Dammi una lametta che mi taglio le vene
Sole fantastico qui a Londra, e fine settimana di ben tre giorni. Mente perfettamente libera e rilassata. Occasione per me (e spero anche per voi che leggete: io il suggerimento ve l'ho dato) per andare a riscoprire qualche classico di colui che ho sempre considerato l'anello mancante tra Roky Erickson e Van Morrison, Kevin Coyne.
Iniziando magari dal disco che sta girando sul mio stereo in questo momento, Marjory razorblade del 1973. Il suo secondo album, che fu anche il suo esordio sulla allora neonata Virgin di un giovanissimo Richard Branson (in seguito attaccato duramente da Coyne), etichetta allora legata a un negozietto indipendente di Notting Hill (l'intera storia potete leggerla qui).
Album doppio, mai ristampato dal 1990 (il che e' una benedizione perche' se avete la fortuna di trovarlo in qualche emporio di vinili usati ve lo tirano letteralmente dietro), tra i preferiti di John Peel (che pubblico' l'esordio di Coyne sulla sua Dandelion records) e Johnny Rotten (che annoverava Eastbourne ladies tra le massime influenze dei Pistols).
Pure un giovanissimo Sting fu tra gli estimatori dello sfortunato cantautore di Derby. Sting che quando formo' i Police decise di chiamare con se' proprio colui che acompagnava alla chitarra Coyne in quegli anni, un allora sconosciuto Andy Summers. E anche il santo patrono dell'Engadina sostiene che l'ascolto di Coyne gli cambio' la vita (e se ascoltate bene, si sente).
Il folk-rock-blues di Coyne, in buon equilibrio tra suoni acustici e elettrici, e' opposto e complementare alle fragili ballate di Nick Drake, eppure in qualche modo e' espressione della stessa Inghilterra di provincia, povera e isolata dal mondo, di quegli anni.
Marjory razorblade, in particolare, vive sospeso in un invidiabile bilanciamento tra canzoni d'amore e brani di critica sociale, tenerezza, rabbia, nostalgia, humour.
Ascoltiamo insieme una traccia da quel disco (ascoltate bene anche le liriche, perche' meritano, come spesso nel caso di Coyne), Talking to no one.
E adesso basta guardare lo schermo di un computer, fuori di qui, non voglio fare aspettare il sole.
Commenti
http://www.progarchives.com/album.asp?id=14393
e dopo "Babble" (il suo ellepƬ del '79 con Dagmar Krause) e "Silence" (disco di Mike Mantler del '77 cui parteciparono Coyne e Wyatt, il quale a sua volta prese poi parte a "Sanity Stomp" di Coyne, che non mi capitĆ² mai di trovare).
Poi un paio d'anni fa l'ho ritirato fuori per quel paio di puntate di "Prospettive musicali" sulle musiche citate o raccontate nella "Banda dei brocchi" di Jonathan Coe: ho messo "Looking for the River" da "V", perchĆ© essendo dal vivo mi pareva il brano piĆ¹ adatto alla pagina del libro in cui appare Coyne (una serata del Virgin Crisis Tour cui assistono Ben e il Capellone).
L'altro suo brano presente su "V" era proprio una lunga versione live di "Marjory Razorblade".
L'omonimo ellepƬ, secondo la discografia che si trova sul sito di Coyne, sarebbe non il secondo ma addirittura il suo quarto album: vedi
http://www.kevincoyne.de/Music.htm
(devi cliccare in alto a destra fino a discography site 6/7 e 7/7).
Curiosamente, nella pagina 6/7 ""Marjory Razorblade" risulta non tra i cd "not available" ma tra quelli "on request" (e cliccando su "on request" si puĆ² mandare un'email direttamente a Coyne).
Ciao
a
Fu proprio Babble che tu citi, a quello che lui dice, a cambiare la vita di Will Oldham (peraltro disco tristemente introvabile, che sto cercando da alcuni mesi senza successo - se non a un prezzo improponibile).
Un vero peccato che ai tempi delle puntate su The rotters club non registrassimo ancora in digitale (ma potrei sbagliare, nel qual caso ti chiederei di indicare il link, perche' le riascolterei volentieri e le potremmo inserire nell'archivio qui a destra).
Babble all'epoca mi parve un po' deludente, anche sdolcinato a tratti; invece riascoltato due anni fa quando preparavo quella trasmissione, mi ĆØ sembrato molto piĆ¹ bello di quanto lo ricordassi. Vedo che era stato pubblicato in vinile anche in Germania (da Virgin Ariola) e poi ristampato in cd nel 1991 (Virgin) ma persino sul sito di Coyne risulta "not available". Incredibilmente ho trovato -- se puĆ² consolarti -- un video tratto da un Babble show a Berlino ma ĆØ quasi tutto parlato:
http://www.nme.com/video/id/sIKUVhZU5AM/search
No, hai ragione: all'epoca delle puntate su The Rotters' Club non registravamo regolarmente e nessuno metteva online gli mp3 delle nostre puntate. Non mi sembra neppure di averle registrate per me ma controllerĆ². Intanto ti do i link alle scalette di quelle due puntate:
http://tinyurl.com/3cdcpr
http://tinyurl.com/2fv22u
Un'ultima cosa, a proposito della fondazione dei Police: ho appena saputo che Mike Howlett -- quando lasciĆ² i Gong, nel 1977 -- formĆ² gli Strontium 90, che nel suo progetto avrebbero dovuto comprendere Sting (ma solo come cantante, credo, visto che Howlett era un bassista di gran lunga migliore), Andy Summers e Chris Cutler. Accettarono tutti tranne Cutler, che (tra Henry Cow e altro) non poteva; e cosƬ Sting disse che lui conosceva un certo Stewart Copeland (con il quale aveva giĆ suonato in una sorta di embrione Police senza Summers) che avrebbe potuto sostituire Cutler. Quando gli Strontium 90 si sciolsero, Howlett andĆ² per la sua strada (e adesso ĆØ di nuovo con i Gong) mentre gli altri tre rimasero insieme ribattezzandosi Police (c'ĆØ da supporre che con il nome Strontium non avrebbero fatto molta strada, almeno in Italia, se non come gruppo ultrapunk) ed ereditando dagli Strontium 90 almeno una canzone: "Every Little Thing She Does Is Magic".
Vent'anni dopo, Sting ha pubblicato un po' di materiali d'archivio degli Strontium 90 sulla propria etichetta Pangaea (ma io avevo anche un 45 giri di quel periodo, a nome perĆ² Radio Actors: era intitolato "Nuclear Waste" e c'erano di mezzo Sting, Steve Hillage, Howlett e non so chi altri).
Ciao
a
Certo che, se metti in conto anche che Coyne fu tra le influenze dei Pistols e che Rotten dichiaro' piu' volte di amare i Van Der Graaf Generator, il fatto che punk e post punk siano nati come reazione assoluta a un certo tipo di realta' (chiamiamola pure col suo nome: prog) si ridimensiona parecchio.