Che poi comunque tutto sto successo senza il verso would she go down on you in a theatre non l'avrebbe avuto

[Tate Modern, Maggio 2008]

Quello che verra' ricordato come il mio momento piu' pop del 2008 e' accaduto questa notte attorno alle 3.45.

Mi sveglio di soprassalto, forse per via di un brutto sogno che non ricordo. Per riprendere sonno sento di dover leggere qualcosa. Accendo la luce, allungo un braccio, afferro il giornale di ieri dal pavimento.

Inizio a sfogliarlo e mi rendo conto che tutti gli articoli vagamente interessanti, quello sulla Clinton che forse e' la volta buona che si toglie dai coglioni le reazioni al discorso di Ahmadinejad le nuove assurde norme per entrare negli USA dal 2009 eccetera, li ho gia' letti.

Disperato mi rassegno a leggere un'intervista a Alanis Morissette nella sezione Spettacoli e TV. Che a un certo punto dice:

La mia aspirazione non e' la felicita' ma la ricerca di un equilibrio, la pace rispetto ai sentimenti di rabbia e angoscia. L'equilibrio e' il mio mantra mattutino.


Il giornalista intervistatore, uno pazzo scriteriato, dopo una frase del genere non ha trovato altro che passare alla domanda successiva, una roba sul mercato discografico di nessun interesse.


Ma sei matto dico. Questa ti butta li' la sua risposta alla questione filosofica fondamentale dell'umanita' e tu passi ad altro.


Fossi stato io l'intervistatore saremmo ancora li' adesso a discutere. Perche' quello e' il dilemma fondamentale che mi pongo dal momento in cui ho iniziato a comprendere vagamente concetti quali felicita' ed equilibrio. E l'impossibilita' empirica di trovare entrambi contemporaneamente.


Insomma che cosa ha piu' senso ricercare nella vita? La felicita', sapendo che e' generalmente uno stato up al quale segue inevitabilmente dopo un po' un crollo verticale. Oppure l'equilibrio, il controllo delle emozioni, uno stato geostazionario di pace e relativo appagamento.


Che se uno non sa cosa sta cercando come fa a trovarlo.


Spengo la luce e rimango con gli occhi sbarrati a pensare, senza trovare una risposta.


[Alanis Morissette - You Oughta Know Video]

Commenti

Anonimo ha detto…
La risposta ĆØ senza dubbio l'equilibrio...la pace interiore. Credo sia la cosa a cui aspirare piĆ¹ che ad ogni altra, a cui tendere. Insomma la cosa piĆ¹ realistica a cui si possa pensare. La felicitĆ ? Non esiste, se non come uno stato d'animo passeggero, un'ubriacatura da cui ci si risveglia immancabilmente con un grossissimo mal di testa.
Fabio ha detto…
Uno a zero per Alanis insomma. Pero' non sono tanto convinto che la felicita' non esista. Non credi che, alla fine, ci sono momenti felici che hanno lasciato il segno nelle nostre vite, che ricorderemo per sempre, per i quali e' valsa la pena di vivere i rollercoaster che li hanno seguiti?

Davvero non ho risposte, solo una valanga di domande...
Anonimo ha detto…
Non so.... troppa malinconia, soprattutto se quei ricordi non puoi piĆ¹ condividerli con le persone con cui li hai vissuti... quasi scompaiono...quasi non sono esistiti...
lophelia ha detto…
Forse la felicitĆ  non deve necessariamente coincidere con l'euforia, dalla quale poi ĆØ inevitabile precipitare giĆ¹. Potrebbe anche essere uno stato d'animo che trae origine da radici piĆ¹ solide, da una proficua elaborazione dell'esperienza. Almeno per me questa ĆØ l'ipotesi del momento...
Fabio ha detto…
Deana -

Si' ma la malinconia della perdita non cancella la felicita', anzi ne amplifica il ricordo, magari per confronto con un presente non sempre felice. Almeno a me succede questo.

Ma questo ci porta fuori dal tema del post. Che e' felicita' vs. equilibrio. La malinconia per un momento mettiamola da parte. Quella e' un sottoprodotto a volte dolce e necessario, ma non puo' essere l'obiettivo al quale tendere. L'ho scritto cosi' me lo ricordo.

(Peraltro ti ho risposto ascoltando Prayer of the heart di Taverner nella versione del Brodsky Quartet con Bjork alla voce, che in caso non conoscessipensa che Nan Goldin l'ha scelta per sonorizzare una proiezione di sue diapositive. Parlando di felicita', equilibrio...).

Lophelia -

Credo che poi in fondo sia lo stato di equilibrio di cui parla l'intervista. Mi hai chiarito delle cose. Adesso rileggo il tuo commento e ci penso su. Pero' mi sa che hai pure concluso, in saggezza, il dibattito :)
artemisia ha detto…
... e dopo questo, chi oserebbe commentare oltre...

Il fatto ĆØ che l'equilibrio della pace interiore va benissimo, ĆØ chiaro che quello ĆØ il giusto fine. Solo che senza quei momenti di felicitĆ  inebriante non si ĆØ motivati a sforzarsi di perseguirlo. (Ma in realtĆ  poi non dovrebbe essere uno sforzo, dovrebbe essere il fine naturale di un'autoconoscenza...)

come mai sento di stare ripetendo una lezione?
Fabio ha detto…
Come sempre hai colto nel segno. Ti ricopio, previa autorizzazione, il passaggio di una mail che mi ha scritto ieri una mia, non so come chiamarla, ex alla quale voglio molto bene, dopo avere letto il post:

"Comunque chi dice che ĆØ meglio aspirare all’equilibrio, alla pace interiore, piuttosto che alla felicitĆ , non mi convince. Credo che ognuno di noi aspiri alla felicitĆ . Che poi sia disposto a rinunciarvi in nome della pace interiore e dell’equilibrio, ĆØ un’altra storia. Ma non mi vengano a dire che sotto sotto, in cuor loro, non aspirano ad essere felici, oltre che tranquilli".

E' chiaro che la felicita' alla quale stiamo facendo riferimento, e' una sorta di ebbrezza temporanea, pensate all'innamoramento, che per sua natura non dura in eterno. Capace di trasformarci, di farci uscire da noi stessi. Non e' quindi un obiettivo al quale tendere?

Paradossalmente, ieri me ne ero completamente dimenticato, sono appena stato a una lecture sulla felicita' tenuta da Jai Nitai dasa, presidente del tempio Krishna di Soho. Uno che lo guardi negli occhi e ti illumini anche tu.

Il tema era quello del post. La lecture e' durata un'ora e non provo nemmeno a sintetizzarla in un commento.

Si e' parlato dei tre stati d'animo della natura secondo la Baghavad Gita: bonta', passione e ignoranza. E di cosa rende felici.

Trascrivo almeno i titoli di ogni paragrafo dei miei appunti, relativi ai fattori della felicita':

1) Deep relationship (non importa quante, ma la loro qualita')

2) Caring

3) Exercise/ health (bastano anche esercizi di respirazione profonda per stare meglio)

4) Meaningful goals

5) Spiritual engagement

6) Cultivating strengths

7) Positive thinking (ottimismo, gratitudine).

Dopo la lecture sono stato mezz'ora a parlare con Jay. Secondo lui la permament happiness non esiste. Gli stati d'animo sono come le stagioni. C'e' l'estate e c'e' l'inverno. Bisona gioire dell'estate, ma non troppo, e imparare a tollerare l'inverno.

Questa la sua teoria.

In buona sostanza, a me sembra una scelta di pace ma non di felicita'.

Non so pero', resto ancora pieno di dubbi.
artemisia ha detto…
Diciamo che forse la tranquillitĆ  quotidiana, che poi ĆØ frutto della pace interiore, ĆØ il presupposto necessario a quegli sprazzi di felicitĆ  che ci spingono ad andare avanti. Senza una certa tranquillitĆ  interiore non si ĆØ pienamente in grado di goderli, perchĆØ le nostre energie si dissanguano nella perenne ricerca del "kick", dell'ebbrezza momentanea. Questa ĆØ una trappola.
Ma da qui a dire che la felicitĆ  non esiste, che non bisogna inseguirla fino alla morte, ce n'ĆØ.

I tuoi appunti mi hanno commossa, non so perchĆØ.
Dev'essere stata una bellissima lezione.
Fabio ha detto…
Eppure guarda, io continuo a trovare una certa contraddizione tra felicita' e pace. Non sono cosi' sicuro che la pace sia presupposto per apprezzare i momenti di felicita'.

Anzi, la ricerca della pace mi sembra antitetica alla ricerca della felicita', che e' per sua natura folle e non pensa alle conseguenze di lungo periodo.

Pero' non so, continuo ad essere terribilmente confuso.

Oggi Jai mi ha scritto:

"I have also reflected several times on our talk and the sincerety and openess of your communication.

I am convinced you are a serious seeker of the truth and wisdom.

Though we may not have all the answers, if I can be of service to you in anyway please let me know".

Anche io mi sono commosso!