Rap and the city
Lo so che state pensando che sono impazzito, e che dopo questo post diserterete Engadina Calling per mesi, ma a me questo film e' piaciuto. Racconta la vita di quattro amiche appassionate di hip-hop che attraverso la comune passione musicale cercano una via di fuga dalla violenza della vita urbana a Sao Paulo.
Niente di rivoluzionario, va bene, ma l'incontro tra film musicale e realismo sociale mi pare in questo caso ben riuscito, con particolare enfasi sugli elementi di disagio della vita in una metropoli sudamericana(poverta', sessismo, violenza diffusa, traffico di droga).
Un direttore americano ne avrebbe ricavato una boiata, e invece questa giovane regista brasiliana (che dopo il film, timidissima, ha incontrato gli spettatori) ha saputo affrontare temi importanti con un tono leggero. Bisogna essere bravi.
Tornato a casa tutto entusiasta, sono andato a recuperare questa raccolta, che in estate si ascolta che e' un piacere.
Il film l'ho visto sabato sera al festival del cinema brasiliano che si tiene qui al Barbican. Questo dopo che venerdi' mi sono imperdonabilmente dimenticato che proiettavano Os desafinados, ispirato alla vita di Jobim e alla nascita della bossa nova.
Un po' tutti i film in programma in questi giorni esplorano il patrimonio melodico e ritmico brasiliano, da prospettive differenti. Orari e titoli delle proiezioni li potete leggere qui. Il festival si concludera' questo sabato con una pellicola che si preannuncia proprio imperdibile, Coracao vagabundo, documentario sulla musica e sull'esperienza umana di Caetano Veloso (che la stessa sera terra' un concerto nell'auditorium).
Lo scrivo qui, cosi' questa volta non mi dimentico.
Niente di rivoluzionario, va bene, ma l'incontro tra film musicale e realismo sociale mi pare in questo caso ben riuscito, con particolare enfasi sugli elementi di disagio della vita in una metropoli sudamericana(poverta', sessismo, violenza diffusa, traffico di droga).
Un direttore americano ne avrebbe ricavato una boiata, e invece questa giovane regista brasiliana (che dopo il film, timidissima, ha incontrato gli spettatori) ha saputo affrontare temi importanti con un tono leggero. Bisogna essere bravi.
Tornato a casa tutto entusiasta, sono andato a recuperare questa raccolta, che in estate si ascolta che e' un piacere.
Il film l'ho visto sabato sera al festival del cinema brasiliano che si tiene qui al Barbican. Questo dopo che venerdi' mi sono imperdonabilmente dimenticato che proiettavano Os desafinados, ispirato alla vita di Jobim e alla nascita della bossa nova.
Un po' tutti i film in programma in questi giorni esplorano il patrimonio melodico e ritmico brasiliano, da prospettive differenti. Orari e titoli delle proiezioni li potete leggere qui. Il festival si concludera' questo sabato con una pellicola che si preannuncia proprio imperdibile, Coracao vagabundo, documentario sulla musica e sull'esperienza umana di Caetano Veloso (che la stessa sera terra' un concerto nell'auditorium).
Lo scrivo qui, cosi' questa volta non mi dimentico.
Commenti
JC
Quindi credo che abbia preso quello che ha trovato, senza andare per il sottile. Avra' uno zio benzinaio.
Elleeffe -
Anche se credo che restero' fedele al mio anno sabbatico da tutti i concerti (una specie di astinenza che sto osservando per ritrovare il desiderio, dopo che le centinaia di concerti di questi anni mi hanno portato ben oltre il livello di saturazione).
di questi tempi sono rare.
un grazie a Fabio
p.s.
mi riferisco evidentemente al film su Caetano
Meglio di niente, certo, pero' potrebbero organizzare anche una proiezione serale.
Lo so, non sono mai contento.
Efrim & Co. e' un bell'esempio. L'anno scorso li incontrai a un aftershow di Charlie Haden e Robert Wyatt al Southbank. Parlai un po' con loro, chiesi a Efrim se potevo fargli un ritratto fotografico (di la' sul mio Flickr). Fu una bella serata: i musicisti che ascoltavo da anni seduti per terra insieme a me a parlare, rilassati.
Il concerto e' un'esperienza, al confronto, gelida. Il musicista sale sul palco per interpretare una parte. Sta lavorando.
Il concerto, spesso si risolve in una finzione, una recita. Non sempre (prevengo il tuo commento), ma spesso e' cosi'. Non credo proprio che Iggy Pop in una riunione di condominio si metta a fare stage diving sugli altri condomini, per dire. Sul palco e' chiamato a fare quello, pagato per farlo, e lo fa. Benissimo, niente da dire.
E va bene che finga, oggi, trasporto nel suonare una roba composta nel 1969 mentre era sotto l'effetto di un qualche stupefacente (anche se poi magari in cuor suo il trasporto e' lo stesso di un commercialista che manda una fattura via e-mail perche' e' pagato per farlo).
Benissimo tutto, ma di quella finzione mi sono, negli anni, stancato. Non mi soddisfa piu', non mi interessa piu'.
Qualche settimana fa, a Milano, sono andato a mangiare una pizza con il mio vicino Andrea De Carlo, che era appena tornato da un bel viaggio nei parchi americani. Eravamo seduti di fianco, davanti a me c'era il mio amico Paolo, di fianco a Paolo l'amico piu' caro di Andrea, Pietro, che ispiro' Guido di Due di due.
Che serata meravigliosa e' stata, con le parole che correvano libere, tra amici, con trasporto e calore.
Anni fa, prima di conoscerlo, ricordo che andai a sentire un suo reading, alla Mondadori di Corso Vittorio Emanuele. Mi accalcai tra il pubblico, lo ascoltai, e poi uscii e feci altre cose.
Belle tutte e due, ma quale esperienza credi che abbia preferito?
Ecco spiegato perche' non vado piu' a concerti. Per un anno, poi si vedra'.
Elleeffe -
Comunque, va detto, Veloso pur sempre bravissimo non e' certo piu' il ribelle di Transa, e dal vivo secondo me e' parecchio meno coinvolgente di Gilberto Gil.
Fabio, personalmente non m'interessa scoprire l'animo dell'artista a me interessa di piu' la sua espressione artistica, qualunque essa sia, vera o falsa, che poi che senso ha questa distizione?. Ti diro',in questi anni, gli artisti m'interessano sempre di meno. Purtroppo ne ho conosciuti tanti (non soltanto nella musica)che mi hanno deluso. Stiamo solo facendo un percorso inverso.