In occasione del secondo compleanno di London Calling va ora in onda una versione commentata di "Nel mio mangiadischi"


Per tutti quelli che gia' ricordano con nostalgia la colonnina che fino a qualche settimana fa trovavate qui di fianco, torna "Nel mio mangiadischi", in versione commentata.

Sandro Perri Plays Polmo Polpo (Constellation). Secondo disco del chitarrista e musicista elettronico canadese. Versioni interamente elettro-acustiche di 4 tracce presenti sull'esordio a nome Polmo Polpo (che usciva nel 2003 sempre su Constellation), piu' un inedito. Il riferimento piu' prossimo e' John Martyn, ma immaginate una sua versione de-tuned, come se Martyn fosse stato folgorato dall'ascolto di Rafael Toral. Arpeggi e glitches che definiscono un'atmosfera meditativa (vengono in mente i primi A Silver Mt. Zion). Splendida copertina di cartone nella tradizione dell'etichetta di Montreal, disegnata dallo stesso Perri. In attesa di vedere qui a Londra Hrsta (il gruppo di Mike Moya ex Godspeed e componente della band che accompagna la meravigliosa Elizabeth Anka Vajagic).

Susanna & the Magical Orchestra Melody mountain (Rune Grammofon). Dalla Norvegia, un disco di silenzio, voce celestiale e strumenti suonati uno alla volta. Dieci cover che vanno da Leonard Cohen ai Joy Division, da Bob Dylan ai Depeche Mode (una versione superlativa e irriconoscibile di "Enjoy the silence"). E pure un brano degli AC/ DC, trasformato per clavicembalo e voce. Lo ascoltavo ieri sera sul tardi questo disco, con la porta del terrazzo aperta a fare entrare il suono del vento che giocava con le foglie, ed era tutto cosi' magicamente perfetto.

Yo La Tengo I am not afraid of you and I will beat your ass (Matador). Gli Yo La Tengo li ascoltavo quando facevo l'universita' e li trasmettevo in un settimanale musicale che andava in onda in una piccola radio di paese, quando collaborare con Radio Popolare mi sarebbe sembrata fantascienza. Vent'anni dopo mi piacciono ancora. E in effetti non sono mica tanto cambiati. La prima e l'ultima traccia del loro ultimo disco ricordano parecchio gli esordi, distorsione e poesia, brani dilatati sui quali costruiscono muri di rumore colorato. Il resto, come al solito deve parecchio ai Velvet, dei quali riprendono anche l'eclettismo. Amici di Thurston, mica per niente.

Commenti

lophelia ha detto…
Quanta roba da studiare per colmare le lacune!! Ma gli Yo la tengo per caso non avevano fatto una qualche cover di Neil Young? Devo averlo letto da qualche parte molto tempo fa e la mia memoria selettiva se lo ricorda...
Augurissimi di cuore a London Calling.
Anonimo ha detto…
Caro Fabio, quello degli Yo La Tengo ĆØ il primo loro disco da 15 anni a questa parte che non mi entusiasma.
Ultimamente ho apprezzato molto i nuovi lavori di Damien Jurado e Sparklehorse e l'esordio di un artista milanese, Paolo Saporiti www.myspace.com/paolosaporiti (per amanti di JosƩ Gonzales e Nick Drake).
Fabio ha detto…
Lophelia -

Secondo me hai toccato un punto fondamentale usando la parola "studiare". Il fatto e' che non sta uscendo davvero nulla di interessante, e questa situazione si sta trascinando da anni ormai. Le riviste e i negozi vivono grazie alla cascata inarrestabile di ristampe. Simon Reynolds sottolinea come alla fine degli anni '70, con l'ondata punk e la prima new wave, le ristampe erano scomparse. I dischi del passato, anche belli, uscivano dai cataloghi: caro ascoltatore, dovevi comprarli quando erano disponibili. E questo succedeva per via della qualita' dei nuovi gruppi, delle nuove uscite. Ora e' tutto il contrario. Le riviste inglesi esaltano porcherie inascoltabili (in questi giorni, per fare qualche nome, My Morning Jacket, Jet, Fratellis, ecc.). Personaggi mediocri da qualsiasi punto di vista li consideri (pensa a Jack White) vengono considerati dei guru. Ecco, di fronte a tutto questo, dici bene: bisogna studiare. Una strategia d'ascolto, una via d'uscita da questa impasse insopportabile. Studiare i sotterranei, scavare, cercare nell'oscurita'. Non arrendersi, smettere di considerare che "non c'e' piu' niente da ascoltare". Se un blog come London Calling ha un senso, probabilmente non e' per parlare dei dischi nuovi di Neil Young e di Bob Dylan. Faccio pubblica ammenda su questo. Non ha senso parlarne qui e non ha senso trasmetterli a Prospettive Musicali. La funzione dei blog e' in qualche modo contro-culturale. E' contro-culturale pubblicare le proprie fotografie come fai tu, che stai costruendo, giorno dopo giorno, una collezione di immagini e pensieri personali. Contro-culturale nel senso che va controcorrente rispetto al mondo dei media. Contro-culturale come sono contro-culturali le migliori etichette indipendenti. Ma per fare questo bisogna, appunto, studiare, applicarsi con disciplina. Senza pesantezza eh, non vorrei che queste parole venissero fraintese. Sto solo dicendo che una strada si trova solo cercandola con risolutezza. Per gli ascolti, per la vita, per tutto. Non sono sicuro di essermi spiegato bene, ma se a qualche lettore va di approfondire qui lo si puo' fare. La cover di Neil Young fatta da Yo La Tengo sai che non la ricordo? Sto ripassando i loro dischi ufficiali e non mi viene in mente, pero' Yo La Tengo sono come i Sonic Youth, partecipano a tutte le raccolte del mondo, quindi potrebbe trattarsi di un brano incluso in qualche compilazione.

Giuseppe -

E' buffo come quando uno prova a parlare di musiche indipendenti rimane un po' solo, nel blog come nella vita. A me capita spesso. Per fortuna ci sei tu e per fortuna ci sono i tuoi consigli. D Sparklehorse continuo a preferire i primi 2 dischi, gli ultimi 2 sono un po' troppo melodici per questi giorni. Invece ti ringrazio per avermi segnalato il My Space di Paolo Saporiti. Rispetto ai nomi che dici mi sembra piu' moderno, con tutti quei glitches che ornano le sue canzoni. Un po' simile ai Califone acustici (che del resto sono inclusi nel suo My Space ho visto). Il mio entusiasmo per Yo La Tengo nuovo e' trainato soprattutto dalla lunga jam iniziale, che mi ricorda le loro prime cose. Un po' di nostalgia per quei tempi, che ogni tanto mi prende.
Bloggo ha detto…
GiƠ due anni? Accidenti. Auguri LC!!!Per me il pezzo di apertura dei You La Tengo vale tutto il disco!!Non li ascolto molto ora preso da Beck, Micah P.Hinson, Sparklehorse, Blow, e Badly Drawn Boy, ma questo non frega a nessuno!!Auguri Ancora e avanti cosƬ Fabio!!!
Fabio ha detto…
A me invece interessa eccome. Sparklehorse e' gia' comparso 2 volte su 3 vostri commenti, e il mio amico Marco me lo raccomanda tutti i giorni, bisogna che lo cerchi assolutamente. E' che io sono affezionatissimo a Vivadixiesubmarinetransmissionplot e a Good morning spider, e il suo terzo disco mi aveva un po' deluso (troppo pieno di melodie e povero di rumore). Beck invece non mi piace piu' tanto. Terrei forse solo Mellow gold e Sea change, quello davvero un disco scolpito nel mio cuore. Micah P. Hinson e Badly Drawn Boy non fanno tanto per me invece. Grazie per gli auguri e i consigli, rock on e forza Ambri' e Moravia (bellissimo il tuo racconto
Andrea ha detto…
stavo cercando il link di un articolo ma non lo trovo, quindi vi beccate la teoria senza le references: ho letto che in media l'abilita' di ascoltare cose nuove cala con l'eta', ossia le cose "pseudo-nuove" che entusiasmano adesso hanno un richiamo con qualcosa gia' ascoltato... ma non troppo, altrimenti sembra noioso e scopiazzato!

la mia domanda e': chi aveva come santone captain beefheart e ha visto per la prima volta i clash, avra' pensato "che barba, non esce mai nulla di nuovo"? Magari tra 10 anni viene fuori che i korn hanno avuto piu' significato dei ramones per gli adolescenti della nostra generazione, o i tool saranno considerati come qualcosa di simile ai led zeppelin.

Ovviamente io ci spero, soprattutto per i tool
Fabio ha detto…
Va bene, va bene, ho appena finito di scrivere questa cosa alla Kit e adesso ve la beccate anche tutti voi. Allora. All'inizio di settimana scorsa e' stato pubblicato un box set quadruplo dei Byrds + DVD + libro, non so se lo sapete. Io lo aspettavo, piu' per il libro che per la musica, quella l'ho gia' negli album originali. Vado da Fopp, vedo il cofanetto, lo compro, esco. Poi vado a cena con un paio di amici e dopo cena torno a casa, mi siedo sul pavimento vicino allo stereo e inizio ad ascoltare il primo disco e a sfogliare il libro. Ma qualcosa non funziona come dovrebbe, me ne accorgo subito. Non e' tanto la musica, e nemmeno il libro. E' la confezione che mi disturba. Quella scatoletta rossa con ricami dorati, una roba che anche mia nonna la buon'anima avrebbe rifiutato come di cattivo gusto, una cosa pensata apposta per il regalo fatto al papa' il giorno di Natale, il corrispettivo di un maglione di cachemire, una robaccia che farebbe un figurone tra un cofanetto di caramelle Sperlari e una collezione di racconti di Maigret. Al che mi sono ritrovato a dire a me stesso: Fabio, ma caspita, per tutta la tua vita hai ascoltato, trasmesso, scritto di gruppi indipendenti, post questo e post quello, e adesso? A solo 41 anni sei qui a sentire sta roba da sessantenni? E caspita, apri gli occhi!

Il mattino dopo sono uscito di casa e ho comprato Uncut, che usciva proprio quel giorno. Copertina: gli Oasis. Ennesimo articolo sul nuovo Dylan (basta, per carita' basta), panegirico sul nuovo Who, ristampa del mese (sentite questa) una ristampa tripla di un disco dei Manic Street Preachers che era uscito singolo, il resto sono demo di lavorazione del disco (come se per comprare un etto di formaggio dovessi comprarne 3, 2 dei quali di crosta).

Sono arrivato al lavoro che ero depresso. Ho aperto per disperazione il sito di Wire e ho scoperto che c'erano alcuni file scaricabili. Li ho ascoltati e mi e' sembrato di rinascere. Finalmente qualcosa di mai ascoltato prima. Da li' l'idea di renderli disponibili sul blog il giorno dopo.

Ora, tutto questo per dire che non so se la teoria scientifica che citi abbia ragione Andrea. Nel complesso credo di si', ma con eccezioni. Del resto ci sono persone che sentono Studio105radiodiggei102.5 per tutta la vita e poi ci sono Derek Bailey e Evan Parker che per tutta la vita quella pappetta la contrastano con tutta la forza della quale sono capaci. E ci sono esempi di ascoltatori che diventano sempre piu' estremi piu' passano gli anni (pensa a Sylvian, che ha passato la gioventu' a copiare Bowie e adesso sulla sua Samadhi Sound pubblica proprio Bailey). Insomma non generalizzerei. Forse passiamo per fasi, una volta recuperato il passato ci si proietta verso il futuro. Ma non lo so, e' solo un'ipotesi. Altre ipotesi?
Anonimo ha detto…
Io direi che al giorno d'oggi dobbiamo assolutamente lasciar perdere quello che la stampa musicale, i network radiofonici e televisivi ci propinano, spazzatura allo stato puro.
Dobbiamo sfuttare al massimo le possibilitĆ  che ci vengono offerte dalle nuove tecnologie (in un nano secondo su myspace trovi un gruppo che ti piace e spulciando la lista dei suoi amici puoi ascoltare e valutare milioni di altri che ti potrebbero piacere, per fare un esempio).
Ti assicuro che avendo tempo e passione ci si puĆ² imbattere in artisti di valore assoluto.
Non me ne frega assolutamente nulla se tizio ĆØ sulla copertina di NME, se Caio ĆØ autore del disco del secolo secondo Pitchfork o se Rumore stronca Sempronio, io leggo i blog (in primis il tuo) scritti da persone che hanno a cuore la musica e che vivono per la musica (e non alle spalle della musica), navigo su myspace, mi fido dei consigli degli amici piĆ¹ intimi, ascolto (da un osservatorio privilegiato di un'etichetta indipendente che riceva un centinaio di demo al mese) e valuto.
Non sono un ascoltatore di musica indipendente, sono un ascoltatore indipendente, scelgo io cosa ascoltare.

Fabio, dimenticavo, auguoroni per i due anni di London Calling. Sai che sono un affezionato lettore sin dal primissimo post!
Un abbraccio!
Fabio ha detto…
Ricordo bene, quando non mi leggeva nessuno e io piagnucolavo "ancora zero commenti forse e' meglio che chiuda per sempre questa esperienza fallimentare". E se arrivava un commento era il tuo. Ora fortunatamente le cose vanno diversamente, e comunque al blog sono ormai addicted, come molti di noi, e di chiuderlo non se ne parla piu'.

Condivido ogni tua parola, soprattutto l'essere "ascoltatori indipendenti" piu' che "ascoltatori di musica indipendente". Puoi essere un ascoltatore poco indipendente di musica indipendente in effetti. Il processo che indichi richiede tempo e applicazione (lo "studio" al quale faceva riferimento Lophelia qualche commento fa), ma la soddisfazione di scoprire suoni ed emozioni non e' pari a nessun'altra.
Andrea ha detto…
Apprezzo molto quello che state dicendo in questi commenti. Come dice giuseppe, anche a me piacerebbe poter dire che sono un ascoltatore indipendente. Pero' molte volte leggo pitchfork, i suoi consigli. Prima leggevo rockerilla, poi rumore, e leggevo i loro consigli. A volte ho preso dischi per la copertins, a volte perche' ricordavo la recensione, altre per colpa di amici. Ma non e' la stessa cosa? Non e' un problema di scala? Se il programma radiofonico di fabio dovesse diventare un successo stellare, dovrei lasciarlo perdere solo perche' raggiunge troppe persone? Forse sbaglio, ma il discorso "mi fido del mio salumiere perche' lui sa cosa mi piace" mi fa un po' tristezza.

Dischi consigliati da pitchfork li ho trovati entusiasmanti. Altri consigliati da rumore pure. Alcuni consigli di fabio li seguo volentieri, altri meno.

Insomma, qual e' la vostra ricetta per essere "ascoltatori indipendenti"?

p.s. Fabio, sembra che l'"occhialuto Philip" abbia risposto al mio blog...
Anonimo ha detto…
Io per svolgere bene il mio lavoro lavoro leggo tutte le riviste musicali possibili e immaginabili, italiane e straniere, leggo pitchfork e mille altre webzines, leggo i blog, mi tengo aggiornato. Ma non mi faccio condizionare, ecco cosa significa essere ascoltatore indipendente.
Fabio ha detto…
Andrea -

Ma no! Doveva rispondere la sinuosa Samantha! Beh, in attesa, torniamo alla musica.

Andrea e Giuseppe -

Non state dicendo cose molto diverse mi pare. Il ragionamento di Giuseppe e' pienamente condivisibile: oggi non ci sono media "ufficiali" (stampa, network) pienamente affidabili. Rockerilla non parliamone proprio, e anche Rumore e Blow-Up funzionano un po' a corrente alternata secondo me, nel tentativo di correre piu' forte dei blog e delle webzine ed anticiparli. Per cui si legge e si ascolta il piu' possibile e ci si fa una propria indipendente opinione. Alla mia veneranda eta' ricordo quando c'era solo, di leggibile, Rockerilla. Ora e' il contrario: c'e' troppo, tutto disponibile, e un'operazione di scrematura e' necessaria. Contemporaneamente, tolta la schiuma, c'e' molto da scavare per trovare pagliuzze d'oro o nel migliore dei casi pepite (Antony, Sufjan, Devendra, ecc.). E quindi, diventare ascoltatori indipendenti.