha detto…
Sai che non trovo nessun link? Sono curiosissimo, che artisti sono compresi nella mostra? Sul tema si possono dire cosi' tante cose dal punto di vista artistico (pensa a tutto il minimalismo per esempio).
sonia ha detto…
Ho i cataloghi in auto! Scusa mi sono confusa con il titolo..eroa l'immagine del vuoto! Comunque il link è questo! Non dico che di cose interessanti non ce ne fossero...anzi! Molto ma alcune molto ma molto particolari! Ero per fortuna accompaganta da un mio amico architetto, che alcune cose me le ha dovute spiegare! Ho ui i cataloghi, se non trovi nessuna immagine su internet, ti linko qualche foto...anche se ce ne sono poche!
lophelia ha detto…
Fabio: per rispondere sul concetto di vuoto che avevo in mente scrivendo il mio post ho scritto qualcosa di là da me, ma tanto per capirsi, il vuoto di cui parlavo è quello di Bacon, di Munch, quello dell'angoscia. E' un vuoto pieno di fantasmi.
Il vuoto concettuale non mi angoscia, piuttosto mi fa incazzare:)!
Fabio ha detto…
Sonia -

Grazie, mi sembra una mostra straordinaria. In effetti contemplando Fontana e Klein si percepisce proprio fisicamente il vuoto. E forse, facendo la sua conoscenza, spaventa meno. Esiste un aspetto piacevole del vuoto. Forse sta principalmente nel fatto che e' li' per essere riempito. Io lo preferisco rispetto al "troppo pieno". Quello proprio non lo so gestire, mi ci perdo, lo fuggo. E grazie per esserti offerta di cercare altri link, ho gia' trovato qualche immagine (e alcuni degli artisti in mostra li conosco abbastanza bene).

Lophelia -

Non capisco bene cosa intendi quando parli di "vuoto concettuale". Ci sono alcune esperienze sonore per esempio che generano un vuoto meditativo molto piacevole: Terry Riley, alcune cose di Steve Reich, Sandy Bull (che sto ascoltando in questo momento). O certi raga indiani. Concettualmente non c'e' molto: iterazioni, suono puro, scarse variazioni tonali. Pero' a me piacciono se ascoltati nel contesto appropriato. Mi rilassano, puliscono la mente. Ma forse non ho capito bene cosa intendi.
Anonimo ha detto…
L'ARTE, per poter definirsi tale, deve essere utile all'anima e servire il "BENE", una sorta di metafora mediatica del sacro (in senso "spirituale" e non "religioso") attraverso la forma; una forma che, ahimé, è sempre più espressione incontrollata di un'emotività tipica dell'uomo senza centro e mascherata da puro cerebralismo.
A mio avviso è questo il vuoto più abissale, quello di un'estetica rivelatrice di una deriva culturale da cui non si vede più la sorgente e non si ha la minima idea di dove sia la foce di quel fiume del "Caos" in cui stiamo solo cercando di stare a galla.
Fabio ha detto…
CC -

Sai cosa penso pero'? Da fruitore eh, non da artista come sei tu. Che l'arte non vada definita. Cioe' se ne definisci i contorni la metti in una scatola, la chiudi. E invece e' bello che sia una forza con la quale ci si confronta in modo irrazionale, emotivo. Non trovo un istante per scrivere, ma ho in mente un post che credo pubblichero' oggi stesso proprio su questo tema che mi e' parecchio caro.