99/ La prima volta.



1) La primavera.

Non so se capita anche a voi ma io sento di essere entrato in contatto con la mia parte emotiva come prima non succedeva.

Nei primi giorni di questo isolamento mi e' capitato di piangere tanto. Bastava un nulla. Una musica. Un'immagine. Una frase letta o ascoltata.

Quei pianti e' come se avessero rimosso dei granelli di polvere che si erano accumulati da tempo. Che rendevano la mia visione emotiva un po' opaca senza che me ne rendessi conto.

E' come se fermarci avesse riportato al centro delle nostre vite i sentimenti. Non e' scomparsa l'angoscia. Ma il fatto che che le relazioni importanti sono diventate ancora piu' importanti mi sta facendo sentire piu' connesso. Con me stesso, con gli altri.

La primavera non l'ho mai sentita cosi' tanto. Forse e' perche' i fiori che sbocciano, le giornate che si allungano e le gemme che diventano foglie hanno bisogno di silenzio per essere osservati. Di restare fermi a guardare. Di rallentare, molto.


2) Nel giardino.

Qualche mattina fa mi sono alzato presto per fare la spesa al mio Waitrose locale all'ora di apertura. Poi dovevo passare alla farmacia di Goswell Road ma l'ho trovata ancora chiusa. Doveva essere piu' presto di quanto immaginassi.

Mi sono ricordato che una coppia di amici olandesi che vive in Golden Lane Estate, un progetto pilota del Barbican appena dietro alla farmacia, mi aveva detto che al loro giardino condominiale si puo' accedere senza chiave. E cosi' ne ho approfittato.

Mi sono trovato da solo in quel giardino con gli alberi in fiore. Mi sono seduto su una panchetta e sono rimasto li' una ventina di minuti. Respirando e basta. Rallentando i pensieri. E' stato tempo emozionante, di connessione con l'universo.

Sono questi i momenti che ricordero' di questo periodo. E vorrei portarle con me queste sensazioni. Vorrei trarne degli insegnamenti per come vivere dopo.

E sapete cosa? Voglio vivere piu' come stiamo vivendo adesso. Vivere ogni momento. Commuovermi e magari anche piangere tutte le volte che ne sento il bisogno. E poi, con lo sguardo ripulito, guardare il mondo come lo stiamo vedendo adesso per la prima volta.

Commenti

gio ha detto…
CosƬ perĆ² fai commuovere anche me, perchĆ© conosco bene la foto che hai scelto per questo post. Quest'anno non andremo a Isabella Plantation a Richmond Park. Mi mancherĆ  tanto quella gita, diventata per noi il simbolo dell'esplosione della Primavera.

VorrĆ  dire che quando sarai tornato a Milano infrangeremo ogni tanto la regola del "mai piĆ¹ a Londra" e lo faremo per quella meravigliosa fioritura.
Fabio ha detto…
Ho pensato spesso a Isabella Plantation in questi giorni, a quanto mi manca la nostra tradizionale gita di primavera a Richmond. La nostra lunga camminata dalla mattina al tardo pomeriggio, attraversando tutto il parco scoprendo sempre nuovi sentieri e facendo il giro dei laghetti. Quella quiete che adesso senza il passaggio degli aerei sara' ancora piu' magica.

E mi manca tanto anche Hampstead, che pero' associo piu' all'estate e ai picnic delle lunghissime sere estive dopo il lavoro.

Fortunatamente negli anni passati abbiamo scattato centinaia di foto, da scorrere ora con un po' di nostalgia sapendo che la primavera di noi puo' fare a meno ma a noi manca tanto.
Claudia ha detto…
Anch'io, i primi giorni, scoppiavo a piangere. Magari una musica, un'immagine, delle parole ascoltate o lette.
La mia passeggiata mattutina prevede un giro del parco dietro casa. Per arrivarci, cammino e guardo le piante nei giardini, oppure quelle, piĆ¹ o meno selvatiche, che crescono lungo i marciapiedi. Adesso che posso uscire solo una volta al giorno e per un tempo limitato, i miei sensi si sono acuiti ed amplificati. La mattina ĆØ tutto nuovo, fresco, lucido, allietato dai canti degli uccelli.
La primavera non ĆØ mai stata cosƬ bella, le mie passeggiate centellinate sono una meditazione camminata, che mi aiuta ad andare avanti ogni giorno.
Quest'anno niente Open Garden Squares Weekend, purtroppo...
Fabio ha detto…
Ciao Claudia! Ho visto le tue foto in Instagram e riflettono proprio questi sensi che si sono affinati e ci permettono di vedere in modo nuovo. Di non dare nulla per scontato. Di osservare dettagli che prima, quando correvamo immersi nei nostri pensieri frettolosi ci sfuggivano.

Ci sono il conto dei decessi, la preoccupazione per chi amiamo, l'ascolto preoccupato dei notiziari a scandire le nostre giornate. Ma c'e' anche tanta poesia e ci sono queste lacrime che puliscono gli occhi e permettono di vedere con profondita'.