97/ In un mondo malato.



Pensavamo di restare sani in un mondo malato.

Quella di Francesco e' una frase di una forza impressionante. Capace di scuotere la parte piu' profonda delle nostre coscienze.

Abbiamo avvelenato il mondo, assoggettato la natura e gli animali, rotto equilibri, spezzato legami millenari.

E dopo tutto questo, abbiamo pure creduto che saremmo potuti vivere sani e incuranti delle conseguenze. Come assassini che nemmeno si preoccupano di costruirsi un alibi o occultare l'arma del delitto. Convinti di essere intoccabili.

Sono giorni che riguardo le immagini di quell'uomo solo che attraversa una piazza vuota lucida di pioggia. La luce blu dei lampeggianti lontani. Il cielo grigio e spento.

Che riascolto le sue parole. Quasi dei mantra. Nessuno si salva da solo.

E l'inizio di quella pagina di Marco scelta con infinita cura. Venuta la sera. Una sera che porta l'oscurita', il vento, la tempesta. Una sera che ci fa sentire piccoli e vulnerabili, fragili e impauriti.

Io non credo che siamo ancora consapevoli dell'enormita' di questo momento. Perche' ciascuno di noi ha elaborato un modo per ripararsi da tutta questa morte. Da tutto questo dolore. Da questa angoscia. Per non impazzire.

Io oscillo ogni giorno tra la ricerca della bellezza. Perche' di bellezza attorno a noi ce n'e' ancora tantissima. L'arte, la musica, la natura, i ricordi. E il dialogo con gli affetti piu' cari e con me stesso. Per cercare di capire e per trovare e darci sostegno.

Vorrei che tutti ci sentissimo coinvolti. Che percepissimo noi stessi come un frammento della famiglia umana finalmente unita.

Che approfittassimo di questo momento per elaborare un grande progetto collettivo. Un progetto semplice nelle sue linee guida. Con solo due obiettivi chiari e condivisi, uno ecologico e uno di welfare/ giustizia sociale.

Il soccorso a quel mondo malato. E una nuova forma di fratellanza che smantelli o almeno riduca progressivamente tutte le disuguaglianze.

Se sara' cosi', allora questa sofferenza e questa morte non saranno andate sprecate.

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