187/ Archivi.



"Over the years, as I grew more and more interested in the river of thought and time that has carved out the island of now, I found myself spending more and more time in archives, perusing increasingly older books, reading fewer and fewer of the new — partly because such are my subjective passions (of which The Marginalian has always been a record and reflection), and partly because our present culture seems to treat books as little more than printed “content” (that vacuous term by which we refer to cultural material and thought-matter online), self-referential and preying on the marketable urgencies of the present".

Lo scrive Maria Popova all'interno della sua newsletter The Marginalian (titolo meraviglioso). Condivido quello che ha scritto, e lo estendo alla mia esperienza di ascolto.

Quando mi avvicino alla musica pubblicata oggi fatico a trovare l'eterna freschezza (quasi un ossimoro) dei dischi migliori della mia collezione. E quindi perdo rapidamente interesse.

Di conseguenza, passo sempre più tempo negli archivi. Solo una questione di età che avanza? Oppure c'è qualcosa di oggettivo nel presente che provoca questo bisogno di passato?

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