Giovedi' 14 Aprile 2005: presente part 4

Grazie, mi si stanno chiarendo le idee, pero' come sempre le risposte generano altre domande.

Sono d'accordo con Marco (e Sam Taylor-Wood che, lo ricordo, ha una storia personale molto travagliata: abbandonata dalla madre da bambina, con un po' di fratellini da curare; ha sofferto di due cancri primari: non certo una vita semplice!). La soluzione spesso e' nel prendere le distanze dalla realta'.

E d'accordo con D e Raffaella, sul fatto che il presente vada nutrito anche di magia e fantasia.

Se capisco bene, li consideriamo viaggi di arricchimento, che migliorano la capacita' di vivere il presente. E' scomparire, ma scomparire solo temporanemente. Non e' una fuga dalla vita, affatto.

E sono molto d'accordo con Auro. E infatti a volte penso che vivere in questa grigia citta' non mi faccia tanto bene.

Mi piace molto il discorso che Marco ha iniziato.

Ma, se vi va di condividere qualche idea, il ritorno al presente poi com'e'? Cerco di spiegarmi meglio. Dopo essere "fuggiti", si riesce a tornare alla realta' presente senza traumi eccessivi? O la fuga genera altre fughe, sempre piu' magiche e lontane?

Si torna al presente perche' si vuole o perche' si deve?

Commenti

tlx ha detto…
Si torna al presente quando il giro ĆØ terminato. Finisce da solo, anche se va innescato alla partenza, ĆØ fuga fino a un certo punto. Se il giro era quello giusto e ha funzionato, si riprende il presente con piĆ¹ "coraggio", e le cose continutano ad accadere come deve essere. Naturalmente ĆØ solo un'opinione. Ciao