Sunday mornings
Non saprei dire se si tratta di un chiaro segno di ageing, ma la frequenza con la quale nelle mie flanerie della domenica mattina mi capita di fare un giretto al British Museum, soprattutto da quando abito a Clerkenwell e' aumentata di anno in anno.
Non mi soffermo troppo, per lo piu' mezz'ora: vedo un paio di sale o tre e poi esco, avvertendo nettamente la sensazione che quella mezz'ora ha dato senso a tutta la giornata.
La mostra temporanea sul disegno nel Rinascimento italiano (che porta il titolo Fra Angelico to Leonardo), superato lo sgomento per il percorso impossibilmente tortuoso (e' stata realizzata nella sala di lettura, trasformata per l'occasione con imbarazzanti pannelli di gesso), l'ho trovata di una bellezza sconvolgente.
Sono un centinaio di disegni (dieci dei quali di Leonardo) realizzati tra il 1400 e il 1510, che appartengono alle collezioni del British e degli Uffizi. Molti sono semplici studi (particolari, dettagli, prove realizzate con tratto appena accennato) per complessi affreschi, quindi lavori non pensati per essere esposti, ma io li trovo a volte piu' interessanti delle opere finite.
Inevitabile, al termine della mostra, una breve pausa al cake shop della London Review of Books, per sfogliare il catalogo con calma davanti a una buona tazza di te'.
Non mi soffermo troppo, per lo piu' mezz'ora: vedo un paio di sale o tre e poi esco, avvertendo nettamente la sensazione che quella mezz'ora ha dato senso a tutta la giornata.
La mostra temporanea sul disegno nel Rinascimento italiano (che porta il titolo Fra Angelico to Leonardo), superato lo sgomento per il percorso impossibilmente tortuoso (e' stata realizzata nella sala di lettura, trasformata per l'occasione con imbarazzanti pannelli di gesso), l'ho trovata di una bellezza sconvolgente.
Sono un centinaio di disegni (dieci dei quali di Leonardo) realizzati tra il 1400 e il 1510, che appartengono alle collezioni del British e degli Uffizi. Molti sono semplici studi (particolari, dettagli, prove realizzate con tratto appena accennato) per complessi affreschi, quindi lavori non pensati per essere esposti, ma io li trovo a volte piu' interessanti delle opere finite.
Inevitabile, al termine della mostra, una breve pausa al cake shop della London Review of Books, per sfogliare il catalogo con calma davanti a una buona tazza di te'.
Commenti
Io vorrei tanto tornare agli Uffizi, ma mi sgomenta la coda. Arrivo a desiderare che ci sia, come a N.Y., un ingresso senza coda a costo piĆ¹ alto (anche se quando me lo raccontarono mi indignai)
Sono molto d'accordo, perche' il museo diventa come un parco, o una piazza: un luogo dove fare un giretto ogni tanto senza l'assillo di code e biglietti. Rende l'esperienza della citta' vivibile.
Laura -
Non trovi pero' che le connotazioni negative di ageing siano in qualche modo indotte? Da tutta la cultura produttivistica efficientista egemone, di orientamento capitalista-consumista.
Se pero' uno si ferma a riflettere senza lasciarsi influenzare, capisce che assecondare il cambiamento, anziche' opporsi ad esso, e' un grande piacere in se'. Sentire le proprie opinioni e preferenze che cambiano e' parte di un percorso.
La vita e' un bel viaggio, perche' fermarsi alle prime tappe? Se poi nasco incendiario e muoio pompiere, beh, pazienza. Si vede che doveva capitare.
Godiamoci il viaggio. Credo che, magari in forme diverse, Unaltradonna affermi principi analoghi, no?
Sulla politica culturale italiana, mi sembra sufficiente ripetere che siamo nelle capaci mani di Sandro Bondi, ispirato poeta del regime.
Purtroppo costa, ma un'ora di vita persa in coda non ha prezzo, e per quello che uno vede lƬ dentro sono soldi bene spesi.
Resta il fatto che il British gratis ĆØ un sogno che ti invidio, Fabio, da morire.
E quando accade, mi sento accolto in una capsola di tempo sospeso, sempre.
Non ne so niente. Ho dato un'occhiata a Time Out di carta ma non riporta la notizia.
Laura e Arte-
Di fatto, in ogni caso, riflette una concezione della visita a un museo che richiede una preparazione, essere li' a una certa ora, perdere tempo in coda...
Pensate se anche per andare a un parco bisognasse prenotarsi su Internet, arrivare a un'ora precisa oppure fare una coda di un'ora. Chi ci andrebbe?
E invece l'uso dei musei dovrebbe essere lo stesso. Trascorro una mezz'ora riempiendomi l'anima di bellezza, e poi riprendo a fare quello che dovevo fare, rigenerato.
Sole
Purtroppo credo che il Victoria & Albert abbia sospeso l'iniziativa delle serate al museo, per ragioni economiche immagino. Erano visite bellissime perche', per esempio, nelle gallerie di arte indiana sentivi musicisti indiani che eseguivano musica tradizionale del loro Paese, nelle sale dedicate all'arte barocca italiana sentivi quartetti d'archi, e cosi' via, e poi all'ingresso c'erano fantastici DJ set. Una volta ci ha suonato pure Robyn Hitchcock, sospeso sulla terrazza.
Poi chissa', magari quest'estate riprendono, speriamo.
Divertiti questo sabato Sole!
voili volia per chi e' a Londra questo weekend
:)