Prometto di non parlare delle recenti elezioni italiane. L'hanno fatto davvero tutti (compreso un elettore italiano all'estero di mia conoscenza a Zoe, Mercoledì scorso, dove ha avuto modo di sfogarsi e dire finalmente quello che pensa di Bellachioma e del suo seguito) e poi sapete piuttosto bene da che parte sto. Dico solo che sono contento di come sono andate le cose e che trovo piuttosto divertente questa legge del contrappasso che ha colpito la rivoltante destra italiana. Ho letto che alcuni studenti romani avrebbero mandato al compagno Calderoli (santo subito!) una maglietta con la scritta "Io sono un coglione", mai abbigliamento è stato più appropriato a chi lo porterà. Propongo, cari studenti, una XXL da inviare all'indirizzo del compagno Tremaglia, un uomo che si batte da molti anni per preparare questa nostra vittoria.
Vorrei invece scrivere qualcosa su "Il caimano" di Nanni Moretti, che ho visto qualche sera fa al mio amato Anteo. Ma perchè Moretti non ha dato più spazio allo straordinario Elio De Capitani e alla sua fantastica interpretazione di Bellachioma? De Capitani sa rappresentare come nessun altro lo spirito, l'essenza del primo berlusconismo, quello sorridente, quello dall'illimitato ottimismo. Ma si vede pochissimo, e il film si sofferma sulla noia mortale delle storie private del sempre uguale a se stesso Silvio Orlando. Ma chi se ne importa del matrimonio del personaggio impersonato da Orlando e dei suoi problemi economici? Tutta la parte centrale del film non mi ha detto assolutamente nulla: che c'entra con l'Italia berlusconiana? Un'occasione sprecata di mostrare quel legame improbabile ma purtroppo esistente tra cumenda furbetti evasori fiscali e popolino ignorante, entrambi preoccupati di difendere l'argenteria dai "comunisti" (con la differenza che i primi l'argenteria l'hanno, i secondi si condannano da soli a non averla mai).
Colpo da maestro di Nanni alla fine, però. Ho trovato geniale la sostituzione di un Berlusconi con un altro, perchè è proprio quello che è successo nella realtà. Il Berlusconi cupo, lugubre, ringhiante, offensivo di oggi non ha proprio nulla a che vedere con il costruttore sorridente che trent'anni fa rivoluzionava (in peggio) la televisione massacrando, di riflesso, la cultura del nostro Paese in chiave iper-consumista.
L'ultima scena (che non racconterò, tranquilli voi che non avete ancora visto il film) è proprio l'inquietante finale che stiamo vivendo in questi giorni.
Commenti
Invece mi ha sorpreso il fatto che questo film abbia portato alla luce un ottimo attore come De Capitani, uno che vent'anni fa divideva con Salvatores la regia degli spettacoli all'Elfo, che però è sempre rimaso nascosto ai più (quando Salvatores si è dedicato al cinema, lui è rimaso in teatro, con ottime cose ma pubblico limitato).
Ho perso la puntata di PM: non è che la si può scaricare dal sito?
ciao
Auro.T
Un saluto