Tomas Luis de Victoria, Ad vesperas (K617, 2008)
Nevica, anche questa notte. Le previsioni meteo della BBC mettono neve anche domani e dopo. Il che rende il ritorno a casa per Natale di noi migranti davvero a rischio.
Tuttavia, come scrivevo anche ieri, la neve quest'anno mi sta facendo entrare in modo particolare nell'atmosfera e nello spirito natalizi. Ad esempio, sto ascoltando davvero molta musica sacra.
Stanotte ho scelto di riascoltare un bel volume di cantate scritte da un compositore vissuto a cavallo tra il 1500 e il 1600, considerato, a mio parere erroneamente, minore: Tomas Luis de Victoria. Di origini spagnole, de Victoria trascorse gli anni centrali della sua vita a Roma, al tempo della Contro-Riforma, diventando uno dei discepoli del piu' celebre Giovanni da Palestrina.
A me la sua musica suona come modernissima, una specie di ricerca, per via musicale, di un contatto profondo e immediato con la parte spirituale del nostro essere. Quella refrattaria alle regole imposte dal sistema di vita contemporaneo, veloce e superficiale. Quella piu' vera e libera.
Lo stile musicale di de Victoria e' asciutto, essenziale, volutamente privo di elementi decorativi. Verrebbe spontaneo parlare di minimalismo, se il termine non fosse stato inventato quattro secoli dopo la composizione di questi canti.
Che vennero scritti per la recita dei Vespri, le preghiere che venivano recitate al momento del tramonto, come ringraziamento e preparazione alle ore piu' raccolte e meditative. Si tratta dunque di salmi, cantati in latino, la lingua tradizionale della Chiesa cattolica.
Se desiderate una via davvero altra alla riscoperta dello spirito del Natale, e musiche che generino dentro di voi un meditativo silenzio, e che consentano di tagliare fuori le frequenze chiassose e disturbanti del Natale commerciale, allora questi canti, composti oltre quattrocento anni fa eppure attualissimi, fanno per voi. Li dovreste ancora trovare nell'edizione che ho io, pubblicata un paio di anni fa dalla francese K617.
Una composizione di de Victoria la potete ascoltare qui.
Tuttavia, come scrivevo anche ieri, la neve quest'anno mi sta facendo entrare in modo particolare nell'atmosfera e nello spirito natalizi. Ad esempio, sto ascoltando davvero molta musica sacra.
Stanotte ho scelto di riascoltare un bel volume di cantate scritte da un compositore vissuto a cavallo tra il 1500 e il 1600, considerato, a mio parere erroneamente, minore: Tomas Luis de Victoria. Di origini spagnole, de Victoria trascorse gli anni centrali della sua vita a Roma, al tempo della Contro-Riforma, diventando uno dei discepoli del piu' celebre Giovanni da Palestrina.
A me la sua musica suona come modernissima, una specie di ricerca, per via musicale, di un contatto profondo e immediato con la parte spirituale del nostro essere. Quella refrattaria alle regole imposte dal sistema di vita contemporaneo, veloce e superficiale. Quella piu' vera e libera.
Lo stile musicale di de Victoria e' asciutto, essenziale, volutamente privo di elementi decorativi. Verrebbe spontaneo parlare di minimalismo, se il termine non fosse stato inventato quattro secoli dopo la composizione di questi canti.
Che vennero scritti per la recita dei Vespri, le preghiere che venivano recitate al momento del tramonto, come ringraziamento e preparazione alle ore piu' raccolte e meditative. Si tratta dunque di salmi, cantati in latino, la lingua tradizionale della Chiesa cattolica.
Se desiderate una via davvero altra alla riscoperta dello spirito del Natale, e musiche che generino dentro di voi un meditativo silenzio, e che consentano di tagliare fuori le frequenze chiassose e disturbanti del Natale commerciale, allora questi canti, composti oltre quattrocento anni fa eppure attualissimi, fanno per voi. Li dovreste ancora trovare nell'edizione che ho io, pubblicata un paio di anni fa dalla francese K617.
Una composizione di de Victoria la potete ascoltare qui.
Commenti
Sono sempre piu' convinto che nel silenzio tutto diventa possibile.
Credo che il silenzio sia una autentica e naturale via di fuga da un mondo che, provano a convincerci, e' l'unico possibile.
Non e' cosi'. Il silenzio ci insegna questa semplice verita' e lo fa con forza e dolcezza.
Il migliore augurio a te e agli altri lettori di Engadina Calling, ĆØ proprio un 2011 di emozioni che nascono dal silenzio.