Qualche aforisma dai diari di Andy Warhol:
When you think about it, department stores are kind of like museums.
But why should I be original? Why can't I be non-original?
I never wanted to be a painter; I wanted to be a tap-dancer.
Oh, art is too hard!
I like boring things.
All I ever really want is sugar.
I loved working when I worked at commercial art and they told you what to do and how to do it and all you had to do was correct it and they would say yes or no.
I never read, I just look at pictures.
Anybody can do what I do.
I didn't really change. All that happened was I moved my work from a department store window... to a gallery. I didn't change my style.
[Bella davvero la mostra di 65 tra i suoi primi lavori su carta, che se passate da queste parti potete vedere alla Timothy Taylor Gallery di Mayfair: fiori, ritratti, gatti, scarpe femminili.
Vi segnalo anche uno spazio immenso dedicato all'arte che hanno appena aperto dalle parti di casa mia, con spazio lettura dove trovate tutte le riviste d'arte che conoscete, non conoscete ancora e nemmeno immaginavate esistessero. Si chiama Parasol Unit, ha anche uno spazio all'aperto, resta proprio a un passo da quest'altra eccellente galleria ed e' ideale per passarci un'oretta il Sabato mattina. In questo periodo ci trovate una mostra, discreta, di un epigono di Gerhard Richter che si chiama Johannes Kahrs].
When you think about it, department stores are kind of like museums.
But why should I be original? Why can't I be non-original?
I never wanted to be a painter; I wanted to be a tap-dancer.
Oh, art is too hard!
I like boring things.
All I ever really want is sugar.
I loved working when I worked at commercial art and they told you what to do and how to do it and all you had to do was correct it and they would say yes or no.
I never read, I just look at pictures.
Anybody can do what I do.
I didn't really change. All that happened was I moved my work from a department store window... to a gallery. I didn't change my style.
[Bella davvero la mostra di 65 tra i suoi primi lavori su carta, che se passate da queste parti potete vedere alla Timothy Taylor Gallery di Mayfair: fiori, ritratti, gatti, scarpe femminili.
Vi segnalo anche uno spazio immenso dedicato all'arte che hanno appena aperto dalle parti di casa mia, con spazio lettura dove trovate tutte le riviste d'arte che conoscete, non conoscete ancora e nemmeno immaginavate esistessero. Si chiama Parasol Unit, ha anche uno spazio all'aperto, resta proprio a un passo da quest'altra eccellente galleria ed e' ideale per passarci un'oretta il Sabato mattina. In questo periodo ci trovate una mostra, discreta, di un epigono di Gerhard Richter che si chiama Johannes Kahrs].
Commenti
Vabbè dai.
Belli gli aforismi. Quella che l'arte debba essere originale, poi, è un'invenzione romantica no? O mi sbaglio? (con tutti questi critici d'arte in giro bisogna stare attenti...)
Anche a me, di tutti, ha colpito soprattutto l'aforisma del quale parli anche tu. E poi, a ruota, quelli sul parallelismo tra gallerie d'arte e department stores. Selfridges come la Tate, per dire. Straordinariamente vero in questi giorni, con Selfridges che ha aperto una mostra di lavori di Brian Eno e la Tate Modern che contiene al suo interno ben tre negozi.
In arte è risaputo che se lavori per gli altri sei solo un mercenario e allora si che certe gallerie e musei possono essere paragonati a dei centri commerciali. E Warhol di commercio di se' ne sapeva qualcosa. Ispirandosi a Dalì, che a suo tempo aveva imparato da Picasso, capì quanto fosse importante "promuoversi" ed essere manager della propria persona.
E spostare gli oggetti dalla vetrina di un negozio ad una galleria fu considerato originale perché a quei tempi in America non c'era niente di meglio da contrapporre alla forza dirompente dell'arte europea che è sempre stata superiore.
Non amo la pop art -credo si sia capito- considerandola solo l'espressione pura e semplice di un momento storico e culturale di un paese dalla storia breve e discutibile e dalla cultura che ha dato il meglio di se' solo quando ha saputo scavare e ritrovare radici oltre oceano.
Comunque devo dire che quando dico di avere esposto con lui fa un certo effetto!
E il tuo blog è sempre uno dei migliori.
CC
Sulla pop art, non credi che rappresenti, molto bene, proprio quello che tu dici: la storia breve e discutibile e la cultura anch'essa giovane, priva degli strumenti critici della buona vecchia Europa? In questo senso, la pop art, come il rock e la letteratura minimalista, non credi che abbiano proprio la capacita' di rispecchiare il vuoto storico, certo, ma anche la pragmaticita' il qui e ora, l'energia di una societa' che proprio per la sua mancanza di radici sa muoversi sul piano culturale in modo agile? Un'agilita' che forse a noi in questo periodo storico manca un po'.
Complimenti per avere esposto con Warhol, e grazie per il riconoscimento che hai voluto esprimere nei confronti di London Calling.
Detto questo...stavo facendo dell'ironia, e pensavo si fosse capito!
Fabio, parla di quello che vuoi. E avrai i commenti che grosso modo ti meriti, come tutti noi.
Sui commenti, sono preparato a una dieta, come accade ogni volta che parlo di musica, ma anche in questo caso sono d'accordo con te, va bene cosi'. L'importante e' la qualita' di chi commenta, che non sempre e' proporzionale al numero dei commenti stessi, e che fortunatamente qui non manca mai.
io quando leggo le segnalazioni di eventi londinesi sento ancora di più i limiti di Firenze, dove se apri una rivista di cosa succede in città il 90/% parla di locali per bere e mangiare. Invece è bene ricordare che altrove non è così.
Promuoversi ed essere manager della propria persona conta più del talento artistico, almeno se vuoi avere successo da vivo. Il problema è che devi aver voglia di trasformarti in "personaggio", diventare altro da te.
Il blog parla di noi anche quando non parliamo di noi...per chi ci conosce un po', almeno.;-)
;)
Naturalmente sono d'accordissimo: è soprattutto quello che NON diciamo di noi a raccontarci.
Io credo che se alcuni bloggers hanno un problema sia quello di voler piacere a tutti e sempre...allora diventa veramente dura. Ma Fabia è ben al di sopra di tutto ciò. Per questo lo leggiamo.
Avverto un po' lo stesso limite ogni volta che torno a Milano. Posti carissimi dove mangiare e bere come se non ci fosse altro da fare nella vita.
Per dire, ieri sera sono stato in una galleria, la Whitechapel, dove venivano proiettati video di una giovane artista americana. Dopo le proiezioni, gli organizzatori hanno offerto a tutti i partecipanti un bicchiere di vino in una saletta riservata. Una serata perfetta direi: combinazione di arte e, poi, un drink in un ambiente molto tranquillo, abbastanza spazioso, dove potevi discutere i video con persone simpatiche e con i tuoi stessi interessi.
Ma e' cosi' difficile? Perche' a Milano e da quello che mi dici Firenze, invece la gente vuole stordirsi nel casino parlando di nulla?
Qualcuno me lo spiega? Io mi ci sto rompendo la testa su questa domanda da quando avevo 14 anni, e a tutt'oggi una risposta non l'ho ancora trovata.
Arte -
Che poi se passasse di qui un elettore di Alessandra Mussolini che balla la lambada e vede Domenica In e mi dicesse che apprezza il mio blog, beh sarei lusingato. Un po' mi piacerebbe piacere a tutti, ti devo confessare ;-)
Ma piacere a quelli di cui mi importa sì, e soprattutto a quelli a cui non importa di me...
;)
un saluto
f.
Sto cercando di capire il tuo commento. Ma non e' che c'e' una correlazione diretta tra quelli ai quali piace quello che scrivi e quelli che ti trovano interessante? A me piacerebbe invece proprio che chi guarda Domenica In - e magari si interessa alle beghe del pagliaccio nano e della sua altrettanto pagliaccia moglie, arrivasse da queste parti e dicesse: oh, finalmente qualcosa di veramente "altro". E cambiasse per sempre. E' un sogno, lo so.
F -
Grazie, e' capitata un po' per caso, ma piace anche a me.