Tartaruga 2.0
Il nuovo lavoro di Douglas McCombs, realizzato insieme a David Daniell (chitarrista con Rhys Chatham), e' la cosa migliore pubblicata dai Tortoise (update del 10/ 9: che, ho appena scoperto, mentre tornavo dall'edicola con Wire nuovo e stavo per essere messo sotto da Boris Johnson lanciato in bici a folle velocita' in Goswell Road, chiuderanno il London Jazz Festival, Domenica 22 Novembre) da un bel po' di tempo in qua. E' pero' molto diverso dallo stile del collettivo di Chicago (anche se, oltre a McCombs, troviamo Herndon e McEntire accreditati tra i collaboratori), prossimo casomai alla new weird America psychedelica di Sunburned Hand of the Man, No-Neck Blues Band, Matt Valentine & Erika Elder, ecc.
Nasce dall'editing di oltre sette ore di improvvisazioni free form e fa venire in mente i tempi dilatati di Antonioni: le panoramiche desertiche di Zabriskie Point, l'interminabile piano sequenza finale di Professione reporter, cosi' carico di attesa.
Psychedelia moderna che pero' affonda le radici nel secondo, astratto disco di Ummagumma. Ascolto di quelli difficili, che richiedono dedizione e tempo, ma se siete lettori di Engadina Calling e magari ascoltatori di Prospettive Musicali, immagino vi colpira' come ha colpito me.
Commenti
Dell'unica volta che lo incontrai, nel loft di West Chicago dove i Tortoise stavano registrando TNT, ricordo che con grande gentilezza dopo avere trascorso la serata insieme mi accompagno' alla fermata dell'autobus e rimase ad aspettarlo con me, dicendomi che la zona non era tanto sicura. Un gentleman il buon Doug.