192/ Per questo momento.



Nel mese di gennaio, il laboratorio spirituale che sto seguendo si è concentrato sul tema della gratitudine. Oggi ho dovuto presentare ai miei compagni di cammino un breve componimento. E' un lavoro a quattro mani scritto con la Giò, che come sempre ringrazio per l'ispirazione e l'aiuto.

Ringraziare desidero
di Fabio Barbieri e Giovanna Perduca.


Ringraziare desidero per questo momento, e per tutti quelli che lo hanno preceduto e mi hanno portato qui.
Per il respiro che porta energia, e per il cuore che la diffonde.
Per la salute, e per quando il corpo chiede di fermarsi e riposare un po’.
Per le discese che ci fanno sentire vivi e felici, e per le salite che ci rallentano e richiedono impegno per arrivare in cima.
Per quando il dialogo scorre fluido e per quando dobbiamo cambiare frequenza per comprenderci.
Per la raccolta delle pere d’estate a Montegiove e per il delizioso succo che ci ha rinfrescato nella calura estiva.
Per il cielo quando cambia colore.
Per il vento di aprile.
Per i dubbi condivisi e per le risposte cercate insieme.
Per i tortelli di zucca.
Per i treni che in Liguria corrono appena sopra al mare.
Per i bagni in mare al buio e per i falò sulla spiaggia.
Per cantare insieme quando abbiamo paura del buio.
Per quell’anno iniziato stappando succo di mela biologico al capolinea della linea 2.
Per Brian Eno e per Keith Jarrett.
Per la Tate Modern il sabato sera tutta per noi.
Per il muesli nel latte di soia.
Per le tisane della Giò, che sulla mensola della cucina continuano a aumentare.
Per i film dei quali parlare per giorni.
Per i libri letti insieme a voce alta.
Per aver capito che noi è infinitamente più della nostra somma.
Per ogni verità, anche scomoda.
Per la pasta coi broccoli.
Per i giorni pensati e per quelli improvvisati.
Per Patti Smith e per Michael Stipe.
Per chi mi capisce anche quando non trovo le parole per spiegare.
Per le lacrime di commozione che non riesco a trattenere mentre ascolto le parole profonde e semplici di Shams.
Per i croissant freschi divisi a metà di prima mattina.
Per quando ci alziamo all’alba per andare a camminare.
Per i cinque ascoltatori che dopo più di vent’anni inspiegabilmente si ostinano a sentire il mio programma alla radio.
Per i silenzi di quando non servono parole.
Per le parole dolci quando ne ho bisogno.
Per i cani, per i gatti, per tutti gli animali.
Per li coraggio di cambiare idea.
Per quando perdo il senso della vita e poi improvvisamente lo ritrovo in un gesto gentile.
Per chi mi ha insegnato a non conoscere l’invidia.
Per chi mi ha insegnato a dire sempre la verità.
Per non avere né troppo né troppo poco ma proprio quello che mi serve.
Per quando non ho paura di dire no.
Per quando capisco a cosa dare valore e quando invece lasciare perdere.
Per quando dono qualcosa di mio e mi sento felice, utile e leggero.
Per gli altri, dai quali c’è sempre da imparare (a volte, a non essere così).
Per i pensieri positivi nei momenti difficili.
Per Ian Curtis e per Kurt Cobain.
Per le pagine bianche.
Per la voglia di scrivere, che non manca mai.
Per la voglia di leggere, che non finisce mai.
Per la voglia di parlare e per la necessità di tenerla a bada.
Per la voglia di dare quando è più grande di quella di ricevere.
Per le paure che così come vengono se ne vanno.
Per chi sa ascoltare.
Per la focaccia condivisa sugli scogli dopo un bel bagno in mare.
Per Bob Dylan e per Neil Young.
Per le persone che mi vogliono bene.
Per le persone alle quali voglio bene.
Per quando sento che chi non c’è più non se n’è andato mai davvero.
Per Jack London e per Hermann Hesse.
Per il gelato al pistacchio.
Per gli autobus aperti che percorrono la costa della Cornovaglia.
Per i nostri scarponcini da montagna.
Per come è bella la Giò quando il vento le scompiglia i capelli.
Per i sandali d’estate e la scarpe calde d’inverno.
Per i miradouro di Lisbona la sera.
Per gli LP e per il rumore della puntina.
Per la pizza fatta in casa il sabato sera durante i lockdown.
Per la prima volta che vidi le Dolomiti.
Per il lago di Braies.
Per i vegetariani e per i vegani.
Per l’abbazia di Senanque e i campi di lavanda al tramonto.
Per le volte che mi lamento e c’è chi mi ascolta pazientemente.
Per quando la Giò mi tiene la mano durante l’esame del sangue.
Per il pane, che quando è condiviso diventa molto più buono.
Per quando tornavo in Italia e mi sembrava il paradiso.
Per l’attesa di qualcosa di bello che poi succede davvero.
Per l’attesa di qualcuno che immaginiamo e che poi arriva davvero.
Per l’architettura bella e fragile dei nostri corpi.
Per i giorni trascorsi.
Per i giorni che restano.

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