I dischi del 2015: # 4
PAOLO FRESU/ DANIELE DI BONAVENTURA
In maggiore
ECM.
Mi ha molto emozionato il video che e' girato molto in rete in questi giorni nel quale si vedono i compagni di Podemos, domenica scorsa subito dopo il trionfo elettorale, cantare El pueblo unido jamas sera' vencido di Sergio Ortega.
E' una canzone davvero bellissima, un frammento della quale compare in coda a un'altra cover (la magnifica O que sera' di Chico Buarque) tra le tracce di questa collaborazione tra il trombettista sardo Paolo Fresu e il fisarmonicista marchigiano Daniele di Bonaventura.
Rispetto al disco che i due incisero con il gruppo vocale corso A Filetta (che vi trasmettemmo quando usci' e del quale scrissi qui), In maggiore e' un volume di musiche ancora piu' intime e silenziose, all'interno del quale la tradizione musicale sudamericana (oltre a Ortega e Buarque anche l'immancabile Victor Jara) incontra quella italiana (Puccini, la canzone napoletana, la musica sacra e liturgica).
E' un album che mi ha accompagnato nei momenti piu' riflessivi di quest'anno dal quale mi aspettavo alcuni cambiamenti che non sono mai avvenuti. Mi ha aiutato a ritrovare me stesso in frangenti un po' difficili, quelli in cui la musica diventa ancora piu' importante.
In maggiore
ECM.
Mi ha molto emozionato il video che e' girato molto in rete in questi giorni nel quale si vedono i compagni di Podemos, domenica scorsa subito dopo il trionfo elettorale, cantare El pueblo unido jamas sera' vencido di Sergio Ortega.
E' una canzone davvero bellissima, un frammento della quale compare in coda a un'altra cover (la magnifica O que sera' di Chico Buarque) tra le tracce di questa collaborazione tra il trombettista sardo Paolo Fresu e il fisarmonicista marchigiano Daniele di Bonaventura.
Rispetto al disco che i due incisero con il gruppo vocale corso A Filetta (che vi trasmettemmo quando usci' e del quale scrissi qui), In maggiore e' un volume di musiche ancora piu' intime e silenziose, all'interno del quale la tradizione musicale sudamericana (oltre a Ortega e Buarque anche l'immancabile Victor Jara) incontra quella italiana (Puccini, la canzone napoletana, la musica sacra e liturgica).
E' un album che mi ha accompagnato nei momenti piu' riflessivi di quest'anno dal quale mi aspettavo alcuni cambiamenti che non sono mai avvenuti. Mi ha aiutato a ritrovare me stesso in frangenti un po' difficili, quelli in cui la musica diventa ancora piu' importante.
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