Sketches of Spain (reprise)
Come parte della rassegna che l'Istituto di Arti Contemporanee sta dedicando in questi giorni (fino al 14 Gennaio) a Jim Jarmusch, ieri sera sono andato a vedere l'ultimo, controverso, film del regista americano.
Pellicola parecchio curata dal punto di vista visivo/ atmosferico/ musicale (la colonna sonora e' di Boris, Sunn 0))), Earth), The limits of control ha un plot allo stesso tempo disciplinatissimo (consiste infatti in una serie di re-iterazioni dello stesso schema) e misterioso.
E' un po' come se Jarmusch avesse ingigantito un frammento microscopico di un suo film (per dire, Broken flowers), e l'avesse reiterato parecchie volte, senza pero' fornire (almeno per i primi due terzi del film) le informazioni necessarie a comprendere il senso di quello che stiamo guardando. Al punto che a meta' film mi sono trovato a domandarmi se esistesse un significato alla sequenza geometrica degli eventi che stavo vedendo, oppure se un senso fosse del tutto inutile cercarlo, e se avessi dovuto concentrarmi sui singoli incontri del protagonista (proveniente da dove, e dove diretto, per buona parte dello svolgimento non e' dato sapere). Come si trattasse quasi di un remake di Coffee & cigarettes (peraltro piu' cupo, criptico nei dialoghi e nel delineare i personaggi).
Film altamente simbolico (e vi confesso che alcuni simboli mi restano tutt'ora oscuri), The limits of control e' salvato in parecchi tratti dalla splendida fotografia, curata da Christopher Doyle (In the mood for love) e dalle recitazioni straordinarie di Tilda Swinton, Gael Garcia Bernal e (buona, non straordinaria) Bill Murray.
Se siete alla ricerca di esercizi zen, un film che consiglio.
Commenti
resta sempre, dell'esperienza jarmush, una sensazione di vacua, effimera estetica formale portata all'estremo, e ci si interroga sul perche' ci si interroghi al riguardo, piu' che sul messaggio cinematografico in se'.
a.
io non penso andro', visto che mi lascio influenzare dalla critica francese e di Fabio. :)
io non penso andro', visto che mi lascio influenzare dalla critica francese e di Fabio. :)
Mi risulta particolarmente difficile pensare quale dei suoi film possa essere piĆ¹ bello.
Secondo me, i film di JJ non vogliono affatto essere belli, quello di J ĆØ un cinema anarchico, e i suoi film prima di essere belli vogliono essere liberi, e sempre secondo me ci riescono. Spesso puĆ² sembrare un Kaurismaki d'oltreoceano, in effetti si somigliano, Aki e Jim vanno nella stessa direzione parallelamente. Sono d'accordo con te Fabio, la colonna sonora del film ĆØ splendida, ma la fotografia stavolta ĆØ di delirante bellezza, e ci mostra tutti gli appassionati studi cromatici del regista, che ormai oserei definire veri e propri studi pittorici. Infine quattro lingue...mi auguro almeno questo non lo doppino visto i dialoghi scarni, ma...confido nei lampi di cretineria tutti italioti!!
Un saluto in 8mm, caro Fabio.
Costantino
A volte si', e questo e' un buon esempio di quello che dici. Anche se non sono d'accordissimo sul tuo "buttar via": anche le esperienze estetiche sono importanti.
Quando ero piccolo, ricordo che cercavo un significato per ogni cosa. Una sera, avro' avuto 9 o 10 anni, l'architetto che disegno' la casa dei miei genitori, al quale avevo detto candidamente che non capivo il senso di certi quadri di suo gradimento, pazientemente cambio', per sempre, il mio modo di rapportarmi alle esperienze estetiche e artistiche.
Perche' cercare necessariamente di dare un significato, e non abbandonarsi istintivamente ai colori e alle forme?
Lo spettatore tradizionale che va al cinema Medusa per vedere gli effetti speciali e' ovvio che dissentirebbe, ma se invece ti abbandoni di fronte a un film come questo, e' un viaggio interessante, almeno per me lo e' stato.
Dopodiche', ci sono film di Jarmusch piu' semplici e godibili, da Down by law (che resta per me il suo capolavoro) a Broken flowers.
Myriamba -
Il mio giudizio pero' non e' negativo, se leggi con attenzione. Pero' se non ti e' piaciuto Coffee & Cigarettes, questo potrebbe essere davvero letale.
Costantino -
Il paragone con Kaurismaki mi sembra molto centrato, soprattutto quando si pensa ai primi film di Jarmusch, che immagino avranno ispirato il regista finlandese, i cui capolavori se non ricordo male sono arrivati un po' dopo (li conobbi entrambi sulle pagine di Rockerilla, quando vivevo in una cittadina dove quei film non arrivavano, io ero troppo piccolo per andare a Milano la sera da solo e Internet sarebbe arrivato dopo vent'anni: quindi li ho recuperati molti anni dopo).
Molto d'accordo con te nel paragone pittorico (del resto le ripetute visite del loner al Museo Reina Sofia credo siano un indizio in questo senso): The limits of control lo definirei come una serie di tableaux, ognuno con connotazioni cromatiche e atmosferiche proprie.
Non essendoci maiincontrati tu e io, dopo "Un saluto a 8 mm" (che ricambio) ti immagino identico a Enrico Ghezzi...
Capisco il parallelo con KaurismƤki ..interessante.
Sono Costantino, l'ospite del prezioso, prode ed impagabile borguez!!
Prima o poi, io a te...ti vengo a stanare a London!!
A presto.
Ma Fabio...Chettepossino!!
http://www.youtube.com/watch?v=eajzz8JuCGU
In realtĆ si trattava solo di uno strenuo e vano tentativo di fare una serenata (un po' etilica!)ad una mia ex fidanzata fruttivendola (e un po' burina)che ha il culo piĆ¹ bello del mondo...fidiaco, di nobile semplicitĆ e di quiete grandezza.
Dear Fabio, sto disperatamente looking for un tuo contatto mail per parlarti di un importante iniziativa, puoi mandarmelo?
costantinospineti@libero.it
...Ti prometto che parlerĆ² in sinc.
Un saluto
non ho ancora visto il film: l'attendo! e come diceva Rino Gaetano di suo fratello... non ha mai criticato un film senza prima prima vederlo!
per cui tornerĆ² qui appena avrĆ² qualcosa da dire: la colonna sonora ĆØ intrigante, quello sƬ, ma il caro Jarmusch ha saputo fare di meglio!
comunque grazie del tuo assaggio e della tua degustazione in avanscoperta!
a presto
Ho l'impressione che le serenate funzionino solo nella letteratura popolare, e non sempre nemmeno in quella, purtroppo...
Ti ho mandato una mail.
Borguez -
Prima di parlare di una mostra a Radio Popolare mi capita spesso di vederla due volte per cogliere tutto quello che mi era sfuggito alla prima visita. Con i film e' piu' complicato, ma garantisco che come il fratello figlio unico anche io evito di commentare i post su dischi/ film/ artisti che non conosco (da qui il fatto che i miei commenti di la' da te non sono molti).