Lasciatemi cantare

[Hampstead, Ottobre 2008]

Vorrei raccontare qualcosa del mio ritorno a Milano, ma ieri e oggi sono stato sigillato in un ufficio, in una maratona di lavoro come non ricordavo da anni. Peraltro sono riuscito a instaurare un bel rapporto con le persone qui di fianco, che si occupano di contabilita', un mondo a me del tutto oscuro. Ieri ero cosi' stordito dall'immersione nel rapporto che sto scrivendo che ho chiesto, in inglese, dove si trovasse il bagno, con grande ilarita' generale. Pero' in questo modo ho involontariamente rotto il ghiaccio. Oggi mi hanno con gentilezza invitato a pranzare con loro, mi hanno offerto un bicchiere di latte, ogni tanto passano a chiedere come va e mi fanno un po' di domande su Londra, mi raccontano del loro rapporto con quella citta'.

Tornare per qualche giorno in Italia per me significa ritornare a una dimensione umana che sento mia, impossibile da ricreare nel paese degli algidi stoccafissi, con le loro etichette socialmente insincere e emotivamente paralizzanti.

Commenti

Anonimo ha detto…
ecco di cosa parlava Howard DEvoto nei Magazine: di "ghiacciai perenni" ed emozioni bloccate...

JC
Fabio ha detto…
Certo che un duetto Devoto -Cotugno... il primo che analizza esistenzialmente relazioni difficili, il secondo che suggerisce come rimedio un piatto di penne tricolore alla pummarola...
artemisia ha detto…
Mai sottovalutare l'umanitĆ  dei contabili.
Fabio ha detto…
Arte -

Anzi, c'ĆØ solo da imparare dalla loro concretezza e chiarezza di vedute. In fondo la vita ĆØ tutto un dare e avere.