Lou
Ancora molto scosso da "Le conseguenze dell'amore" arrivo alla Islington Academy, attraversando i corridoi spettrali dell'N1 Centre, l'anonimo centro commerciale vicino alla stazione di Angel, che la sera diventa l'ambientazione ideale di un film del terrore.
Appena in tempo. Lou Barlow sta salendo sul palco, accolto da una piccola folla di fans dei Sebadoh e dei Folk Implosion.
Lou Barlow dal vivo non l'avevo mai visto e chissa' perche' me lo aspettavo diverso, piu' serioso, piu' noioso, piu' nerd. E invece no, tutto il contrario. Lou scherza tra un brano e l'altro, dialoga con il pubblico e sembra davvero divertirsi.
La quale cosa contrasta abbastanza con le liriche introspettive delle sue canzoni, che suonano folk come era folk Nick Drake. Anche la voce di Lou dal vivo ricorda in maniera impressionante quella del troubadour inglese.
Lou che scherza dicendo che tutte le sue canzoni parlano di gatti, e che poi sembra confidarsi quando, introducendo la versione acustica di alcune canzoni dei Sebadoh, racconta che nascono dal dolore della perdita. Lou che viene lasciato dalla donna che considerava la sua anima gemella, Lou lacerato. E Lou che poi racconta, con un sorriso simpatico e sornione, che quella donna che l'aveva abbandonato, ispirando alcune delle sue piu' riuscite canzoni, e' ora sua moglie.
Bel concerto, intenso folk offerto con spirito molto molto lo-fi.
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