Un mocha frappuccino e Death Valley 69 grazie

Di questo passo i prossimi saranno i Sunn O:

Sonic Youth are set to do what is affectionately known in the biz nowadays as “a Dylan”, releasing a new collection of old material through the label arm of coffee-pushing behemoth Starbucks next month.

[Plan B]

Commenti

Anonimo ha detto…
Ottima iniziativa!
Anche gli avventori piu' distratti di Starbucks e che ignorano completamente i Sonic Youth potranno familiarizzare con il nome della band e, magari, acquistare la raccolta.
Per i Sonic Youth è la possibilità di uscire dal loro "ghetto" di adoratori; per Starbucks, l'opportunità di strizzare l'occhio ad un pubblico che di "Memory Almost Full" non sapeva che farsene.
L'unica nota dolente (per il sottoscritto) è la constatazione che il marketing musicale passa oggi dal coffe-shop e non - come prima - dal negozio di dischi.
Io mi ostino a sostenere con plurimi acquisti quelli che mi piacciono e frequento (Rough Trade a Londra, Other Music a NY, Dusty Groove a Chicago, Gibert Joseph a Parigi, Buscemi a Milano; a ognuno i suoi), e spero di poterlo fare ancora per qualche anno.
Passare qualche ora in un bel negozio di dischi ed uscire per strada, leggeri nel cuore e nel portafogli, strigendo tra le mani il sacchetto in cui ballano i vinili/cd acquistati: pura felicità.
Fabio ha detto…
Concordo su tutto tranne che su un punto: perche' pensi che sia una buona cosa che gli avventori distratti di Starbucks familiarizzino con i Sonic Youth? A me che familiarizzino o no lascia abbastanza indifferente. Anzi, piu' la musica e' indipendente dal mondo corporate e meglio e' no?

Mi va benissimo che Rough Trade abbai aperto un caffe', molto meno che Starbucks venda dischi.
Anonimo ha detto…
1) Penso sia un'ottima cosa che familiarizzino con il nome dei Sonic Youth, in modo da avere un'opportunità di ascoltare - anche solo distrattamente - qualcosa che è completamente al di fuori dai loro percorsi di consumo abituali.
Sul fatto che la cosa ti lasci indifferente, è opinione legittima. Io la penso come sopra, convinto che gli artisti siano contenti che la loro opera possa trovare altri canali di diffusione.

2) Sull'indipendenza della musica dal mondo corporate, leggi sotto.

Mi ricordo, poco piu' che bambino, il finimondo scatenato dall'annuncio che i Clash avevano firmato per la CBS.
Ma come, si disse all'epoca, i Clash, il gruppo punk per eccellenza, che si vende all'industria? La storia ha dimostrato che i Clash rimasero fedeli alla propria natura, nonostante la CBS.
I Sonic Youth poi sono maestri nel far convivere corporate ed alternative in armonia; da un lato la Geffen (iper-corporate) e Starbucks e dall'altro la loro propria etichetta e quella di Thurston Moore (Ecstatic Peace!).
E restano, anche loro, fedeli alla loro natura. Encomiabili.

DI fatto, non riesco a generalizzare; per me vanno considerati i singoli casi.
Positivo il giudizio che do' a questa operazione, negativo quello per l'associazione Converse/Joy Division, con le scarpe "limited edition" sulla cui suola stavano impresse le onde sonore di "Unknown Pleasures"! Sacrilegio!
Fabio ha detto…
Pero' Marco non vorrai paragonare la CBS e Starbucks. La prima e' una casa discografica, per la quale tra l'altro quando firmarono i Clash incideva Dylan, giusto per fare un nome. Starbucks e' una multinazionale del caffe' che negli Stati Uniti ha fatto chiudere un buon numero di retailer indipendenti.

Da un prospettiva realistica di marketing mi pare di capire che l'operazione Starbucks abbia poco a che vedere con il fatto che i propri clienti familiarizzino con i Sonic Youth, e casomai con il desiderio di attrarre l'affluente pubblico di trenta-quarantenni che ascolta i Sonic Youth e che da Starbucks ci va di malavoglia.

Sul caso New Balance/ Joy Division che dire: altra bieca operazione di marketing, con l'aggravante che Ian Curtis non l'avrebbe molto probabilmente permessa.
Anonimo ha detto…
volevo citare due casi che mi hanno dato gli stessi grattacapi: i Minor THreat che danno i diritti a una salsta tipo Tabasco e joni Mitchell che fa uscire il suo disco, un annetto fa circa, per l'etichetta di Starbucks. Vero è che pure Neil Young si scaglaiva già nei primi '70 su questi pacifisti con la villa sul Laurel Canyon, però non so che pensare.
Forse me ne dovrei fregare e pensare alla musica e a ciò che mi comunica?

JC, pensoso...
Fabio ha detto…
E Devendra, la cui musica venne usata per la pubblicita' di un formaggio da spalmare qui in Inghilterra.

Non si tratta di fare i monaci, e io non sono certo il piu' titolato a parlare dato che il salario me lo paga un lavoro all'interno del sistema.

Come Marco, credo anch'io che non abbia senso generalizzare. E' solo il fatto che certe associazioni stridono, e di molte di loro non si vede la necessita'.

Alla fine JC, mi sembra che la risposta piu' sensata alla tua domanda sia: certamente si', ma con un po' di amarezza (e confusione).
Anonimo ha detto…
Fabio, gli accordi si fanno in due.
Cosi' come Starbucks ha bisogno dei Sonic Youth per le ragioni di marketing che descrivi, cosi' i Sonic Youth hanno bisogno di Starbucks per ampliare i canali di diffusione della propria opera.
Per me è un'operazione (di natura esclusivamente commerciale) che ha senso per entrambe le parti.

Resto - come te - scetticissimo sul mondo corporate (come ti dicevo ieri al telefono il mio acquistare i dischi in negozio è una scelta politica, ispirata dalla volontà di tenere in vita i piccoli esercizi) ma preferisco questo deal a quello terrificante delle scarpe che citavo.

Fu grazie al milione di dollari ricevuto per l'uso di "Lust For Life" in pubblicità che Iggy Pop si risollevo' qualche anno fa dallo stato penoso in cui versava. A volte anche il diavolo - suo malgrado - fa del bene.
Anonimo ha detto…
Direi che Marco ha ragione: e mi sovviene che, nell'Annus Mirabilis della Controcultura, i Jefferson Airplane registrassero spot pubblicitari radiofonici per la Levi's. Bel casino, da analizzare "caso per caso"...

JC
Fabio ha detto…
Si', ma non vi sembra che il caso specifico sia ben diverso da quelli citati?

Levi's e' una marca piuttosto diversa da Starbucks. Capisco la loro associazione con i Jefferson Airplane (la California, i jeans come indumenti allora ancora controculturali, ecc.).

E invece a mettere insieme il concetto Starbucks e il concetto Sonic Youth non riesco proprio.
Anonimo ha detto…
Forse hai ragione... anche tu!

Come dice bene JC, questo è un argomento che lascia pensosi e, da ultimo, confusi.
Sarebbe a questo punto interessante chiedere ai Sonic Youth il perchè della loro scelta. Immagino non sia (solo) per i soldi. Quelli avranno contato (saranno molti) ma voglio sperare in motivazioni aggiuntive.

Chissà se Thurston Moore ne parlerà sulle pagine di Arthur!
Fabio ha detto…
A questo punto sono curioso di sentire altre opinioni oltre alle nostre (e di leggere di accordi tra Henry Rollins e Costa, Jello Biafra e Caffe' Nero, Philip Glass e Paulista, ecc.).
Anonimo ha detto…
Ti dico io l'ultimo (purtroppo vero) accordo: Converse e Nirvana. E' in uscita una edizione speciale delle All Star "firmate" Kurt Cobain. La scritta - tratta dai diari dello scomparso - "Punk Rock Is Freedom" vergata nella sua grafia, adornerà questo prezioso manufatto Nike. Responsabile dello scempio: la signora Love, of course.
Anonimo ha detto…
Non capisco: che un artista campi dei dischi che vende, OK, non ci sono problemi. Tutto il resto è marketing.
Capisco che sia diverso vendere la maglietta del proprio gruppo fuori dai concerti, ma se la vendi in negozio, che differenza fa se te la vende Benetton? (tanto per dire, non ho esempi specifici). E allora perchè non le scarpe? Personalmente trovo che sia un'idea orribile, non le compro di sicuro, ma perchè scandalizzarsi?
ciao
Auro
Anonimo ha detto…
Auro,
lascio ovviamente a Fabio - se desidera - darti piu' saggia risposta della mia.
Personalmente non sono scandalizzato per le scarpe; Courtney Love, in quanto erede, è titolare dei diritti che riguardano l'immagine del marito e puo' fare cio' che desidera con essi.
Mi sembra solo un'iniziativa di marketing di pessimo (stra-pessimo) gusto (vedi il caso Joy Division prima ricordato).
Come dici bene tu (l'esempio del merchandising), non tutto il male (pardon, il ma..rketing) vien per nuocere; questo pero' lo considero un brutto esempio di tale disciplina.
Ciao,
Marco
Fabio ha detto…
Io credo che nessuno si scandalizzi. Venerdi', quando ho scritto il post, ero soprattutto divertito e un po' confuso: da qui il tono breve e leggero.

Ogni musica quando nasce, specie se nasce dal basso, possiede una sua estetica e una sua integrita'. Poi queste cose a volte si perdono, e chi ha seguito la scena dall'inizio resta un po' spiazzato.

Joy Division, Nirvana, Sonic Youth sono simboli di intere generazioni, che fa un po' strano abbiano bisogno di compromettersi con il mass market.

Nessuno scandalo etico, solo l'incapacita', da parte mia, di mettere insieme simboli cosi' distanti.

(In ogni caso Nirvana/ Converse lo metto nella categoria Jefferson Airplane/ Levi's, un nesso lo vedo anche).
Anonimo ha detto…
La domanda sul caso Nirvana è spontanea "Kurt l'avrebbe fatto ?"

Ho paura di sapere la risposta...

Prendetela con le pinze, eh, ma "s'è sparata la persona sbagliata..."

A monty pythonesque JC
Anonimo ha detto…
Ah, e già che ci siamo:

avrete seto notato come marketing e marketTing siano separate da una sola consonante ? Che fa una bella differenza, a volte...

an even more pythonesque JC, worndering where his Prozac dose is in his office desk...
Fabio ha detto…
Sembri bello acido oggi JC! :)

Mah, mai dare risposte per altri. Kurt Cobain firmo' per una major, sposo' Courtney Love: non era un santo. E poi ricordo che all'epoca non c'era un musicista in arrivo da Seattle senza le sue belle All Stars (che all'epoca andavano forte nere).

Quindi chissa'.

Sul marketing, dato che mi da' da mangiare, mi permetto di glissare...

Del resto continuo a cercare un legame tra Minor Threat e il tabasco, da quando ho letto il tuo commento piu' sopra. Se hanno ceduto i Minor Threat...
Anonimo ha detto…
sì, è tutto un gran casino...la vita stessa in primis...

JC
Anonimo ha detto…
sì, è tutto un gran casino...la vita stessa in primis...

JC
Fabio ha detto…
E infatti mi sa che ci si concentra su queste in fondo quisquillie per non pensare ad altro. Almeno io faccio cosi'. Ma non diciamolo, anzi, dimentichiamolo proprio :)