191/ L'ospite.

 

Per qualche giorno ho avuto la febbre alta, e questo potrebbe c'entrare qualcosa con il sogno che vi racconto.

Ci sono io, ragazzino sui 12 - 13 anni. Un giorno mio padre torna a casa dal lavoro un po' agitato e mi dice: stasera viene a cena da noi una persona, ma adesso non ti posso dire chi è. Ti chiedo solo una cosa: non fare domande al nostro ospite. Comportati bene.

Ma chi è questo ospite, papà? gli chiedo. Te l'ho detto, mi risponde. Non posso parlarne adesso.

Quella sera, mentre ci stiamo per sedere a tavola, suona il campanello. Mio padre va ad aprire. Entra un signore. E' Mario Draghi, con la faccia tipica di Mario Draghi com'è adesso anche se i miei genitori e io siamo quelli di tanti anni fa.

Mario Draghi si siede a tavola con abito nero, cravatta, impassibile, senza una parola. Io sono molto colpito e vorrei dire qualcosa, ma mio padre mi ricorda con lo sguardo che devo restare in silenzio.

Dopo il primo, mia madre porta in tavola il secondo e poi la frutta. Mario Draghi mastica lentamente, senza distogliere lo sguardo dal piatto. Nessuno dice nulla ma l'atmosfera è plumbea, quasi luttuosa.

Mi aspetto che terminata la cena, come è arrivato Mario Draghi vada via. O che dica finalmente qualcosa. Invece si alza e si dirige lentamente verso le camere da letto, la mia e quella dei miei genitori.

Lo seguo nel corridoio cercando di non farmi vedere. Entra in una stanza che non avevo mai notato. Quindi, Mario Draghi non è venuto solo a cena. Si ferma qualche giorno da noi.

Col passare dei giorni, la sua presenza nella mia famiglia diventa quasi normale. Ma è una presenza con la quale e della quale non si può parlare. Mio padre è perentorio. Mi dice che per un po' di tempo non potremo invitare a casa nessuno, perchè il nostro ospite non gradisce incontrare altre persone.

Camminando verso la scuola, una mattina decido di rivelare quel segreto a Marco. Dal primo giorno delle medie, l'ho sempre considerato il mio migliore amico. Sono sicuro che capirà come mi sento. Con Marco, un segreto è al sicuro.

Marco, quello che si vede al telegiornale non è il vero Mario Draghi. Mario Draghi è nascosto a casa mia. Non esce mai, da molte settimane.

All'intervallo, mi accorgo che i miei compagni mi guardano in modo strano. Le mie compagne distolgono lo sguardo, sogghignando. Quando provo ad avvicinarmi, tutti si allontanano. Anche Marco.

Dopo la scuola, faccio la strada verso casa solo con i miei pensieri. Un passo dopo l'altro, il peso della delusione e il gusto amaro della solitudine hanno tutto il tempo di dispiegare il loro effetto lacerante. Il mondo semplice e innocente come lo conoscevo si è rotto irreparabilmente.

Apro la porta di casa. Mario Draghi è lì, in piedi davanti a me. Come se mi stesse aspettando. Gelido, enigmatico, inespressivo. Provo a dire qualcosa, ma basta un cenno di mio padre. Non vedi che c'è ancora con noi l'ospite di riguardo? Non vorrai deludermi.

Mi sveglio. Sono da poco passate le 3. La febbre è ancora alta.

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