Paul Dunmall & Chris Corsano, Identical sunsets (ESP-Disk 2010)
Una bella sorpresa, quattro distese improvvisazioni realizzate a Cheltenham dal decano dei musicisti free jazz britannici insieme al piu' in vista tra i giovani esponenti dell'avanguardia rock-jazz americana: il saxofonista Paul Dunmall e il batterista Chris Corsano (collaboratore di Thurston Moore e Bjork, tra gli altri).
La musica contenuta nel disco (realizzato proprio mentre mentre Corsano era in giro per l'Inghilterra con Bjork) non e' molto diversa da quella che potete ascoltare nel link qui sopra: free jazz spirituale, che ci invita ad accettare il nostro essere parte del dionisiaco caos cosmico.
Molto interessante l'incipit, con Paul Dunmall che apre suonando una piccola cornamusa appartenente alla tradizione delle contee piu' a nord dell'Inghilterra. L'effetto non e' diversissimo dalla iterativa respirazione circolare alla quale ci ha abituati Evan Parker.
Il resto e' free suonato con grande passione, energia e agilita', efficace e coinvolgente nei frangenti piu' concitati cosi' come quando i suoni si fanno appena udibili.
Non l'album piu' originale dell'anno, ma se cercate echi di Albert Ayler e dell'ultimo John Coltrane interpretati con competenza, questi tre quarti d'ora di libero pensiero musicale vedrete che non vi deluderanno.
La musica contenuta nel disco (realizzato proprio mentre mentre Corsano era in giro per l'Inghilterra con Bjork) non e' molto diversa da quella che potete ascoltare nel link qui sopra: free jazz spirituale, che ci invita ad accettare il nostro essere parte del dionisiaco caos cosmico.
Molto interessante l'incipit, con Paul Dunmall che apre suonando una piccola cornamusa appartenente alla tradizione delle contee piu' a nord dell'Inghilterra. L'effetto non e' diversissimo dalla iterativa respirazione circolare alla quale ci ha abituati Evan Parker.
Il resto e' free suonato con grande passione, energia e agilita', efficace e coinvolgente nei frangenti piu' concitati cosi' come quando i suoni si fanno appena udibili.
Non l'album piu' originale dell'anno, ma se cercate echi di Albert Ayler e dell'ultimo John Coltrane interpretati con competenza, questi tre quarti d'ora di libero pensiero musicale vedrete che non vi deluderanno.
Commenti
se non sbaglio non hai mai parlato di questo CafĆØ Oto..., mi incuriosisce molto.
E' in buona sostanza il covo dei redattori e lettori di Wire. Un piccolo caffe' sperduto in una vietta quasi introvabile di Dalston, East London.
D'estate e' una sauna, d'inverno e quando piove i vetri si appannano e manca l'aria, ma per chi resiste e' un piccolo paradiso, nel quale esplorare un po' tutti i linguaggi piu' interessanti e marginali di quella cosa che chiamiamo musica.
Buoni anche i te' biologici e le torte.
Straconsigliato se passi di qui. L'altra Londra, quella che piace a noi.