If it's worth having it's worth giving

[San Rocco, Luglio 2008]

I don’t know why everybody doesn’t live at the beach, on the ocean. It makes no sense to me, hanging around the dirty city. That’s why I always loved and was proud to be a Beach Boy; I always loved the image. On the beach you can live in bliss.

Dennis Wilson, il piu' soulful dei Beach Boys. L'avevano messo dietro alla batteria e gli impedivano di cantare per quella sua voce umana e poco angelica. Fino a quando di quel ruolo si stanco'. Era il 1977, l'anno di Pacific ocean blue.

Ascoltato dopo trent'anni dalla sua pubblicazione, Pacific ocean blue, resta un disco di un'onesta' impressionante, con liriche bellissime e un suono che piu' rock anni '70 di cosi' e' davvero impossibile. Anche per questo resta un album classico.

The greatest success in life is to feel I’m something for someone; the feeling of falling in love, the newness of love.

Le liriche di Pacific ocean Blue sono pura incontaminata poesia. Dalla ricerca di un contatto profondo con la natura nell'inizale River song, fino all'amara riflessione End of the show che conclude il disco con i suoi sogni che volano verso il cielo. Esiste un lato spirituale, trascendente, in Pacific ocean blue. E infatti oltre a essere un appassionato surfer, l'unico surfer dei Beach Boys, Dennis introdusse il resto del gruppo alla meditazione trascendentale.

Pacific ocean blue con i Beach Boys c'entra davvero poco. Una serie di canzoni, piu' che un album: alcune arrangiate finemente con stratificazioni di cori e fiati, altre volutamente lasciate in una forma piuttosto essenziale, come fossero semplici intermezzi. La sensazione e' che ogni traccia sia stata pensata a se' stante, senza un disegno complessivo.

L'effetto e' quello di un flusso di pensieri che si inseguono nella mente con un'ordine totalmente libero. Proprio come la travagliata vita sentimentale di Dennis, un perenne susseguirsi di innamoramenti, momenti malinconici, ripensamenti, nuovi innamoramenti.

E pero', miracolosamente, dopo ripetuti ascolti Pacific ocean blue rivela un elemento di coesione proprio nell'atmosfera oceanica, nella rilassata brezza marina che attraversa l'album dalla prima all'ultima nota.

Pacific ocean blue negli anni '70 ricevette un'accoglienza tiepida: vendette 300 mila copie. Ne' tante ne' poche. Abbastanza per pensare a un seguito. Che venne inciso, ma mai pubblicato. Per mancanza di fondi e per le continue distrazioni dovute ai progetti dei Beach Boys. Si intitola Bambu. Dennis in quell'album credeva parecchio. Nelle interviste inizio' addirittura a dichiarare che Pacific ocean blue era un disco con poca sostanza rispetto a Bambu.

Non e' cosi'. I due dischi si somigliano davvero molto, come potete verificare se cercate la versione doppia di Pacific ocean blue, che contiene anche Bambu. Forse Bambu e' leggermente piu' aggressivo e meno intensamente poetico, con piu' riferimenti al suono soul di New Orleans nei cori e nei fiati, riferimenti che in Pacific ocean blue si sentono decisamente meno.

Dennis viene descritto da chi l'ha conosciuto come un uomo di infinita generosita'. If it's worth having, it's worth giving diceva, e The smile you send out will return to you! Non e' sempre cosi'. Poco prima di morire, per un annegamento legato a substance abuse - cocaina, alcol, pillole, tutto quello che capitava - dichiaro' in un'intervista I'm lonesome. I'm lonesome all the time.

E pero' la sua musica resta una celebrazione della vita, il testamento di un sognatore. Cercate i suoi dischi questo fine settimana: l'estate e' la stagione migliore per comprendere la sua poesia.

Commenti

Anonimo ha detto…
Fabio, procurati anche "Surf's Up" dei Beach Boys. Vedrai come il capolavoro di Dennis Wilson c'entra con (i tardi) Beach Boys. Perche' se "Pet Sounds" resta il disco osannato universalmente, "Surf's Up" e' il capolavoro ultimo di Brian Wilson, che si trova solo di fronte all'immensita' della vita "come un tappo di bottiglia che vaga nell'oceano". Meraviglioso.
Endless summer forever.
Anonimo ha detto…
p.o.b. è un gran bel(lissimo) disco! stamattina, dopo di 'lui' mi sono riascoltato brian wilson/pet sounds live...

:)

ps. endless summer (ma alla maniera di fennesz...)
Anonimo ha detto…
Un'altra nota: da grande amante di Pacific Ocean Blue, di Dennis e Brian Wilson quale sai che io sono, voglio farti i complimenti per la recensione che hai scritto. Credo tu abbia perfettamente colto la grandezza di questo disco, quando parli di trascendenza. Dennis parte dall'oceano, dalla California, dalla sua esperienza di vita e porta tutto ad uno stadio ulteriore, piu' alto, universale.
Brian, con la solita umilta' che lo contraddistingue, ha recentemente dichiarato in una intervista che "Pacific Ocean Blue" del fratello e' un disco meraviglioso, la cosa piu' bella fatta da un Beach Boy.
E detto da chi ha scritto "Pet Sounds" (per tacere di tutto il resto) non lascia proprio altre parole da aggiungere.
Anonimo ha detto…
E "Carry me home", che rifecero pure i Primal Scream? E l'album Friends? E 20/20? Domanda: se la trascendenza Wilsoniana è quella dell'adolescenza che se ne va e fa posto all'età adulta, la trascendenza Spectoriana è il tentativo di congelare per sempre l'adolescenza in due-minuti-due?

JC
Fabio ha detto…
Marco -

Credo sia stata proprio questa misteriosa, inspiegabile trascendenza, il guardare oltre alla tradizionale mitologia dell'oceano, che ha permesso ai Beach Boys di fare il salto rispetto alla miriade di formazioni surf loro contemporanee. Ti aspetto per andare a vedere il film di Neil Young su CSNY quando torni a Londra - sono riuscito a trattenermi durante il fine settimana.

Ivan -

Ottima citazione, credo che in quel disco Fennesz sia riuscito a proseguire il discorso dei Wilsons senza snaturarlo pur ri-contestualizzandolo...

JC -

E i Ramones il disperato ultimo tentativo di prenderla per i capelli quell'innocenza, e riportarla in vita?
Anonimo ha detto…
non a caso i Ramones erano Beach Boys + Spector. E il cerchi si chiude. Su noi, loro e l'innocenza...

a proposito: un OT che gradirai. Comprati il nuovo degl Owl Service, una gemma di folk anticamente modernista (o viceversa)...

JC
Anonimo ha detto…
le tue foto sono meravigliose
Fabio ha detto…
JC -

Ne ho sentito parlare ma non li ho mai ascoltati. E con questo computer non posso sentire la musica via Myspace purtroppo. Me li immagino simili agli Espers: folk con riferimenti progressivi contemporanei. Sbaglio di molto? In ogni caso da ascoltare assolutamente mi pare di capire. Grazie per la segnalazione.

Fiordiloto -

Ti ringrazio per la visita e il commento. Link piu' che meritato :)
Anonimo ha detto…
Sono MOLTO meglio di Espers, Vetiver e compagnia. Più disposti a mescolare e ad aggiornare (poco ma bene).

ti piaceranno un sacco...

JC
Anonimo ha detto…
grazie a te Fabio,
vieni a trovarmi in giardino quando vuoi ;)