I'm free
Il festival del cinema italiano, ai Riverside Studios fino a Domenica (programma qui) sta alleviando il disagio psicologico dell'isolamento forzato causa nuvolone (in una Londra che ho visto ieri per la prima volta col cielo azzurro azzurro finalmente nemmeno solcato da una scia bianca).
Il cinema italiano qui a Londra e' il piatto del giorno, con Sight & Sound che ci ha dedicato copertina e questo lungo e molto ben scritto articolo, e recensioni altisonanti che hanno accolto su tutti i quotidiani di qualita' l'uscita nelle sale di Io sono l'amore di Luca Guadagnino.
We think of it as our "Visconti on acid" offering ha detto per presentarlo Tilda Swinton, ed e' stata ripresa un po' da tutti. Tilda Swinton che nel film e' una ricca signora dell'alta borghesia milanese che si libera dalle catene delle convenzioni, innamorandosi di un giovane cuoco.
Film con una fotografia assolutamente perfetta, dal primo all'ultimo fotogramma, che cita Il gattopardo e Senso, e racconta una storia di passione e ribellione (in parte girata qui a Londra, in luoghi a me molto familiari) che e' tutta contemporanea, eppure potrebbe uscire dalle pagine di Tolstoy e Flaubert.
It always intrigues me that there could be any doubt about the inevitable mutability of human identity: that people encourage themselves to pick a shape of existence and stick to it, come what may, ad infinitum.
E il film parla di tutto il coraggio che e' necessario per cambiare la forma che abbiamo dato alla nostra esistenza. Ed e' anche un film sul ritorno alla natura, vista come Eden nel quale rinascere, dove tutto diventa possibile e naturale, e le convenzioni sono fardelli inutili.
Si svolge in ambienti simbolicamente contrapposti. L'opulenta, confortevole casa padronale (Villa Necchi Campiglio, in via Mozart, oggi patrimonio del FAI) dove si rappresentano complessi rituali mondani. La fabbrica, dalla quale la ricchezza prende origine: che Luca vorrebbe piu' umana e Tancredi (Pippo Delbono, bravissimo) piu' efficiente. E il giardino dell'Eden, il cascinale di campagna sopra Sanremo dove Emma incontra Antonio: luogo che trascende i fatti degli uomini e dove avviene la liberazione dalle sovrastrutture imposte e il ritorno alla vita.
Mi rendo conto che non ho citato Betta, personaggio meraviglioso, che trova se stessa proprio a Londra, prendendo le distanze da attese e richieste. L'unica che capira', essendo a sua volta capita, le scelte di Emma.
Un film bellissimo, commovente, pieno di significati simbolici che toccano in me corde molto profonde.
I lettori di Londra lo trovano al Curzon di Chelsea.
Il cinema italiano qui a Londra e' il piatto del giorno, con Sight & Sound che ci ha dedicato copertina e questo lungo e molto ben scritto articolo, e recensioni altisonanti che hanno accolto su tutti i quotidiani di qualita' l'uscita nelle sale di Io sono l'amore di Luca Guadagnino.
We think of it as our "Visconti on acid" offering ha detto per presentarlo Tilda Swinton, ed e' stata ripresa un po' da tutti. Tilda Swinton che nel film e' una ricca signora dell'alta borghesia milanese che si libera dalle catene delle convenzioni, innamorandosi di un giovane cuoco.
Film con una fotografia assolutamente perfetta, dal primo all'ultimo fotogramma, che cita Il gattopardo e Senso, e racconta una storia di passione e ribellione (in parte girata qui a Londra, in luoghi a me molto familiari) che e' tutta contemporanea, eppure potrebbe uscire dalle pagine di Tolstoy e Flaubert.
It always intrigues me that there could be any doubt about the inevitable mutability of human identity: that people encourage themselves to pick a shape of existence and stick to it, come what may, ad infinitum.
E il film parla di tutto il coraggio che e' necessario per cambiare la forma che abbiamo dato alla nostra esistenza. Ed e' anche un film sul ritorno alla natura, vista come Eden nel quale rinascere, dove tutto diventa possibile e naturale, e le convenzioni sono fardelli inutili.
Si svolge in ambienti simbolicamente contrapposti. L'opulenta, confortevole casa padronale (Villa Necchi Campiglio, in via Mozart, oggi patrimonio del FAI) dove si rappresentano complessi rituali mondani. La fabbrica, dalla quale la ricchezza prende origine: che Luca vorrebbe piu' umana e Tancredi (Pippo Delbono, bravissimo) piu' efficiente. E il giardino dell'Eden, il cascinale di campagna sopra Sanremo dove Emma incontra Antonio: luogo che trascende i fatti degli uomini e dove avviene la liberazione dalle sovrastrutture imposte e il ritorno alla vita.
Mi rendo conto che non ho citato Betta, personaggio meraviglioso, che trova se stessa proprio a Londra, prendendo le distanze da attese e richieste. L'unica che capira', essendo a sua volta capita, le scelte di Emma.
Un film bellissimo, commovente, pieno di significati simbolici che toccano in me corde molto profonde.
I lettori di Londra lo trovano al Curzon di Chelsea.
Commenti
I protagonisti sono perfetti, proprio per il non essere esteticamente "canonici".
E poi il titolo: secondo me ĆØ la risposta alle frasi che rivolgono a Emma il figlio e il marito dopo la rivelazione: "Tu non sei niente", "Tu per me non esisti".
Infine perĆ², lasciami dire, citare "Senso" come hanno fatto alcuni ĆØ totalmente fuorviante.
Ps. in una libreria ho sentito due ragazzi parlare di questo film, quello che non l'aveva visto fa: "di che parla?" e l'altro: "di una famiglia ricca...lei impazzisce".
Gli ho quasi riso in faccia!
L'ambiente, anzi gli ambienti (la casa, la fabbrica, la campagna, la St. Martin's School di Londra) non sono assolutamente accessori alla storia, anzi ne sono parte integrante, con il loro valore altamente simbolico, e bene ha fatto Guadagnino a metterli in primo piano usando una fotografia di rara raffinatezza.
L'algida perfezione della casa, per esempio, racconta di uno stile di vita formale, gelido, quello dal quale Emma evade grazie all'incontro con Antonio, e con il suo antitetico mondo di esperienze, ripreso in modo caldo e sensoriale.
Geniale la tua interpretazione del titolo: ieri, parlando del film, mi sono reso conto che ci sono tutta una serie di particolari che a me sono sfuggiti e che solo l'acuta sensibilita' femminile sa cogliere.
Invece, che un ragazzo abbia raccontato in quel modo la storia all'altro, non mi fa tanto strano. E' un film per quarantenni secondo me, che racconta una liberazione dalle convenzioni che si cerca alla nostra eta' e che prima probabilmente non si comprende nemmeno (almeno io non l'avrei compresa).
Come una ragnatela che soffoca la vita, dalla quale e' necessario liberarsi per continuare il percorso.
(Tra l'altro mi sei venuta in mente tu vedendo il film, per una cosa che mi raccontasti tempo fa).
Francesca -
Ti ho scritto, e in questi giorni ti chiamo e ci beviamo un te' insieme come fossimo al caffe' di Coram Fields.
Pensavo che questo film a me ha ricordato "Il danno" di Louis Malle, con J.Irons e J.Binoche all'apice dei rispettivi fascini, non so se lo hai visto. Anche lƬ il protagonista fuggiva dalla ragnatela delle convenzioni, da una vita ricca e algida, per perdersi in una passione che culmina in tragedia.
Non ho visto Il danno, ma lessi il libro. Non mi ha lasciato molto, ma sono sicuro che lo lessi nel momento sbagliato. Oggi forse sarebbe diverso.
Forse quando lessi Il danno avrei detto anch'io "lei impazzisce" :)
stasera.
piaciuto.
un'esecuzione formidabile, musica, fotografia, scenografia, tempi... persino i titoli.
inutili, forse, alcune insistenze sulle scene di sesso, ridondanti.
un film moderno che appartiene, nei modi, al passato.
e con personaggi "minori" di eccellente livello - in particolare quell'Ida, che molto rivela del personaggio Emma.