Un'esplicita ammissione.



Come a seguito di un'esplosione, nel Regno Unito le lancette degli orologi si sono fermate al momento dello scoppio dell'ordigno, le 4 del mattno del 24 giugno 2016.

Ogni tentativo di ripararli e' fino a oggi fallito, e non si vede perche' dovrebbe riuscire nei prossimi giorni, settimane, mesi.

Ma il tempo, a differenza degli orologi, non si ferma mai, continua a correre.

Questo ho scritto ieri, senza sapere che altro aggiungere.

Da settimane sto cercando di scrivere un post sul tema sul quale non siete in pochi ad aspettare che scriva un commento. Me ne sono reso conto ieri sera quando dopo il voto parlamentare ho ricevuto un numero elevatissimo di visite qui, oltre a un mare di messaggi personali.

Vi chiedo scusa. Scrivo. Rileggo. E poi sempre cancello.

Non ne so scrivere nulla con lucidita'. Troppo forte e' il dolore. Troppo breve la distanza. Troppo intenso il mio coinvolgimento emotivo.

Aggiungo solo che trovo molto fuori luogo le manifestazioni di giubilo, da qualsiasi parte provengano. Abbiamo perso tutti. Non comprenderlo offre un'ulteriore conferma che l'onda d'urto di quell'esplosione non si e' ancora esaurita, e mette ancora piu' paura.

Commenti

Anonimo ha detto…
Io sono uno di quelli che ĆØ passato ieri, di qua.
...e volevo scrivere: e adesso?

Hrundi V. Bakshi
Fabio ha detto…
Me lo stanno domandando tanti amici, come se avessi una risposta.

Una risposta non esiste.

Immagino che quella parte di governo favorevole a un'uscita morbida cerchera' di rinegoziare in fretta un accordo leggermente ritoccato (sul backstop, mi verrebbe da pensare) con l'UE. Poi si andra' a un altro voto, ma dati i margini amplissimi della scorsa bocciatura, credo che perderanno pure quello.

Poi il 29 marzo sara' molto vicino e cercheranno forse in extremis di negoziare una proroga dei termini dell'articolo 50. Mi viene da pensare che il Parlamento approvera' la domanda di proroga.

Ma perche' la UE la conceda devono essere d'accordo tutti gli altri 27 Paesi.

Per complicare tutto, a maggio ci sono le elezioni europee. Se la proroga passa, i cittadini britannici saranno quindi chiamati a votare. Che e' paradosssale, se ci pensi.

E' un pasticcio del quale non sono noti precedenti, un rebus che non appare risolvibile, se pensi che circa un terzo del Parlamento e' favorevole a un'uscita morbida, circa un terzo a un'uscita senza accordi e circa un terzo a restare nell'Unione.

Come con questi numeri si possa arrivare a una maggioranza, non lo sa nessuno.
Fabio ha detto…
Aggiungo ancora una cosa. Non ho parlato del secondo referendum per due motivi.

Il primo e' che allo stato attuale continua a essere un'opzione tra le tante ma ancora piuttosto remota, dato che nessuno dei leader che contano lo sostiene.

Il secondo e' che la probabilita' che per la seconda volta vinca Leave e' elevatissima. Leave e' un voto popolare anti-establishment tout-court, piu' che un voto anti-europeo nello specifico.

La campagna della stampa popolare e' gia' iniziata, martellante. Non stanno rispettando il popolo, scrivono. Chi non lo rispetta? L'Unione Europea, ma anche il governo, il sistema economico, i poteri forti.

Il secondo voto, se ci sara' avra' questo tema a guidare gli indecisi, che come sempre accade, da anni, decideranno per tutti.

Se si andasse a un secondo voto, si perderebbe una seconda volta.
Andrea ha detto…
a me sorge un altro problema, di quello politico economico non abbiamo un granche' di controllo. Se passa in qualsiasi modo il Remain, c'e' da cominciare a guardarsi alle spalle: di spostati ce n'e' in giro piu' che a sufficienza, e da "Poles go home" a "beat a pole" la distanza e' minima...
Fabio ha detto…
E' un pericolo serio. Prevedo anch'io atti di intolleranza qualora si rimanesse nell'Unione. Ho iniziato a stare un po' piu' attento.