Train in vain
Leggevo proprio oggi sull'opuscolo bimestrale dei cinema Curzon che la Norvegia con una popolazione di cinque milioni produce ogni anno soltanto 20 - 25 film, e che fino al 1997 in tutto il Paese non esistevano ne' una scuola ne' un corso universitario di cinema.
Pero', almeno qualitativamente sembra stiano recuperando il tempo perduto. Arte di la' da lei rispondeva poco fa a un mio commento citandomi un festival cinematografico che a questo punto mi incuriosisce parecchio.
L'unico regista norvegese i cui film mi e' capitato di vedere distribuiti qui con una certa regolarita' e' Bent Hamer, del quale ho visto tre lavori: Kitchen stories, Factotum e, proprio qualche giorno fa, O'Horten.
E se continuo a considerare Kitchen stories il suo indimenticabile capolavoro e un film assolutamente geniale, e invece Factotum un deludente e trascurabile passo falso, O'Horten mi e' sembrato un ritorno ad un linguaggio cinematografico tipicamente nordico, quasi una collezione di tableaux vivant curati nei minimi particolari, che potrebbe piacere parecchio a chi ama Aki Kaurismaki e soprattutto Roy Andersson.
O'Horten e' pero' una commedia meno grottesca rispetto ai toni spesso usati dai due maestri nordici. Anzi, lo definirei decisamente un film dai toni crepuscolari. Racconta la storia di un conducente di treni che si prepara a lasciare le abitudini di una vita per ritirarsi dal lavoro. Ma e' soprattutto uno straordinario road movie, paradossalmente girato tutto in una citta'. Lasciato solo con se stesso, finalmente libero dalle regole, il protagonista scoprira' che la vita non sempre segue orari e abitudini. Che anzi, una volta messi da parte rituali e automatismi, puo' essere un'esperienza avventurosa, una scoperta emotiva continua.
Film completamente girato nel buio inverno nordico, ma in qualche modo pieno di luce e speranza. Magari meno divertente di Kitchen stories, ma non meno profondo. Con dialoghi davvero essenziali, tutto espresso con immagini che resteranno con voi per giorni e giorni.
Commenti
Sarebbe piacevole e rinfrescante vederlo d'estate: e' infatti girato quasi completamente di notte nell'inverno nordico, tra la neve. Peraltro ho notato che qui l'hanno gia' tolto dalla programmazione. Quando l'ho visto io in tutta la sala eravamo in 5. Diciamo che Hamer non sa proprio cogliere gli umori popolari.
Myriamba -
Se e' per il concerto che dicevi, stasera passo perche' sono un po' stanchino e vado a nanna presto.
http://www.kosmorama.no/2009/en/
e guarda il programma. Secondo me ĆØ pieno di cose belle. Il vantaggio poi ĆØ che essendo qui ĆØ assolutamente privo di glamour ed ĆØ molto facile incontrare i registi e farci due parole.
Personalmente, tra i norvegesi a me piace anche Knut Erik Jensen, che nel 2001 ha fatto un film documentario splendido ("Cool and crazy") sugli uomini del coro di BerlevƄg, un paesino spazzato dalle tempeste quasi su a Capo Nord, di grande poesia:
http://www.youtube.com/watch?v=aijULAMWmaU
Ma qui si va sull'ultranorvegese, per palati usi a certe emozioni.
Su O'Horten la penso come te.