286/ Di pace, mimesi, vuoto, felicità e zone di comfort.
Buongiorno cari amici, buon venerdì.
Nelle ultime settimane, questi post pubblicati il venerdì mattina sono stati aperti più spesso delle playlist di Prospettive Musicali. Non grandi numeri, ma mi emoziona sapere che nel vasto mare della rete c'è chi raccoglie i miei umili messaggi in bottiglia.
Grazie!
Oggi non ho preparato un tema preciso sul quale riflettere con voi.
Mi piacerebbe invece proporvi cinque cose sentite in settimana che hanno lasciato un segno dentro di me.
Non sto a citare le fonti perchè sono frasi estrapolate da vari contesti, semplici frammenti di discorsi dei quali ho preso nota per rifletterci sopra con calma.
Cominciamo.
1) La mia definizione di pace interiore è accettazione dell'irrequietezza.
Molto condivisibile, non trovate?
Non si tratta di realizzare un atteggiamento sereno nei confronti della vita attraverso l'imperturbabilità, ma piuttosto nella consapevolezza che l'inquietudine fa parte della vita.
Va accolta, compresa e poi lasciata andare. Non negata.
2) Ho frequentato la scuola di recitazione gestita dalla mia ansia.
L'ha detto una persona ricordando l'enorme dispendio energetico che da bambino e poi da adolescente introverso e riflessivo ha investito per mimetizzarsi, essere accettato dai compagni di scuola, non soffrire isolamento e solitudine.
E no, non ha funzionato, ha detto.
Tornano in mente tante attività che consumano improduttivamente le nostre energie.
Le ruminazioni sul passato.
La caparbia coltivazione di relazioni tossiche con persone, situazioni, ambienti.
I cosiddetti sospesi, che sono le attività che non terminiamo, sappiamo che dovremmo, e consumano una parte di memoria che potremmo utilizzare assai meglio.
I tanti raffinati metodi di autosabotaggio punitivo, le guerre che facciamo alla nostra vera natura senza nemmeno rendercene più conto.
3) Per non sentire il vuoto lo riempiamo con qualsiasi cosa.
E invece il vuoto è parte della nostra natura umana.
Va riscoperto, accolto, mantenuto.
Il grande artista è colui che si apre al vuoto.
Abbiamo bisogno di svuotare, non di riempire sempre di più.
Dobbiamo imparare a dire no con delicatezza ma con fermezza.
E' nel silenzio e nel vuoto che accadono scoperte meravigliose, che le idee ci vengono a cercare e ci parlano.
4) La felicità non va cercata fuori di noi, la felicità è nell'essere.
Vale la stessa cosa per l'amore se ci pensate. Lo cerchiamo fuori di noi, in altre persone.
Qualcuno addirittura con delle app.
Ma l'amore e la felicità sono stati dell'essere.
Non arrivano da fuori.
Prima coltivo amore e felicità, poi li posso vivere e condividere.
Il punto 3 credo dia un suggerimento utile su come si comincia.
5) Dicono che dobbiamo imparare a uscire dalla nostra zona di comfort... io voglio entrare nella mia zona di comfort!
In un libro che mi arrivò per posta qualche mese fa, l'autore mi scrisse questa dedica. A te Fabio, non soffermarti mai dove non ti senti amato e dove non puoi amare.
Sto prendendo abbastanza alla lettera quell'invito, cercando situazioni, ambiti, momenti confortevoli e poi assaporandoli con gratitudine.
Lascio volentieri zone non confortevoli ad altri.
Sono convinto che è solo nella nostra zona di comfort che possiamo esprimerci completamente.
Tutte le altre, sono zone di stress inutile e improduttivo.
Che dite, vi ritrovate in queste riflessioni? Sono troppo da Baci Perugina o da Facebook?
Se volete, fatemi sapere.
Questo fine settimana c'è Prospettive Musicali ma lo fa Gigi. Io ci sono domenica prossima. Per fortuna ci sono sempre i podcast, ormai una collezione infinita.
Un'occhiata alle previsioni, come sempre prima di postare.
Dovrebbero arrivare temperature estive, 3B Meteo dice 25 gradi. Da eliminare un po' di strati e uscire in camicia.
Finalmente.
Vi auguro un fine settimana con un po' di piacevole, rigenerante, naturalissimo vuoto.
Ci sentiamo venerdì prossimo alle 7, un abbraccio,
Fabio
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