295/ Di pioggia, Salone del Libro, Yakult, cielo stellato sopra di noi, noi da bambini, senso della misura e Tom Waits.
Buongiorno cari amici di Prospettive Musicali,
Siete sopravvissuti alle piogge di questi giorni?
Gli abiti che indossavo ieri non sono ancora del tutto asciutti, e nonostante avessi l'ombrello.
Continuo però a apprezzare l'effetto di tutta questa pioggia sul verde cittadino che ha ormai assunto colori da Irlanda.
Gli alberi qui attorno non sono mai stati così belli e vivi.
Il selvatico della terra si riprende spazi, e a me questo dà sempre la bella sensazione che quando non ci saremo più, spazzati via dalla nostra umana stupidità, la vita continuerà e anzi rifiorirà.
Finalmente libera da noi.
Ne ha scritto Mariangela Gualtieri nella sua Esortazione urbana e planetare, una preghiera laica alla natura che se ancora non conoscete potete (anzi, perchè potete? Dovete) leggere per intero nel volume Ruvido umano o qui.
Poi edificammo la città
coi porticati e le torri
con le fontane e cuocendo la terra
fabbricammo case e mura maestose -
e la sola vita che ora c’è
nella città, è la vita umana
con la sua appendice di qualche albero
qualche animale addomesticato, qualche
animale che poi verrà mangiato.
Mariangela Gualtieri che siamo andati a sentire a Torino e ci ha molto emozionato.
E' stato un Salone del Libro, questo va detto per completezza d'informazione, più disorganizzato del solito e molto dispersivo.
Ci continua ad attrarre e continuiamo a tornarci, ma è una manifestazione ormai vittima del suo enorme successo, con gli spazi e le distanze tra eventi che aumentano anno dopo anno.
Così come continuano ad aumentare le code per qualsiasi cosa.
Al punto che per evitare le file per comprare cibo (anche nel caffè riservato alla stampa e agli operatori alle code chilometriche non si scampava) siamo sopravvissuti alla fame solo ingerendo immani quantità di Yakult, che veniva distribuito gratuitamente come non ci fosse un domani.
Un po' di cose che ci sono piaciute tanto, oltre a Mariangela Gualtieri che ha letto davanti a un pubblico immerso nell'oscurità che ha rispettato un silenzio assoluto come non avevo mai sentito nemmeno a concerti di musica da camera.
Enzo Bianchi che ha parlato di preghiera sostenendo che è soprattutto ascolto.
Michele Serra con il quale sono stato un po' a ragionare, persona deliziosa e che sa accogliere, nel Bosco degli Scrittori di Aboca che è uno spazio bellissimo e fresco.
Paolo Giordano, altra persona deliziosa, che ha letto pezzi di reportage da zone di guerra, intervallato dalla musica sempre toccante del buon Dario Brunori.
Ilaria Gaspari che ha parlato della vita e delle opere di Ingeborg Bachmann al palco live (dove Rosella Postorino ha raccontato Marguerite Duras, ma purtroppo ce la siamo persi).
***
L'Esortazione umana e planetare la voglio leggere una notte alla radio.
Non tutta, che è molto lunga e va letta molto lentamente come fa l'autrice, ma una parte sì.
Ho già pensato a un sottofondo, una traccia da un vecchio disco di Tord Gustavsen che è più silenziosa del silenzio.
Preparare le letture per il programma e scegliere una musica che valorizzi le parole e evochi immagini mi piace sempre tanto.
Vorremo guardare più spesso
il cielo. Le nuvole maestose e quel
blu steso o anche l’addensarsi del nero
fra le case, e guardare il cielo stellato -
e le stelle guardiane delle parole
sciolgano il nostro inquieto pensiero.
Quante cose di noi ci insegna la contemplazione del cielo.
A me è tornato in mente Peter Camenzind di Hermann Hesse, che nella contemplazione delle nuvole trovava sollievo dai mali del mondo.
Al cielo sappiamo di poterci sempre affidare.
A ogni sfumatura di luce, a ogni nuvola che si insegue, al blu che cambia colore.
L’augurio grande è che tu possa tornare
a casa dentro te. Tornare dove hai
imparato a balbettare, quando tutte le
cose stavano senza nome.
Tornare a casa dentro di te
dove eri nuova e nuovo.
E così placare quella nostalgia
di non sai cosa.
Qui invece mi viene in mente un mantra dello psicoterapeuta al quale mi sono rivolto l'anno scorso in un momento di crisi.
Si metta in ascolto di quel bambino.
Quel bambino sa cosa è bene per lei, le indicherà la direzione migliore da seguire.
Se gli dà spazio, se gli dà ascolto.
Io mi dico: sii tu a porre la misura
Tocca a te, mi dico, in ogni momento
tocca a te mettere lì un dettato
di umanità.
Il senso della misura è così importante per non perdersi.
Un contributo che forse non può offrire quel bambino, ma che invece si impara con la vita che scorre.
Con gli errori che ancora commettiamo quando quella misura la perdiamo.
Con il disagio che proviamo quando attorno a noi quella misura non c'è.
***
Ossessione musicale della settimana è stato il Tom Waits degli anni '70, i sei album che incise in quel decennio che è stato il suo più prolifico.
Iniziate proprio dal principio, Closing time del 1973, album poco noto e di struggente poesia notturna.
***
Domenica Prospettive Musicali lo conduce Gigi Longo.
Ascoltatelo perchè il gusto e la competenza di Gigi sono formidabili e si scopre sempre musica di qualità.
Poi come sempre se non volete aspettare vi ricordo dove trovate i nostri podcast.
Il programma mi richiede cinque sere a puntata.
Due per la ricerca delle musiche, ascoltando dischi su dischi, scrivendo e riscrivendo possibili playlist.
Due per pensare ai testi, scegliere cosa leggere, spesso tradurlo in italiano, e scrivermi qualche appunto.
Una per registrare e montare il tutto.
E' un piccolo gesto di amore e di condivisione che faccio sempre con grande passione, ma che mi richiede tempo e impegno.
Fatene buon uso e non datelo per scontato se potete, anche dopo tutti questi anni.
Vi auguro un buon fine settimana speriamo senza ombrello, e che gli abiti che indossavamo ieri finalmente si asciughino.
Un abbraccio forte, ci sentiamo sempre qui venerdì prossimo alle 8,
Fabio
detto Fabio.
Commenti