132/ La regola d'oro.



It sounds old fashioned, but I was raised—and so was Tina—by the golden rule. Do unto others as you would have them do unto you. It’s very simple and I think almost everybody I knew was taught as a child. Right? Yeah. 

I think in business there are some people that will take advantage of other people. And you’re not really prepared for that because you always say, well, if I’m nice to this person, [they’ll] be nice to me.

Chris Frantz
The Aquarium Drunkard Interview.


Sono stato un paio di settimane a Londra per preparare l'appartamento per la vendita. E' incredibile quanti oggetti e quanta carta accumuliamo in vent'anni. Sono partito per Londra nel 2001 con una valigia e torno con cinque metri cubi di cose. Quattro sono carta. Libri, cataloghi di mostre, riviste.

Le ultime settimane le abbiamo trascorse la Gio' e io circondati da scatoloni. Ricevendo visite di agenti immobiliari, fotografi, addetti di agenzie di trasporti. Non siamo quasi mai usciti, se non per andare alle charities di Islington a portare tutto quello che potevamo regalare e alle piattaforme ecologiche di Goswell Road e St. John Street per cio' che poteva solo essere buttato. 

Tutto a piedi. Non ho mai posseduto un'automobile e in questo periodo abbiamo preferito non noleggiarne una. Abbiamo lavorato dalla mattina alla sera, dal lunedi' alla domenica. Massima distrazione serale, la spesa per non morire di fame. 

La Gio' non la ringraziero' mai abbastanza per l'aiuto, le idee, l'incoraggiamento in tutto. Sono attivita' che volevo intraprendere durante il lockdown, ma che da solo non riuscivo nemmeno a concepire. Bloccato, completamente. Ansia a mille. 

Con la Gio' tutto diventa facile come per magia. Facile e piacevole.

Dopo quei giorni senza svaghi se non letture condivise in terrazzo durante i rari momenti di riposo per recuperare le forze, riprendo a scrivere su questo blog. Ho scelto un passaggio di un'intervista al batterista dei Talking Heads perche' coglie un sentimento che forse e' comune anche a voi.

Se mi comportero' bene con quella persona, quella persona si comportera' bene con me. Quante delusioni abbiamo provato per questa convinzione?

La conclusione alla quale sono giunto e' che e' un assunto fondamentalmente inattendibile.

E quindi? Quindi io credo che dobbiamo comportarci eticamente a prescindere dal risultato delle nostre azioni. Con la consapevolezza che in special modo nei contesti nei quali avverra' uno scambio di denaro come per esempio il lavoro che facciamo o un servizio che acquistiamo, ci esponiamo a delusioni.

Fare agli altri cio' che vorremmo fosse fatto a noi senza attenderci nulla. Perche'? Perche' se ci fermiamo a riflettere capiamo che e' giusto cosi' e ci fa sentire a posto con noi stessi.


Post scriptum. Sabato mattina ero nel mio appartamento milanese. Stavo rileggendo cose che scrissi in aprile e maggio durante il lockdown, in un moleskine. Avevo scritto worry, anxiety, boredom. Rileggendo, e' diventato worry, anxiety, London.

Mi sembra un modo intuitivo e efficace di spiegare perche' lascio Londra.

Commenti

Anonimo ha detto…
Più chiaro di così!

Hrundi V. Bakshi