137/ Ambiente e uguaglianza.



Ho appena ascoltato il radiogiornale di Radio Popolare. Hanno parlato due sindacalisti. Naturalmente sto dalla loro parte, e spero che gli interessi dei lavoratori prevalgano sempre.

Ma mi colpisce il loro linguaggio. Parlano di crescita, di incentivi ai consumi.

E' espressione di un modo di pensare decrepito. Cos'è questo PIL se non il tasso di sfruttamento del nostro pianeta? E il nostro pianeta è allo stremo.

Suggerisco un linguaggio radicalmente diverso. Dovrebbero parlare di stato stazionario o addirittura di decrescita controllata. Di sostenibilità. Di economia circolare. Di riduzione dell'orario di lavoro. Di ridistribuzione della ricchezza prodotta.

Cioè di ambiente e di uguaglianza.

Sono gli unici grandi temi sui quali ha senso spendere tempo e impegno. Il resto è procrastinare e intanto aggravare problemi sempre più seri.

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