92/ Elaborare una bellezza e un'intelligenza nostre.
Gli esseri umani per buona parte (se la maggior parte o no, non saprei dire) sono attratti da quella bellezza e da quella intelligenza che, se fossero di carta, sarebbero lucide e brillanti come i fogli con i quali si preparano le confezioni regalo, all’insegna di quel modo di essere oggi denominato look che consiste nell’apparire, concentrato unicamente sulla superficie, un modo di stare al mondo che mira ad attrarre lo sguardo, ad affascinarlo e a catturarlo.
Cosi' e' per tutto: i vestiti, le carrozzerie delle macchine, le protezioni dette cover dei telefoni cellulari detti smartphone, il linguaggio, i post, le canzoni.
Tutto quello che si fa e che si dice vuole attrarre gli occhi su di se', secondo quella curvatura della psiche che il gesto del cosiddetto selfie descrive alla perfezione.
Quello che vi ho riportato e' un passaggio forse secondario di un bel trattato di etica del teologo Vito Mancuso. Un volume abbastanza complesso, che richiede immersione e tempo per essere compreso.
Leggendolo, la mia mente corre prima a cercare un'autoassoluzione. Poi si ferma, riflette, e mi dice che la strada davanti a me e' ancora molto lunga e forse tortuosa.
Non si tratta di chiamarci fuori da questo mondo, di ritirarci inorriditi nella nostra torre d'avorio di libri e musica. Si tratta invece di avvicinarci e comprenderlo.
Poi, dopo aver cercato di capire, possiamo magari anche giudicare. Credo sia un processo naturale. Fa per me/ non fa per me. Non mi pare ci sia nulla di male nell'esprimere un giudizio di questo tipo.
Infine dobbiamo agire con coerenza, e questo e' il passaggio difficile. Se non ci piace la bellezza superficiale descritta da Mancuso, allora dobbiamo elaborare una bellezza e un'intelligenza nostre. Direi addirittura dei valori e un modo di vivere nostri.
E' un percorso complesso, ed e' un viaggio che se decidiamo di compierlo va intrapreso con determinazione. Consapevoli che puo' generare fraintendimenti e isolamento, soprattutto per chi non puo' scegliere tutti i contesti sociali nei quali vive una parte significativa della propria giornata.
Ma esiste un'alternativa a questo viaggio? Io credo di no.
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