Ma ogni tanto arriva la domandina cattiva: "Che senso ha tutto questo? Come ti collochi nello spazio e nel tempo, come ti collochi qui?". Ecco, la felicita', per me, adesso, e' trovare le condizioni per articolare una risposta a questa domanda che si fa sempre piu' pressante.

Questo passaggio, trascritto dall'ultimo libro di Aldo Nove, mi ha fatto molto pensare. Ci sara' un motivo.

Correndo, le risposte che cerchiamo non si trovano. Rallentando, le riusciamo a intravvedere, scritte in spazi che sembrano vuoti ma che vuoti non sono mai.

Sapere leggere attese e silenzi e' importante. Difficile non temerli, fondamentale saperli affrontare. Confrontarsi con essi. Affidarsi ai tempi sospesi.

Trovare momenti per ascolto e comprensione, bianche intercapedini nell'affollato quotidiano. Lento scorrere del tempo.

La mia settimana in Italia, di questi momenti e' stata prodiga. Contemplando il mare aperto, camminando in collina, guardando il panorama scorrere sulla superficie di finestrini, respirando prati e alberi mentre la mia bici corre leggera.

Tutto quel bianco mi e' entrato dentro, regalandomi finalmente la calma che desideravo. Che sia questa la felicita'?

Commenti

PiB ha detto…
Fabio prima di tutto bentornato. Ho sorriso nel leggere il post contento..che anche tu parli di spazi rallentati che diventano pieni....di recente ho sentito la stessa sensazione..di recente sono arrivato ad ascoltare il silenzio. Ti domandi se sia la felicità? Non lo so..ma di sicuro so che per ora mi fa star bene
Fabio ha detto…
Il passo che ho riportato l'ho letto sotto un portichetto, in campagna, e mi ha fatto capire quanto ero felice di essere li' con qualche libro, il cane, la possibilita' di prendere la bici e fare un giretto tra i campi. La capacita' di scegliere come passare il minuto successivo, che quando si e' incatenati al lavoro (necessario per carita', ma pur sempre una schiavitu' di orari e scadenze) non si possiede. Sempre molto belli i tuoi blog, ti ho lasciato un piccolo segno del mio passaggio.
PiB ha detto…
la capacità di scegliere il minuto successivo..la parola nera sul foglio bianco che scandisce la narr-AZIONE.
Anonimo ha detto…
Ciao Duke,
lieto di rileggerti un po', ma come sei Zen…la felicità delle piccole cose, il primo sorso di birra…uhm. Perplesso, non mi pare il caso di confondere serenità e felicità: dove sta la passione, l'appagamento, il sapore polveroso e sporco (di sangue, sudore, lacrime , etc) delle vittorie? Aveva forse ragione Rilke che prosaico chiosav il celebre "macche' vittorie…sopravvivere è tutto" O invece Dolores Ibarurri "meglio morire in piedi che vivere in ginocchio" ? Retorica? Non so, non so. Mi nterrogo, esploro il pensiero degli amici, anche quando non mi persuadono. Keep on trackin'.
E.
Fabio ha detto…
Pib -

In effetti nell'ascolto, nel vero ascolto, c'e' molta attivita'. Come sempre mi fai riflettere.

Enrico -

Ma la serenita' e la pace interiore non sono delle vittorie in se'? E la passione, quando ci domina (cioe', nel mio caso, quasi sempre), non e' di per se' una resa? Dolores Ibarurri (e i Redskins, che ripresero la sua frase sulla copertina di "Keep on keepin'on" mi pare di ricordare) mi sembra che "tagli molti angoli" come dicono qui. E quella frase, di per se', richiama il "morire", quindi l'abbandono della vita. Sai che preferisco la sopravvivenza di Rilke? Sopravvivendo si ha la possibilita' di provare a vivere. Pero' capisco quello che dici eh. Ci pensero', come faccio sempre dopo aver parlato con te, anche a distanza (di spazio, di tempo).
Unknown ha detto…
"Contemplando il mare aperto, camminando in collina, guardando il panorama scorrere sulla superficie di finestrini, respirando prati e alberi mentre la mia bici corre leggera"..volendo, lo potresti fare anche in Inghilterra e vivevere nella perfezione, ossia combinare i tuoi momenti per ascolto e comprensione nella campagna, o davanti al mare con il lavoro. Soltanto che il week-end ti senti obbligato in seguire tale e tale mostra, vedere i tuoi amici ect, viviamo troppo un mondo di obbligazioni anche nel nostro tempo libero .."la passione, l'appagamento, il sapore polveroso e sporco" di certo non stanno a Londra e tanto meno nella maggior parte del mondo del lavoro ...e poi dipende da dove hai i piedi e le ginocchia. Per esempio potresti anche morire con i piedi nella merda..:)