The revolution will not be multiplexed
[Institute of Contemporary Arts, Giugno 2008]
Mi sono preso la pena di contare in quanti cinema stanno programmando Secsendesiti in questi giorni a Londra. Ventinove, restando solo ai cinema del centro. Tenete presente che sono quasi tutti multiplex, e che in alcuni Secsendesiti lo proiettano in piu' di una sala contemporaneamente.
Che cosa ci sia di cosi' interessante nel vedere per due ore e mezza quattro mignotte che provano scarpe borsette e cazzi, per me resta una domanda senza risposta.
Che uno pensa Londra, la psychedelia, il punk, i mercatini, la Tate. Poi sono arrivati il London Paper, la Cheitmos, la Emiuainaus, Topshop, gli agenti immobiliari, il Borisgionson. Fine.
Taxi to the dark side invece lo danno in una sala sola. Il cinema 2 dell'Istituto di Arti Contemporanee. 5 file di sedie, 10 sedie per fila, le ho contate. Totale: 50. Schermo un po' piu' grande di quelle televisioni per le quali gli inglesi sono corsi a fare i debiti da Asda prima del campionato europeo di calcio, ma mica tanto piu' grande. Ieri sera eravamo 20 - 25 spettatori in tutto.
Che uno dice che palle. Ancora Abu Ghraib, Guantanamo, l'Afghanistan, l'Iraq, basta ci avete rotto i maroni, noi andiamo a vedere Secsendesiti andiamo. Che mi sa che e' un po' quello che volevano alla fine.
Alex Gibney, il regista, e' lo stesso di Enron: the smartest guys in the room, che usciva un paio di anni fa e che dovreste aver visto. Questo blog ne parlo' il 3 Maggio 2006 se siete interessati e volete fare un giretto nell'archivio qui di fianco. [A me fa sempre un certo effetto pensare che posso consultare un archivio di ricordi che galleggia da qualche parte nella blogosfera, e che quegli appunti li ho scritti io, una versione piu' giovane di me. Ma pensa quando avremo sessant'anni e potremo ancora consultarli quegli archivi].
Il film e' di una crudezza impressionante, ne esci piuttosto sconvolto. Foto su foto, spezzoni di interviste, immagini di repertorio. Tutte sul tema della tortura, e dell'autorizzazione data da Bush Cheney Rumsfeld di lasciar perdere la convenzione di Ginevra dopo lo sciagurato 11 Settembre 2001.
Quello che ha detto che Saddam Hussein aiutava Al Quaeda gliel'hanno fatto dire con il waterboarding. Ti cacciano acqua nelle vie respiratorie. O dici quello che vogliono loro o muori. Appena ha detto sta cosa non gli hanno piu' fatto neanche una domanda. Quando, come. Niente. Sono corsi a portare la cassetta al generale. Promossi. Il generale l'ha portata a un suo superiore. Promosso anche lui. Su fino a Bush. Riunione. Cheetah, Cheney, Rumsfeld, tutti nel mio ufficio.
Hai visto Colin Powell, adesso da bravo vai al consiglio di sicurezza dell'ONU e dici che abbiamo le prove. Obbedisco signore.
Seicentomila morti civili in Iraq. Civili come voi e come me, gente che andava al mercato, al lavoro, se ne stava a casa a fare da mangiare. Se uno ci pensa impazzisce.
E Abu Ghraib e Guantanamo, prigionieri costretti a stare in piedi per 40 ore. 40 ore, provate. Quello incappucciato della famosa foto stava in quella posizione perche' gli avevano detto che se si fosse mosso anche di un millimetro i cavi ai quali era collegato gli avrebbero dato la scossa e sarebbe morto. E le foto ricordo col prigioniero al guinzaglio, da mandare al fidanzato in Alabama.
E il film ti racconta che per prenderli quei prigionieri li' sai come facevano? Facevano piovere sui villaggi una tonnellata di volantini. Mille dollari se ci consegnate uno di Al Quaeda. Mille dollari. Quello non mi sta tanto simpatico e in piu' con mille dollari mi metto a posto e non devo piu' fare questo lavoro di merda. 1 + 1 = 2.
E' quello che e' successo anche a Dilawar, autista di taxi, al quale si ispira il titolo del film. Un giorno non e' piu' tornato a casa a mangiare. Cinque giorni dopo era morto, le gambe spappolate come se ci fosse passato sopra un autobus. Se anche fosse sopravvissuto alle botte quelle gambe gliele avrebbero amputate. Era un ragazzino Dilawar, un ragazzino con gli occhi buoni.
Poi c'e' la propaganda. It is a privilege to live in Camp Four. We have introduced things like cake on Wednesday nights, Pepsi on Monday nights, ice cream on Sunday nights dice una kapo' con un culo grande come come quello di 12 donne normali ai giornalisti. In sottofondo Gibney ha messo In my little corner of the world di Yo La Tengo. Nel mio piccolo angolo di mondo. Vediamo, oggi e' Lunedi' quindi questi si bevono la Pepsi. Poi via al rutto libero. Immagino non vedano l'ora.
20 - 25 spettatori di Domenica sera, in una citta' di 7 milioni. Siete piu' voi che siete arrivati con pazienza fino a qui mi sa, e per questo vi ringrazio di cuore.
["Taxi To The Dark Side" - Trailer]
Mi sono preso la pena di contare in quanti cinema stanno programmando Secsendesiti in questi giorni a Londra. Ventinove, restando solo ai cinema del centro. Tenete presente che sono quasi tutti multiplex, e che in alcuni Secsendesiti lo proiettano in piu' di una sala contemporaneamente.
Che cosa ci sia di cosi' interessante nel vedere per due ore e mezza quattro mignotte che provano scarpe borsette e cazzi, per me resta una domanda senza risposta.
Che uno pensa Londra, la psychedelia, il punk, i mercatini, la Tate. Poi sono arrivati il London Paper, la Cheitmos, la Emiuainaus, Topshop, gli agenti immobiliari, il Borisgionson. Fine.
Taxi to the dark side invece lo danno in una sala sola. Il cinema 2 dell'Istituto di Arti Contemporanee. 5 file di sedie, 10 sedie per fila, le ho contate. Totale: 50. Schermo un po' piu' grande di quelle televisioni per le quali gli inglesi sono corsi a fare i debiti da Asda prima del campionato europeo di calcio, ma mica tanto piu' grande. Ieri sera eravamo 20 - 25 spettatori in tutto.
Che uno dice che palle. Ancora Abu Ghraib, Guantanamo, l'Afghanistan, l'Iraq, basta ci avete rotto i maroni, noi andiamo a vedere Secsendesiti andiamo. Che mi sa che e' un po' quello che volevano alla fine.
Alex Gibney, il regista, e' lo stesso di Enron: the smartest guys in the room, che usciva un paio di anni fa e che dovreste aver visto. Questo blog ne parlo' il 3 Maggio 2006 se siete interessati e volete fare un giretto nell'archivio qui di fianco. [A me fa sempre un certo effetto pensare che posso consultare un archivio di ricordi che galleggia da qualche parte nella blogosfera, e che quegli appunti li ho scritti io, una versione piu' giovane di me. Ma pensa quando avremo sessant'anni e potremo ancora consultarli quegli archivi].
Il film e' di una crudezza impressionante, ne esci piuttosto sconvolto. Foto su foto, spezzoni di interviste, immagini di repertorio. Tutte sul tema della tortura, e dell'autorizzazione data da Bush Cheney Rumsfeld di lasciar perdere la convenzione di Ginevra dopo lo sciagurato 11 Settembre 2001.
Quello che ha detto che Saddam Hussein aiutava Al Quaeda gliel'hanno fatto dire con il waterboarding. Ti cacciano acqua nelle vie respiratorie. O dici quello che vogliono loro o muori. Appena ha detto sta cosa non gli hanno piu' fatto neanche una domanda. Quando, come. Niente. Sono corsi a portare la cassetta al generale. Promossi. Il generale l'ha portata a un suo superiore. Promosso anche lui. Su fino a Bush. Riunione. Cheetah, Cheney, Rumsfeld, tutti nel mio ufficio.
Hai visto Colin Powell, adesso da bravo vai al consiglio di sicurezza dell'ONU e dici che abbiamo le prove. Obbedisco signore.
Seicentomila morti civili in Iraq. Civili come voi e come me, gente che andava al mercato, al lavoro, se ne stava a casa a fare da mangiare. Se uno ci pensa impazzisce.
E Abu Ghraib e Guantanamo, prigionieri costretti a stare in piedi per 40 ore. 40 ore, provate. Quello incappucciato della famosa foto stava in quella posizione perche' gli avevano detto che se si fosse mosso anche di un millimetro i cavi ai quali era collegato gli avrebbero dato la scossa e sarebbe morto. E le foto ricordo col prigioniero al guinzaglio, da mandare al fidanzato in Alabama.
E il film ti racconta che per prenderli quei prigionieri li' sai come facevano? Facevano piovere sui villaggi una tonnellata di volantini. Mille dollari se ci consegnate uno di Al Quaeda. Mille dollari. Quello non mi sta tanto simpatico e in piu' con mille dollari mi metto a posto e non devo piu' fare questo lavoro di merda. 1 + 1 = 2.
E' quello che e' successo anche a Dilawar, autista di taxi, al quale si ispira il titolo del film. Un giorno non e' piu' tornato a casa a mangiare. Cinque giorni dopo era morto, le gambe spappolate come se ci fosse passato sopra un autobus. Se anche fosse sopravvissuto alle botte quelle gambe gliele avrebbero amputate. Era un ragazzino Dilawar, un ragazzino con gli occhi buoni.
Poi c'e' la propaganda. It is a privilege to live in Camp Four. We have introduced things like cake on Wednesday nights, Pepsi on Monday nights, ice cream on Sunday nights dice una kapo' con un culo grande come come quello di 12 donne normali ai giornalisti. In sottofondo Gibney ha messo In my little corner of the world di Yo La Tengo. Nel mio piccolo angolo di mondo. Vediamo, oggi e' Lunedi' quindi questi si bevono la Pepsi. Poi via al rutto libero. Immagino non vedano l'ora.
20 - 25 spettatori di Domenica sera, in una citta' di 7 milioni. Siete piu' voi che siete arrivati con pazienza fino a qui mi sa, e per questo vi ringrazio di cuore.
["Taxi To The Dark Side" - Trailer]
Commenti
pensa che le due donne che sono con me mi vogliono portare a vedere il film dei cazzi e delle scarpe, per ora ho resistito ma non faccio promesse.
La fortuna di svegliarmi prima di tutti mi regala qualche ora libera e la vengo a passare qui a leggere la mail e fare due passi nel parco. Sono un po invidioso per il tuo amico e i consigli che ha avuto da te.
ora scappo prima che l'aria condizionata mi uccida
Il che mi fa pensare a proposito di tutto questo mio livore nei confronti del film.
Per fortuna mi sono appena arrivati tre poster da Die Schachtel, e sto facendo le prove per decidere quale appendere sopra il divano, quale di fianco alla libreria, quale dove c'e' il coffee table con sopra i libri d'arte e di musica.
Uno deve pur distrarsi in qualche modo. Il livore sta passando.
Ma cosa avrei dovuto scrivere, quattro ragazze un po' leggere che cercano avventure di sesso esplorativo?
Poi chi lo legge il blog se inizio a scrivere cosi'.
Comunque ho trovato il tuo messaggio all'uscita da una riunione di lavoro con 4 donne, e guarda, cosi' maschilista come in questo momento non lo sono stato mai.
non so se definirmi femminista attualmente (un tempo ...magari un tempo lo sono stata)... ritengo solo che il mondo femminile al giorno d'oggi ĆØ preso in un tale turbine di confusione (come d'altra parte quello maschile) in un'affannosa e sempiterna ricerca della felicitĆ che ĆØ molto difficile giudicare...
:)
Scommetto che tu sei uno di quelli perĆ² che aumenterebbero a dismisura la tiratura di playboy se quei ministri lƬ posassero nel paginone centrale...
ti ĆØ sfuggito il W Rosy Bindy, finale, che non era ironico: preferisco la serietĆ rispetto alla vacuitĆ che, purtroppo, impera.
A me, detto francamente, un po' spaventa vivere in una citta' dove i cinema che proiettano la favolona di Sex and the city hanno la coda che arriva in strada e un film che racconta il mondo vero attorno a noi lo andiamo a vedere in 20 - 25 peones.
Dove sono capitato, chi sono le persone attorno a me, come posso trovare un terreno di comunicazione e condivisione con loro?
Al di la' del tono volutamente ironico acido sarcastico del post (chi si mette a leggere un post di 100 righe serio su guerra e torture, del resto) il vero sentimento che mi ispira questa la corsa frenetica al consumo e al bere di questa citta' e' quello di un'abissale solitudine della quale siamo tutti vittime, quelli felici che vanno a vedere Sex and the City con i popcorn la Coca-Cola e le infradito, e i 20 disperati che vanno all'ICA e aspettano che il film inizi leggendosi un libro.
Ma c'e' il sole, e' arrivata l'estate, non voglio intristire ne' voi ne' me stesso.
Buona quella!
Fabio-
Ok... Sorry... ĆØ arrivata l'estate...
Me lo chiedo, ma non so se voglio sapere la risposta.
(no more London per noi, magari ci si vede a Milano quando torni)
Non mi voglio impantanare in discorsi femministi/maschilisti su Sexandwhatever, ma vorrei chiderti/vi solo questo: non e' sempre stato cosi'? L'unico nuovo particolare (per nulla irrilevante, purtroppo) e'la potenza del marketing moderno, di come ti vendono un film, una borsa, una macchina dopo aver creato un'aspettativa irresistibile.
Chi fa marketing al documentario sull'occupazione americana in Iraq?
Il London Paper sara' anche negativo, ma i menefreghisti pecoroni ci sono sempre stati. Lo so perche' anch'io a volte sono cosi. Pero' non sono andata a vedere Sexblahblah, invece ho visto Heartbeat detector, uno dei film piu' angoscianti (in senso positivo) degli ultimi anni.
Ed ora, tutti al parco!
In quanto a Sex & the city parlo per pregiudizio, non l'ho mai visto neanche in TV, credo sia la versione piĆ¹ moderna, piĆ¹ "femminile" e piĆ¹ raffinata delle commedie dei Vanzina. Che parimenti non ho mai visto.
Auro
Pero' dai, non voglio prendere posizione nella querelle tra te e Qohelet sulla Bindi quale simbolo di una femminilita' che resiste alle sirene della modernita', ma tra la Bindi che almeno ha fatto una carriera politica e una zoccoletta da due soldi che vive ancora con la mamma a 35 anni suonati e che e' arrivata dov'e' facendosi chiavare dal nano direi che c'e' una bella differenza, su questo credo concordiamo tutti.
Meristemi -
Gran bella domanda. Ci sto pensando da quando ho visto il tuo messaggio e non so davvero rispondere, e nemmeno come dici tu se voglio conoscere la risposta. Mi viene da pensare, snobisticamente fin che vuoi, che i 19 (io mi ci tiro fuori a scanso di polemiche) fossero una minoranza piuttosto evoluta rispetto a tutti quelli che stavano a vedere Sex & the city, e che quindi saranno loro secondo le leggi dell'evoluzione a sopravvivere.
Pero' mah, chi decide chi e' piu' evoluto e piu' no, e a cercare di ricordarmi mi pare non ci fosse nemmeno una coppia in tutto il cinema.
Nell'attesa della scomparsa, spero di vederti neanche a Milano, ma magari a Parma che se uno deve scomparire almeno che abbia vissuto la propria vita decentemente.
Smog -
Sai che credo che non sia sempre stato cosi'? Hai letto gli articoli sui giornali di settimana scorsa sullo spending spree di Maggio? Io ci ho letto un senso di fine del mondo e allora chissenefrega spendo tutto, che prima secondo me non c'era.
Hertbeat detector parte secondo me molto bene, ma poi si impantana. Tutta la storia dei nazisti secondo me fa perdere di vista il contemporaneo, anziche' sviscerarlo. Angosciante, il film lo e' fin che vuoi.
Auro -
Siamo molto simili in questo. L'esperienza del film o del concerto non puo' prescindere dal contesto in cui si svolge. Bruce Springsteen allo stadio mi ha fatto schifo, per dire, e avrei voluto essere da tutt'altra parte. In acustico in una chiesa probabilmente sarei ancora qui che ne parlo adesso.
E adesso Fabio saluta tutti e va a vedersi MC5 e Primal Scream alla Royal Festival Hall.
con anche i Primal Scream in aggiunta...
facci sapere
Auro
Il film sulla Enron lo vidi eccome, ed ho pensato che da noi nessuno (a parte Report su rai3, un'isola comunista?) ha avuto il coraggiop di fare una cosa simile per la Parmalat...che tristezza
Ciao e complimenti again
anzi dovrebbe andare in direzione opposta.
Comunque vorrei dire che da me il post sulla mostra di Bettina Rheims ha avuto 4 commenti di cui 2 OT, e il post con la foto delle tette almeno il doppio (pur sempre nella bassissima media attuale di fotosensibile!)
:)
d'altra parte non mi tiro fuori dal disimpegno visto che anch'io mi guardo bene dal commentare la parte seria di questo post per buttarmi sul lato polemico...
Sexetc. perĆ² non ci vado a vederlo, dopo che tutti -uomini e donne e neanche i peggio tra le mie conoscenze- mi dicevano che era la fine del mondo provai a guardarne qualche scena in tv e bah.
Grazie, davvero un commento molto gentile e generoso il tuo.
Se ne discuteva proprio subito dopo il film, di quanto l'America contenga i propri anticorpi. I film in questione non li hanno gurati registi afghani o mediorientali.
Credo pero' che anche in Italia siano usciti, pure recentemente, film di inchiesta, da Biutiful Cauntri a Gomorra (che non vedo l'ora di vedere quando tornero' in Italia).
Lophelia -
Dopo aver visto il tuo post sono andato a leggermi le temperature nella tua citta' e ho scoperto che la massima percepita (che quest'anno va di un di moda bestiale la temperatura percepita) e' 42 gradi. Piu' o meno come l'ultima volta che sono venuto a trovarti mi sa.
La ricerca dello stare bene passa, anche, dal circondarsi di oggetti che ci piacciono, e quindi non e' indipendente dal mercato e dalle sue sirene. Dischi, libri, film, camicie fatte senza lo sfruttamento della manodopera del terzo mondo, miele artigianale, olio toscano, tutte queste cose rendono le nostre giornate migliori.
E tutte passano dal mercato. Il punto in cui dire adesso basta, di questa cosa posso fare a meno, a me non e' sempre chiaro.
Sono sicuro, per esempio, di avere troppi dischi, troppi libri, troppe camicie. Il che significa che mi e' capitato di cedere alla vacuita' ossessiva proposta dal mercato e dai media.
Un altro mercato e altri media se vuoi, ma il concetto e' quello.
Se invece si parla di mass market e mass media, allora hai senza dubbio ragione tu.
Gli esempi si sprecano...