Da stamattina sto cercando di caricare una foto dei meravigliosi scivoli di Carsten Holler alla Tate Modern, ma Blogger non ne vuole sapere. Riprovo domani.

Io ero andato alla Tate per la mostra di Fischli e Weiss, ma vi assicuro che l'installazione di Holler ruba la scena facilmente ai due svizzeri.

Di Holler ricordo di aver parlato nell'edizione radiofonica del blog, prima ancora che il blog esistesse. Magari qualcuno se la ricorda, London Calling all'interno di Patchanka.

All'epoca Holler aveva riempito una galleria della Tate di frisbee. Entrando, un Sabato sera, trovai i guardiani che si divertivano come matti giocando nella galleria deserta. E naturalmente anche i visitatori erano invitati a giocare.

Ma all'epoca nemmeno immaginavo cosa sarebbe successo solo pochi anni dopo. L'immensa turbine hall trasformata dalla presenza di enormi scivoli. Ci si puo' lanciare da tutti i piani della galleria, e vi assicuro che il tuffo dal quinto piano (di una centrale elettrica con i soffitti molto alti) e' un'esperienza strepitosa.

E gli scivoli sono bellissimi da vedere, da qualsiasi prospettiva all'interno della galleria. E poi ci sono le ombre proiettate sulle pareti a rendere tutto ancora piu' magico.

A slide is a sculpture that you can travel inside. However, it would be a mistake to think that you have to use the slide to make sense of it. Looking at the work from the outside is a different but equally valid experience, just as one might contemplate The endless column by Constantin Brancusi.

E poi Holler si domanda: What would be the result of sliding if it was part of the daily routine?

Gia', come sarebbe fantastico il mondo se al posto di scale e ascensori ci fossero scivoli. Io impazzirei di gioia credo. Questo e' il fun che piacerebbe anche a me.

[Vengono giorni come questo in cui fuori c'e' il Sole, fa calduccio, c'e' un vento primaverile e uno proprio non ha la testa per lavorare. Lavorare si dovrebbe solo quando uno se la sente. Anzi no, dovrebbero lavorare solo quelli che nella vita non hanno nulla da fare, nessun interesse, quelli che sentono i Queen e leggono Dan Brown, quelli si' che dovrebbero lavorare, e poi dividere il loro salario con tutti gli altri. E noi invece dovremmo andare alla Tate, al parco, in libreria, dove ci sarebbero performance artistiche improvvisate, letture, musica, possibilita' di incontrare persone interessanti, dato che quelle poco interessanti starebbero negli uffici a passarsi carte tutto il giorno].

[Adesso scappo: Yo La Tengo al National Film Theatre. Ho un posticino in terza fila e non vedo l'ora proprio].

[PS del 2/ 11: degli scivoli di Holler parleremo oggi a Zoe, per chi desidera ascoltare: Radio Popolare, 107.6].

Commenti

Myrea ha detto…
Come tornerei volentieri alla Tate...mmmh non sai quanto ti invidio! ;-) :-P
Byron ha detto…
Accidenti, dopo una recensione del genere mi toccherà proprio andare, nonstante le code bibliche. Oppure potrei rimettere avanti l'orologio sabato mattina, ed essere la prima in fila ;-)
Anonimo ha detto…
L'installazione di Carsten Holler alla Tate é semplicemente spettacolare e domenica mattina la coda per i biglietti arrivava fuori dalla Turbine Hall. Penso che una delle cose che mi ha colpito é anche la quantità di famiglie con bambini che erano lì.
Comunque anche la mostra di FISCHLI & WEISS é bellissima....invece é molto deludente la mostra di Pierre Klossowski alla Whitechapel.
Anonimo ha detto…
Bellissimo post, a parte la tirata finale su chi si merita di sgobbare e chi no :-)
Gli stupendi scivoli della Tate hanno già delle mie foto prenotate. Chissà se riuscirò a venire e farle davvero.
Andrea ha detto…
Bellissimo post, a parte gli Yo La Tengo, che te hai visto e io no.
Maledetto
sonia ha detto…
Ma che forti Fischli & Weiss, anche il video «The Way of Things», 1987.

Mentre di Carsten HÖller mi è piaciuta questa, ci starei su un pomeriggio intero, e questa , dev'essere sballosisimo trovarsi in una sala sotto enormi funghi di AMANITA FALLOIDE al contrario.

Mi piacciono di brutto le mostre "interattive"...sono curiosissime!
Fabio ha detto…
Miss Piperita -

La Tate e' un po' il mio parco giochi in effetti, ci mancava solo lo scivolo! La regressione all'infanzia e' ormai inarrestabile :-)

Byron -

Ma cavolo pero’, mica tutti hanno la televisione! Dovrebbero come minimo fare delle affissioni quando cambia l’ora, o girare con gli altoparlanti, o mandare in giro ragazze sui pattini che distribuiscono volantini. Quando alle (mie) 10 ero da solo in coda ho capito che c’era qualcosa di sbagliato. Ho fermato un passante che ha confermato i mie sospetti: 9 o’ clock. Tutti gli anni ci casco.

Anonymous -

Non so chi tu sia, ma eravamo nello stesso posto alla stessa ora. Anch'io questa Domenica mattina. Dato che nessuno mi aveva avvisato del cambiamento d'ora, ho evitato la coda e le famiglie con bambini. Poi sono andato a Fischli & Weiss. Alcune cose mi sono piaciute, altre decisamente meno. Mi e' sembrato tutto parecchio slegato, e certo humour non mi ha fatto ridere. Molto belle le sculture pero', sia quelle della sala 3 che quelle dopo il corridoio con le domande proiettate, circa a meta' della mostra.
Klossowski alla Whitechapel era nella mia lista, ma mi hai un po' fatto passare l'entusiasmo.

Kit -

Restano fino al 9 Aprile. La tirata finale e' il bello del post. Si puo' appassionare al lavoro colo chi e' vuoto dentro, chi e' arido. Guarda quelli che fanno carriera che razza di teste di cazzo sono dal punto di vista umano e poi dimmi se non ho ragione. PS: non riesco a entare nel tuo blog oggi, non so come mai.

Andrea -

Ma se te l'avevo pure detto! Comunque erano "in discussion", parlavano del loro rapporto col cinema e mostravano video. Interessante, ma in concerto sono decisamente un'altra cosa.

Sonia -

A te sarebbe piaciuta tanto la galleria con i frisbee secondo me. Gli scivoli poi non parliamone. Ma il video degli scivoli l'hai visto?
sonia ha detto…
È vero, ho dimenticato di commentare qul tuo ultimo pezzo riferito ai fresbee: è bellissima sta cosa.
Mentre un mondo fatto di scivoli (ma il video non sono riuscita a vederlo, dov'è?), sarebbe straodinario avere scivoli al posto di ascensori o scale! Ascensori solo per salire. Ci servirebbe a scaricare un po' di adrenalina ogni giorno e si risprmierebbe tanta elettricità!
Per me andare a certe mostre è come entrare al parco dei divertimenti. Anche domenica ho fatto lo stesso!
Fabio ha detto…
Il video lo trovi qui: http://www.tate.org.uk/modern/exhibitions/carstenholler/video.shtm. Buona visione!
Byron ha detto…
Fabio - dal 1996, tutti i paesi Europei tranne l'Islanda* osservano il Daylight Saving Time a partire dall'ultima Domenica di Marzo, fino all'ultima Domenica di Ottobre. Occhio, chè in USA dall'anno prossimo (2007) l'orario estivo va avanti fino alla prima Domenica di Novembre. Scrivitelo per l'anno prossimo, anche se in fondo hai fatto bene tu che hai saltato la fila per gli scivoli!

(*L'Islanda non ne ha bisogno del DST perchè d'esate c'è il sole per 23/24 ore, e d'inverno per circa 4/24...)
Anonimo ha detto…
Ho scoperto questo blog soltanto venerdì scorso ma sto cercando di recuperare tempo rileggendolo tutto.
L'ho scoperto grazie a Calovolo (che evidentemente ancora mi guida dal cielo..): fabio, su di lui la pensiamo esattamente allo stesso modo.
Purtroppo io sono un "passacarte" ma, fortunatamente, odio i Queen e Dan Brown; qualcosa bisogna pur fare per vivere....
Andrea ha detto…
non per aprire un'altra discussione infiammata, ma la frase "Si puo' appassionare al lavoro colo chi e' vuoto dentro, chi e' arido" non la condivido
Anonimo ha detto…
Neppure io Andrea. Queste generalizzazioni sono un poco sciocche, a mio parere. Io mi ritengo fortunata perchè, nonostante precaria e con uno stipendio da fame, da quest'anno finalmente scrivo per vivere e questo è quello che voglio fare nella vita.
E poi, scusa, non c'è altra scelta che lavorare per mantenersi e mantenere una casa, una famiglia e così (se non sei ricco di famiglia, ovvio). In ogni caso io trovo ammirevole chi facendo un lavoro "normale", magari noioso come quelli che ha in mente Fabio, riesce a trovare della soddisfazione e impegnarsi al massimo. Ho conosciuto gente davvero in gamba nei miei vari lavori interinali passati, sia tra i capi che tra fattorini e receptionist. E poi soldi in cambio di ore di lavoro, cosa c'è di scandaloso, è una transazione.
(c'è poi chi viene pagato moltissimo e chi no, e non in base a quanto si impegna. Ma questo è un altro discorso).
Fabio ha detto…
Byron -

Dal 1996 qualcuno mi ricorda questa cosa e io dal 1996 la dimentico. Pero' non e' cosi' male, se me la fossi ricordata avrei fatto una coda inutile, invece ho passato un'ora piacevole a leggere un libro e a contemplare il fiume. Spero di dimenticarmi questa cosa anche l'anno prossimo.

Digio -

Come te anch'io sono un passacarte, un completo fallito professionale (fosse solo questo il mio fallimento sarei peraltro felice!). Come forse anche tu, tutti i giorni mi devo confrontare con soggetti "arrivati". E nel confronto, tra me fallito e loro arrivati, preferisco il mio fallimento. Gli arrivati proprio non li capisco, non capisco i loro Dan Brown e i loro Queen, la loro bassezza morale, i loro vestiti, i loro figli insignificanti che portano in ufficio con un orgoglio a me del tutto incomprensibile. Quando sono con loro non so di che parlare Grazie per le tue parole e grazie a Calovolo che ti ha portato fin qui.

Andrea -

Alla tua eta' non la condividevo nemmeno io. Poi capisci che i luoghi di lavoro sono ambienti dove trionfa l'arrivismo, la gerarchia, il potere, sono un accumulatore di imbecillita' umana. Ti possono piacere magari i contenuti del tuo lavoro, ma c'e' tutto un contorno che finisce per renderti indigesto il piatto principale.

Kit -

Ti ho risposto in parte qui sopra. La giovane centralinista e il ragazzo ventenne che porta su la posta mi sono ovviamente simpatici. Spesso hanno trovato quel lavoro dopo attese, speranze deluse, frustrazioni, sacrifici. C'e' una "finestra temporale" nelle nostre vite nella quale tutti, chi piu' chi meno, ci appassioniamo al nostro lavoro. Poi pero', per qualche ragione, quella passione riescono a fartela passare. Resta appassionato chi sta al gioco: chi, spesso per impreparazione intellettuale, crede che la vita sia quella li', che quei valori di gerarchia, subordinazione, carriera siano valori sani e desiderabili. Gli altri quella passione la perdono. Continuano a passare carte per vivere, si ritagliano piccole nicchie protette dall'eccesso di carrierismo, magari continuano ad apprezzare alcuni aspetti del proprio lavoro. Ma non parlerei di passione. [E' chiaro che quando dico questo, penso a lavori "normali" d'ufficio: il giornalista di Radio Popolare, Carsten Holler, Bono non fanno lavori normali e non rientrano nel mio discorso, ovvio].
Kit ha detto…
Ok Fabio ho capito il tuo punto di vista, anche se non condivido l'approccio alla questione.
Forse ti senti un fallito professionale perchè vorresti fare altro nella vita adesso (ma perchè non cambi lavoro invece di continuare a dirlo?), ma una posizione e uno stipendio come il tuo il 90% delle persone che conosco se lo sognano.
I soldi, inutile negarlo, aiutano a perseguire hobby, viaggiare, andare ai concerti, alle mostre. Ci sono tante persone che vorrebbero ma non possono.
Che ne sai tu di cosa sogna di fare nella vita la receptionist carina? Che ne sai se anche il fattorino potendo si trasferirebbe in un attico nel centro di Londra a guardare gli scoiattoli dalla finestra?
Sei un privilegiato. Get over it. :-)
sonia ha detto…
Visto lo scivolo...;o)
Proprio bello! Infatti, mi divertirei un casino!
lophelia ha detto…
Ho letto un articolo sugli scivoli con tanto di foto e ho subito pensato "Fabio sarà di certo già andato!!"
E' questa la parte dell'arte contemporanea che soprattutto mi manca qui a Firenze, quella che ti stupisce, che ti diverte, che ti fa tornare bambino, quella che vidi la prima volta alla mia prima Biennale di Venezia.
Fabio ha detto…
Kit -

Nel qual caso anche la receptionist e il fattorino sarebbero liberi e potrebbero venire con noi alla Tate, al parco e in libreria!

Sonia -

Restano qui fino al 9 Aprile e secondo me e' proprio un peccato non provarli: le vacanze di Natale a Londra?

Lophelia -

C'e' questa cosa che mi hai scritto qualche giorno fa sulla leggerezza che sta proprio benissimo con la sensazione che si prova in questi scivoli. L'arte contemporanea questa leggerezza spesso la possiede, ma renderla cosi' manifesta come fa Holler e' secondo me qualcosa di straordinario. Per altro, continuo a pensare proprio a quello che hai scritto, a come introdurre piu' leggerezza nella mia vita (senza perdere la profondita' delle esperienze). Non ricordo piu' chi qualche giorno fa parlava a London Calling di "persone pese", ma mi ha fatto pensare che le persone pese sono spesso anche un po' pesanti. Divago, ma sono sicuro che puoi capire.
lucia ha detto…
Se lavorassero tutti i lettori di Dan Browne e i fans dei Queen saremmo davvero in pochi a girare per i parchi e a curiosare nelle librerie.
PS Capita anche a me di avere problemi a caricare le immagini da blogger,ma ogni volta penso dipenda dalla mia capacità di creare casini online.
Unknown ha detto…
eccomi di ritorno..intanto il blog lo leggo sempre tra un impegno e l'altro...Fabio, mi manchi! Ma dove sei finito? Perche'non ci vediamo mai? per il lavoro..penso sia relativo..dipende dal lavoro che uno fa e credimi ci sono lavori interessantissimi la fuori.
Unknown ha detto…
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Unknown ha detto…
Che c'e' di male nei Queen?
Nell'arte mi ha sempre dato un po' noia le installazioni un po' "troppo interattive"...fatte per ammicare lo spettatore...d'altra parte ben vengano per acquirire nuovi addetti all'arte contemporanea.
Fabio ha detto…
Lucia -

Ma quella e' proprio l'idea, una sorta di autoselezione. Pochi ma buoni. Anche oggi niente foto, eppure non mi sembra di sbagliaer nulla. Credo che abbia a che fare con il pop up blocker, ma chissa'.

Myriam -

Ma sei tu? Da quando ti piacciono i Queen? Sono terrificanti. E' buffo il fatto che tutte le volte che passo davanti al teatro che c'e' all'incrocio tra Oxford Street e Tottenham Court Road, dove da secoli danno il musical sui Queen, sento solo parlare italiano. Sono un fenomeno ormai solo nostro. Ti ho pensato a una serata Constellation al Luminaire, mancavi soltanto tu!
lophelia ha detto…
Sai Fabio, mi sa che la profondità delle esperienze oramai non ce la può togliere nessuno, purtroppo o per fortuna...
Come nuotare, una volta imparato non si dimentica. E' nuotare sul pelo dell'acqua quello che si dovrebbe imparare meglio, dopo aver esplorato tanto i fondali. Liberarsi di qualche zavorra.
Fabio ha detto…
Hai ragione, e' solo che a volte i fondali sono piu' interessanti e viene voglia di tornare ad esplorarli.
CICCILLO ha detto…
sull'argomento lavoro sono d'accordo con kit e, a dire il vero Fabio, non ho capito la tua risposta al suo ultimo commento in effetti piuttosto duro.
penso tuttavia che certamente chi si dedica anima e corpo al lavoro qualche problemino ce l'ha.
pensavo a questo l'altra notte, mentre correvo a casa per sfuggire al vento gelido improvviso calato su milano (un evento comunque salutare per la nostra umida e inquinata città di merda) e osservavo in un ufficio situato al piano terra e con le vetrine che davano sulla strada (una finanziaria o qualcosa del genere), alle undici e mezza di sera, diversa gente, uomini e donne, ancora intenti al lavoro davanti ai loro bei computer.
ma questi, anche volendo, quando ci vanno alle mostre e al parco e ai concerti?
o anche solo a farsi una passeggiata nella notte finalmente gelida e ventosa di milano?
Fabio ha detto…
NN -

Io ho qualche problema nei confronti delle persone che scelgono di auto-schiavizzarsi, semplicemente perche' spesso costringono anche gli altri a seguire determinati codici di comportamento e modalita' di lavoro. Sono sicuro che su 10 delle persone che hai visto lavorare nella finanziaria alle 11.30 di sera, magari 9 lo fanno con obiettivi di carriera (cioe', ripeto, non hanno alcun interesse nella vita), poi magari c'e' un NN o un Fabio che tutto quello che desidererebbe e' farsi una passeggiata e respirare il vento, ma che invece e' stato per varie ragioni risucchiato nelle maglie del sistema. E' difficile per tutti fare parte di minoranze e affermare la propria individualita'. Come spesso accade, all'1 su dieci va tutta la mia simpatia, agli altri 9 la mia indifferenza o (come in questo caso) il mio disprezzo.