Schedato e felice.
Niente di personale, soprattutto trattandosi di un giornalista che mi e' capitato di incontrare abbastanza spesso.
Pero' leggere un articolo cosi' fa cascare le braccia. Nel senso che da un giornalista di fama e esperienza ci si aspetterebbe indignazione rispetto a una schedatura razziale, non entusiasmo perche' la app che consente la schedatura, e che stanno testando da mesi, funziona.
Va bene, i tempi sono cambiati, accetto questa ulteriore conferma che appartengo a un'altra epoca. Lasciatemi pero' scrivere almeno nel mio blog che quelli la', di tempi, erano un pezzo migliori di questi.
Commenti
Per il resto, sfondi una porta aperta. Questa non ĆØ la Londra che ci piaceva tanto un tempo... Ma forse eravamo anche come quegli innamorati con le fette di prosciutto sugli occhi, ed ora ci resta la cocente delusione...
Londra e' stato un grande esperimento sociale, del quale sono contento di essere stato parte. Una citta' liberata da ogni nazionalismo, nella quale si parlano 300 lingue diverse. Quell'esperimento purtroppo e' finito, perche' le nuove leggi sull'immigrazione non consentiranno quel ricambio continuo che abbiamo visto in questi anni.
Spiace solo che a fare terminare questo esperimento siano persone che non ne sono state parte. Che non mettono piede qui da anni. Che non sono mai state in Europa se non per ubriacarsi tra di loro in Spagna.
Londra non e' Inghilterra, non e' Regno Unito. E' proprio un'altra cosa. Se provi a uscire di qui, te ne rendi immediatamente conto. Per questo coltivo ancora il sogno che un giorno dichiari indipendenza, cosi' come presto (tempo un paio d'anni, spero) fara' la Scozia.
Lo meriterebbe perche' se ci abbiamo vissuto per tanti anni e' perche' con tutti i suoi difetti e' stata una fonte di costante ispirazione, anche quando (ed e' successo un bel po' di volte) questo caos creativo e' stato difficile da navigare.