Walk the line

Engadina Calling credo sia l'unico blog sul pianeta Terra a parlare delle mostre subito dopo che hanno chiuso. Non dopo, che ne so, due anni, che uno dice non e' attualita' ma almeno e' storia. No no, tipo due giorni dopo.

Continuiamo nella tradizione che ci contraddistingue, con una mostra proprio bellissima, quella che la Tate ha dedicato a uno dei nomi piu' originali dell'arte contemporanea britannica.

Retrospettiva fantastica, che si apre e si chiude con nuovi lavori site specific realizzati con fango di diversi colori, e culmina in una sala dove sono state abbattute un paio di pareti per lasciare spazio alle totemiche, primitive sculture di Long.

La sua e' arte che respira e fa respirare la mente, figlia di un rapporto immediato e profondo con l'ambiente naturale. Celebrazione della terra, del vento, dell'acqua. Della vita.

E meno male che la Tate ha evitato per una volta una disposizione didascalica/ didattica/cronologica, a vantaggio di un ordine finalmente libero. E che le solite didascalie sono state sostituite da scritti dell'artista, sospesi da qualche parte tra teoria filosofica e poesia. Li trovate tutti nel sito della Tate.

Per gli appassionati di musica, una proposta di ascolto legata alla land art.

E per gli appassionati di Engadina, una chicca.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ammettilo, questa cosa delle mostre scadute ĆØ una carognata. Abbi il coraggio, almeno.
Fabio ha detto…
Mostra molto Meristemi. Io aspettavo che passassi di qui quest'estate per vedere la mostra insieme...

Sto ascoltando Late Junction, su BBC Radio 3, il mio programma radio preferito, che (ormai 8 anni fa) mi ispiro' immensamente quando presentai il progetto Prospettive Musicali a Radio Popolare.

Sono dei maestri dell'arte della non attualita'. Trasmettono quello che gli gira, indipendentemente da se e' e' uscito oggi, un anno fa o dieci. Mischiano tutto: quartetti d'archi, contemporanea, folk, rock, world, jazz, musica antica, canti religiosi, elettronica, Brasile, India, Africa. In piu', sempre per sottolineare il loro rapporto rilassato con la variabile tempo, in dieci anni che li ascolto non hanno mai interrotto un pezzo: se dura 40 minuti lo fanno ascoltare per intero.

L'unico criterio che seguono e': questo pezzo merita di essere ascoltato.

Mi piacerebbe che Engadina Calling fosse proprio cosi': e se ci va di parlare di una mostra dopo che ha chiuso, lo facciamo.

Sono sicuro che capisci e credo tu condivida.

Vivere rilassati e' importante, senza lasciare che tempi non decisi da noi ci condizionino: lavorare con lentezza, passeggiare, mangiare senza fretta gustando il cibo, riflettere, contemplare le nuvole.
Anonimo ha detto…
Estate sicula, a scoprire gli sciamani della manna. Londra forse coi freddi.

Le epoche sono un optional, la contemporaneitĆ  una zavorra.