Sound system scratch - Lee Perry's dub plate mixes 1973 to 1979 (Pressure Sounds, 2010)
Quest'anno ho sentito classici di Marley per tutta la prima meta' dell'estate, e poi nella seconda meta' sono passato ad ascoltare ossessivamente Lee Perry.
Dopo aver rovinato di ascolti questo superclassico che usci' una quindicina di anni fa su Pressure Sounds (etichetta, ricordiamolo, co-fondata da Adrian Sherwood), mi sono procurato questo Sound system scratch, che per quante raccolte di musica di Perry abbiate ascoltato, suona incredibilmente originale e con un suono cosi' grezzo e lo-fi in molte delle venti tracce, che sembra di ascoltare un disco dub per la prima volta.
Il fatto che paiano versioni non definitive, in progress, con livelli ancora da mettere a punto ed equilibrare, aggiunge un senso di scoperta, come osservare Lee al lavoro nei suoi Black Ark studios, mentre prepara le sue stordenti alchimie.
Formidabile nella sua imprecisione, ben calibrato tra strumentali (versions cioe') e brani cantati, Sound system scratch e' tra i piu' riusciti manifesti di un'epoca di sperimentazione ritmica forse perduta per sempre, ma nella quale e' sempre un piacere immergersi.
Jah rules. Irie irie.
(E ne approfitto per segnalare che tocchera' a me condurre Prospettive Musicali questa domenica, alle 22.35 su Radio Popolare: non ci faremo certamente mancare il bellissimo strumentale di Augustus Pablo contenuto in questa raccolta, e se ci stara' anche qualche altro dub plate).
Dopo aver rovinato di ascolti questo superclassico che usci' una quindicina di anni fa su Pressure Sounds (etichetta, ricordiamolo, co-fondata da Adrian Sherwood), mi sono procurato questo Sound system scratch, che per quante raccolte di musica di Perry abbiate ascoltato, suona incredibilmente originale e con un suono cosi' grezzo e lo-fi in molte delle venti tracce, che sembra di ascoltare un disco dub per la prima volta.
Il fatto che paiano versioni non definitive, in progress, con livelli ancora da mettere a punto ed equilibrare, aggiunge un senso di scoperta, come osservare Lee al lavoro nei suoi Black Ark studios, mentre prepara le sue stordenti alchimie.
Formidabile nella sua imprecisione, ben calibrato tra strumentali (versions cioe') e brani cantati, Sound system scratch e' tra i piu' riusciti manifesti di un'epoca di sperimentazione ritmica forse perduta per sempre, ma nella quale e' sempre un piacere immergersi.
Jah rules. Irie irie.
(E ne approfitto per segnalare che tocchera' a me condurre Prospettive Musicali questa domenica, alle 22.35 su Radio Popolare: non ci faremo certamente mancare il bellissimo strumentale di Augustus Pablo contenuto in questa raccolta, e se ci stara' anche qualche altro dub plate).
Commenti
e invece sono lieto che sia giĆ giunto sotto le tue mani e, soprattutto, che tu mi dia conferma dell'assoluta succulenza che paiono contenere questi dub.
attendo ondeggiando ancora un poco cosƬ come pregusto l'anteprima domenicale di Prospettive Musicali.
a presto
borguez
Poi si e' materializzato per incanto da Sounds of the Universe, dove e' bestseller della settimana, e ho visto che l'ha in stock anche Honest Jon's.
Pero' misteriosamente si trova solo su supporto fisico, doppio LP o singolo CD, mentre non si puo' ancora acquistare in MP3.
Assumo che sia una politica della Pressure Sounds per vendere i supporti fisici.
E comunque ti riporto qui, con il suo permesso, un passaggio che mi ha scritto qualche giorno fa in un carteggio Ele di http://www.avisiblesignofmyown.com/, che mi trova d'accordo:
"riguardo i listening parties, i leak, i promo 'disturbati' (e aggiungerei gli streaming), siamo del tutto d'accordo. (aurelio, ovviamente, piĆ¹ di me.)
in particolare, trovo davvero triste questa specie di smania di sentire un disco settimane prima dell'uscita ufficiale, che porta le persone a non sapere quando tale disco sia uscito veramente, e a farglielo percepire come giĆ vecchio quando magari non ĆØ ancora nei negozi. il bello ĆØ che tutte queste persone che scaricano e non comprano dischi sono sinceramente convinte di amare la musica; escono anche libri in cui si parla di 'musica liberata' quasi in toni trionfali. musica *liberata da che*? il supporto fisico dal mio punto di vista nobilita la musica, le dĆ una dignitĆ che degli mp3 di bassa qualitĆ rippati da un promo o addirittura da uno streaming non le daranno mai. quello che mi fa arrabbiare, poi, ĆØ che certi ragionamenti con i libri non li farebbe nessuno nemmeno per scherzo. ora, io i libri li adoro, per cui mi va benissimo cosƬ; ma perchĆ© per la musica si deve usare un metro di giudizio diverso?".
In questo senso, l'iniziativa della Pressure Sounds mi sembra piuttosto interessante, sempre che sia volta a ridare priorita' ai dischi fisici, e non si tratti del primo leak fisico che ha battuto nel tempo il leak digitale.
(Leak fisico suona malissimo, lo so...).
W il supporto fisico e, soprattutto, viva il disco in vinile!
The music is inside (the grooves).
Anche se forse, oggettivamente, siamo l'ultima generazione che ama queste esperienze sensoriali (o meglio che le associa a ricordi, perche' poi come sappiamo ci sono anche giovani che comprano vinile ecc.: ma sono 1) nicchie e 2) comportamenti non associati al rivivere esperienze della verde eta').
Su tutto questo un pensiero. Sono nostalgico? Si', sono nostalgico. E felice di esserlo, perche' credo che chi non lo e', chi si limita a guardare avanti, lo faccia perche' non ha teneri ricordi ai quali ritornare, con dolcezza.
Naturalmente, e credo di averlo dimostrato molte volte sia qui che a Prospettive Musicali, non vivo *solo* di ricordi. Questo sarebbe un errore.
Ma fare terra bruciata del passato non mi sembra giusto, e la verifica empirica mi ha permesso di concludere che a portare avanti questo atteggiamento sono in genere persone di scarsa cultura, scarse passioni, scarsi ricordi.
Ricordiamo l'etimologia del termine scadente = che scade.
Le cose belle della vita (emozioni che si trasformano col tempo in ricordi) non scadono mai, secondo me.
mi ritrovo scisso, incapce di sventolare una sola bandiera: la mia anagrafe mi fa appartenere indiscutibilmente a quella tratteggiata da Fabio e, allo stesso tempo, un fanciullino un poco pirata (diciamo) mi spinge oltre, in un futuro che inevitabilmente ci sorprenderĆ .
ma sono lieto delle vostre parole, che condivido.
Noi perry maniaci, del resto...
JC
I toni mediani sono assenti, zappati via senza remissione. Ne esce un suono scheletrico, davvero estremo.
A me piace molto: e' dub, ma mai sentito prima, come versioni in progress, rispetto a quanto gia' si conosceva di Perry.