Il cello in una stanza
Citta' bloccata per neve, completamente. Bellissima alle 7 e mezza, quando sono uscito di casa: tutto era silenzioso e la coltre attorno a me immacolata. Due ore dopo camminare per le strade era impossibile, ghiaccio vivo, un'impresa titanica restare in piedi. E' ufficiale: gli inglesi non sanno che per sciogliere il ghiaccio basta buttare un po' di sale. Come risultato, hanno bloccato metro e bus e non si muove piu' nessuno.
La neve ha iniziato a scendere ieri pomeriggio mentre aspettavo il 243 che mi portasse al Southbank, dopo aver finalmente visto i video di Jayne Parker che avevo perso al London Film Festival. Bellissimi, li mandano in loop in una galleria di Shoreditch, che sta dall'altra parte della Kingsland Road rispetto a Columbia Road, e che si chiama semplicemente Room: una stanza, nemmeno troppo grande. Musica superlativa, per solo violoncello, di Asperghis, Bussotti e Crane.
Suonata da un violoncellista che non conoscevo e che ho scoperto suonera' alla Conway Hall il 16 Febbraio, tal Anton Lukoszevieze, bravissimo.
Video cercati in rete per condividerli con voi e non trovati. Ma ho trovato una composizione per violoncello molto simile, sempre di Bussotti, che mi e' piaciuta parecchio e mi sembra particolarmente indicata per osservare paesaggi innevati:
[Stop press di Mercoledi' 4. Per chi avesse tempo di ascoltare e fosse interessato all'argomento, sono stato invitato a proporre un intervento sulla situazione a Londra, all'interno di un programma che affrontera' il tema della chiusura delle librerie indipendenti. Oggi alle 14 su Radio Popolare e poi, dicono al 90%, in replica - alle 22 credo].
Commenti
Ho provato a cercare Jayne Parker in UbuWeb (ĆØ il tipo di cosa che loro hanno) ma non c'era neppure lƬ. C'era perĆ² un mp3 comprendente anche "Sensitivo #7" di Sylvano Bussotti, nell'interpretazione della violoncellista Charlotte Moorman:
http://www.ubu.com/sound/moorman.html
e poi cercate "bussotti".
Ciao
a
Il video che suggerisci purtroppo non riesco a vederlo, ma per problemi del mio computer accipicchia (quelli di qualche giorno fa quando cercavo di caricare il tuo podcast).
Qui non si ferma mai niente, neanche nella tormenta. Oggi neve e meno dodici, la gente continua ad andare a lavorare in bicicletta. Hanno le gomme della bici chiodate, e sostengono che si cade meno che camminando. Probabilmente hanno ragione.
Ho ascoltato Bussotti. Non conoscevo questo pezzo. Ć... interessante.
:)
Questo e' gran parte della musica contemporanea: un universo che genera interesse, magari all'iinizio intellettuale piuttosto che emozionale. Solo col tempo, con ripetuti ascolti, ti si aprono orizzonti nuovi. Capita cosi' anche con molta poesia contemporanea. Richiede un allontanamento dal pensare comune, ed e' il dono principale che sa offrire: capovolgere convenzioni e condizionamenti.
Personalmente devo ringraziare BBC Radio 3, che alla contemporanea dedica adeguati spazi - immagino infischiandosene dei dati di ascolto come e' giusto che faccia ogni servizio pubblico.
Ah la Norvegia, che luogo meraviglioso, una Svizzera del Nord. Se non mi prendono in Engadina, un giorno chiedero' asilo al comune di Kristiansund.
il motivo per cui non riesci a vedere il video che suggerivo ĆØ molto semplice: come dicevo, ĆØ un mp3, cioĆØ non un video ma un audio.
Quanto all'approssimazione e ai dilettanti allo sbaraglio (per non parlare delle acconciature dei rispettivi sindaci) ĆØ una bella gara: anche a Milano, il mese scorso, nel primo giorno di neve chiusero una linea della metropolitana non per problemi in superficie (la stazione era Udine) ma tanto per aggiungere un disagio agli altri (causati per lo piĆ¹ non dai mezzi pubblici, che hanno ruote alte ed enormi e quindi avrebbero potuto circolare lo stesso, ma dalle auto che intasavano tutto essendo bloccate dalla neve che aveva attaccato in mancanza di sale).
A proposito di auto, ieri ho letto una notizia che mi ha fatto venire in mente il discorso che facevate il mese scorso sugli ipotetici effetti benefici della recessione (anche se in realtĆ ti eri forse giĆ risposto da solo all'inizio del post "Size Matters", elencando amici, amiche e conoscenti con prole che hanno perso il lavoro e non ne stanno trovando un altro o con un contratto in scadenza che probabilmente non sarĆ rinnovato ecc. ecc.). Comunque la notizia ĆØ questa: in Italia il mercato dell'auto ha registrato in gennaio il 32,6% di vendite in meno rispetto allo stesso mese del 2008 (e meno male, ci sarebbe da dire, se non si pensasse al danno per i lavoratori). Il fatto ĆØ perĆ² che poi, andando a vedere marca per marca, si scopre che la flessione interessa le auto "normali" ma non certe auto un po' piĆ¹ lussuose (Alfa Romeo +18,21% e Audi +10,21%), i low cost romeni Dacia (in mano alla Renault) e le lussuosissime Jaguar (+89%!!!). Come dire -- mi par di capire -- che chi ha pochi soldi o non cambia auto (se ce l'ha) o compra quelle che costano meno di tutte, mentre i ricchi continuano a comprare come prima (con l'unica differenza che adesso preferiscono tutti le Jaguar o, se non proprio cosƬ ricchi, le Audi).
Altro che sobrietĆ ...!
Sono dati che fanno decisamente pensare. La situazione che raccontavo all'inizio di Size matters ha molto a che fare con il concetto di precarieta', che e' reso ancora piu' drammatico dalla crisi. Stiamo parlando di persone alle quali scadendo un contratto, questo non e' stato rinnovato.
E quindi si tratta di un problema a mio avviso un po' diverso. A Economia Politica 1 ti insegnano che il profitto e' la remunerazione del rischio d'impresa. Io, imprenditore, organizzo i fattori di produzione e, per il rischio che il mio investimento comporta, vengo remunerato con un profitto. Schumpeter diceva questo, un economista liberale.
Tutto bene, senonche' oggi i capitalisti attraverso la precarieta' sono riusciti a spostare completamente sulla forza lavoro il rischio d'impresa. E quindi il profitto ha perso la sua natura variabile (collegata al rischio), ed e' diventato un dato; e invece i salari sono diventati una grandezza variabile, riducibile a piacere.
Il che spiega, credo, perche' cresce il consumo di Jaguar (consumo delle classi imprenditoriali) e si riduce quello di Uno (consumo dei lavoratori).
Ma allora la soluzione qual e'? Sabato nella hallway del mio pianerottolo mi sono imbattuto in una scatola di proporzioni epocalmente mastodontiche. Che cazzo e', ho pensato. Un letto matrimoniale? Un armadio a 4 ante? Guardo e sai cos'era? La scatola di una televisione. 46 pollici. Non so come hanno fatto a farla entrare dalla porta.
Come si possono quindi proteggere le persone da acquisti cosi' stupidi, volgari e che tutti paghiamo in termini di inquinamento e spreco energetico (la televisione piu' grande della casa, il SUV piu' largo della strada, ecc.)?
Io speravo nella recessione, ma forse sbagliavo. Forse la sobrieta' e' solo un fatto culturale, relativamente indipendente da variabili economiche?
"Forse la sobrieta' e' solo un fatto culturale, relativamente indipendente da variabili economiche"
Per come la vedo io, sono verissime entrambe le affermazioni.
E chiudo qui perchƩ non vorrei che diventasse solamente un dialogo tra noi due.
Splendida anche la tua foto di Carolyn Carson, e meravigliosa quella di Bruna Gondoni, una stampa della quale, che mi hai regalato, e' appesa sulla porta della mia camera da letto.
Bisogna che nel tuo sito passi piu' spesso.
Buona serata Lo!