Le api.



Qualche anno fa mi ammalai per tre volte in un solo inverno, facendo ben due ricadute di influenza.

Successe tutte e tre le volte durante periodi che avevo deciso di trascorrere a Milano. Naturalmente non e' bello stare a letto ammalati, ma quei giorni scanditi dalla Gio' che a meta' giornata mi portava a casa la spesa e mi preparava un pranzetto leggero prima di tornare al lavoro e poi per il resto trascorsi in solitudine (condizione che amo) me li ricordo ancora con piacere e un po' di nostalgia.

Il pomeriggio ascoltavo tutta Fahrenheit, tre ore filate. Ecco, se potessi io Fahrenheit lo ascolterei tutti i giorni. Invece mi forzo quando lavoro a tenere al massimo in sottofondo della musica, evitando programmi parlati che finiscono per distrarmi troppo.

Ma poi quasi tutte le sere un pezzo del podcast di Fahrenheit finisco per ascoltarlo (come dissi pure a Sinibaldi qualche tempo fa quando mi capito' di cenare insieme a lui all'Istituto di Cultura Italiana, prima di lanciarci in una lunga disquisizione su cos'e' diventata la radio ai tempi dei podcast). Oggi, che stanno trasmettendo dal Festivaletteratura di Mantova, non ho resistito a sapere di cosa parlano e infatti li sto ascoltando.

Una scrittrice norvegese che hanno intervistato poco fa ha detto che dobbiamo imparare dalle api, che lavorano per l'alveare e non per loro stesse.

E' un concetto molto bello. Ognuno dovrebbe fare quello che serve alla societa', in cambio dei prodotti e servizi che servono a ognuno e solo di quelli. Un modello nel quale non esisterebbero ne' profitti ne' rendite, quindi non esisterebbero plusvalore, disoccupazione e sfruttamento. Quindi si lavorerebbe il giusto, ne' troppo ne' troppo poco, tutti.

Per me sarebbe la perfezione, il punto piu' evoluto dell'umanita'. Fa riflettere pensare che quando eravamo api ci risultava naturale.

Commenti

L. ha detto…
Fahrenheit! riuscire a passare un pomeriggio in casa ad ascoltarlo lo considero uno dei lussi piĆ¹ appaganti della vita.
Fabio ha detto…
Il giorno che potro' finalmente smettere di lavorare, credo diventera' la colonna sonora dei miei pomeriggi. Non esiste un altro programma come quello, spero non lo cambino mai.