This land is your land
[Stamattina avrei voluto scrivere un post sull'uscita del settimo volume di "The bootleg series", poi leggendo il titolo di una traccia dell’album ho cambiato idea].
Trovo incredibile quello che sta succedendo a New Orleans, perche' sta mostrando al mondo la fragilita', la violenza, la disperazione dell'America e del modello economico liberista. Il re e' davvero nudo nelle foto e nei racconti che arrivano da quella citta'.
Non so come spiegarlo, ma nell'America contemporanea a me sembra anche di vedere la rappresentazione del concetto di "Delitto e castigo", una punizione biblica che si abbatte senza pieta', ineluttabilmente. Una pena del contrappasso che colpisce con veemenza, con rabbia.
Prima l'America che ha seminato per decenni (e continua a farlo) violenza, guerre e dittature, e' stata colpita da uno degli attacchi terroristici piu' drammatici della storia, un backlash che ha portato a sua volta conseguenze epocali. E ora l'America, principale responsabile della distruzione ambientale del pianeta, la vediamo ancora una volta fragile, alle prese con il risultato del riscaldamento globale generato dai propri consumi insensati, frenetici, grassi come i ciccioni che festosamente in quel Paese mangiano doppi cheeseburger innaffiati da secchi di Coca-Cola.
Il 52% dei veicoli che girano sulle strade americane sono SUV, e nonostante il petrolio viaggi attorno ai 70 dollari al barile (ricordo che Rifkin in un libro pubblicato non piu' tardi di 3 anni fa prevedeva 50 dollari) l'America non ha mai investito in fonti energetiche rinnovabili. Meglio, per loro, il petrolio andarselo a prendere dove c'e', scatenando una guerra infinita.
Le spese militari per sostenere questa guerra stanno falcidiando la possibilità di spesa per i contributi sociali. Questo in unPaese dove sono state abbattute le imposte per i ricchissimi, allargando il divario con gli altri redditi.
Secondo dati del Census Bureau che potete trovare facilmente in rete, la dimensione della povertà negli Stati Uniti ha assunto considerevole spessore dall'avvento dell'amministrazione Bush. Attualmente i non abbienti raggiungono la quota di 35 milioni di persone; in ogni anno di amministrazione Bush, mediamente, questa quota è stata rinforzata da 1.7 milioni di nuovi poveri. Il tasso di povertà negli USA è oggi al 12.1% (parliamo, per intenderci di un reddito sotto i 15.000 dollari annui per una famiglia di tre persone).
Nonostante tutto questo, l'anno scorso, quando ne aveva la possibilita', l'America ha deciso di non cambiare direzione di marcia, confermando le politiche neoliberiste di un'amministrazione capitanata da un semi-analfabeta.
La tragedia americana di questi giorni non ha nulla a che vedere con lo tsunami del Dicembre scorso. Allora le cause furono naturali. Quello che vediamo in questi giorni e' il risultato di politiche economiche e ambientali dissennate, e' il portato di un agire umano folle, sconsiderato.
E non ha nulla a che vedere anche per il contrasto tra la dignitosa compostezza delle popolazioni asiatiche colpite allora e la violenza sub-umana che si e' scatenata in America oggi. In America, dove la proprieta' e' piu' importante della vita, gli agenti sparano per uccidere, a disperazione si somma disperazione in una voragine sociale che sembra non avere mai fine.
[Un po' di articoli che mi hanno colpito e hanno ispirato questo post li ho letti qui: il Manifesto, the Independent, the Guardian, michaelmoore.com. Un sito da consultare spesso e' anche questo. Un brano da ascoltare leggendo questo post e' questo, magari nella versione splendida che registro' lui, nel 1961].
Trovo incredibile quello che sta succedendo a New Orleans, perche' sta mostrando al mondo la fragilita', la violenza, la disperazione dell'America e del modello economico liberista. Il re e' davvero nudo nelle foto e nei racconti che arrivano da quella citta'.
Non so come spiegarlo, ma nell'America contemporanea a me sembra anche di vedere la rappresentazione del concetto di "Delitto e castigo", una punizione biblica che si abbatte senza pieta', ineluttabilmente. Una pena del contrappasso che colpisce con veemenza, con rabbia.
Prima l'America che ha seminato per decenni (e continua a farlo) violenza, guerre e dittature, e' stata colpita da uno degli attacchi terroristici piu' drammatici della storia, un backlash che ha portato a sua volta conseguenze epocali. E ora l'America, principale responsabile della distruzione ambientale del pianeta, la vediamo ancora una volta fragile, alle prese con il risultato del riscaldamento globale generato dai propri consumi insensati, frenetici, grassi come i ciccioni che festosamente in quel Paese mangiano doppi cheeseburger innaffiati da secchi di Coca-Cola.
Il 52% dei veicoli che girano sulle strade americane sono SUV, e nonostante il petrolio viaggi attorno ai 70 dollari al barile (ricordo che Rifkin in un libro pubblicato non piu' tardi di 3 anni fa prevedeva 50 dollari) l'America non ha mai investito in fonti energetiche rinnovabili. Meglio, per loro, il petrolio andarselo a prendere dove c'e', scatenando una guerra infinita.
Le spese militari per sostenere questa guerra stanno falcidiando la possibilità di spesa per i contributi sociali. Questo in unPaese dove sono state abbattute le imposte per i ricchissimi, allargando il divario con gli altri redditi.
Secondo dati del Census Bureau che potete trovare facilmente in rete, la dimensione della povertà negli Stati Uniti ha assunto considerevole spessore dall'avvento dell'amministrazione Bush. Attualmente i non abbienti raggiungono la quota di 35 milioni di persone; in ogni anno di amministrazione Bush, mediamente, questa quota è stata rinforzata da 1.7 milioni di nuovi poveri. Il tasso di povertà negli USA è oggi al 12.1% (parliamo, per intenderci di un reddito sotto i 15.000 dollari annui per una famiglia di tre persone).
Nonostante tutto questo, l'anno scorso, quando ne aveva la possibilita', l'America ha deciso di non cambiare direzione di marcia, confermando le politiche neoliberiste di un'amministrazione capitanata da un semi-analfabeta.
La tragedia americana di questi giorni non ha nulla a che vedere con lo tsunami del Dicembre scorso. Allora le cause furono naturali. Quello che vediamo in questi giorni e' il risultato di politiche economiche e ambientali dissennate, e' il portato di un agire umano folle, sconsiderato.
E non ha nulla a che vedere anche per il contrasto tra la dignitosa compostezza delle popolazioni asiatiche colpite allora e la violenza sub-umana che si e' scatenata in America oggi. In America, dove la proprieta' e' piu' importante della vita, gli agenti sparano per uccidere, a disperazione si somma disperazione in una voragine sociale che sembra non avere mai fine.
[Un po' di articoli che mi hanno colpito e hanno ispirato questo post li ho letti qui: il Manifesto, the Independent, the Guardian, michaelmoore.com. Un sito da consultare spesso e' anche questo. Un brano da ascoltare leggendo questo post e' questo, magari nella versione splendida che registro' lui, nel 1961].
Commenti
Il web è piena di queste opinioni. In Medio Oriente dicono che è una punizione divine perchè gli Stati Uniti supportano Israele. Gli integralisti ebraici dicono che è una punizione divina perchè gli USA hanno spinto per lo sfollamento delle colonie. Gli evangelisti americani dicono che è una punizione divina perchè New Orleans è una città abitata da persone demoniache.
Tirare in ballo la mano di una qualche entità onnipotente a me sembra davvero una enorme cazzata. È una disgrazia come molte. Quella gente a me fa pena. Mi fanno pena (anche se in modo diverso) i polotti che possono sparare, ma qui si parla di gestione dell'emergenza. E in quanto a gestione gli Stati Uniti non sono certe delle cime.
A me ha fatto un certo effetto leggere che gli aiuti umanitari sono stati inviati anche da stati poverissimi come il Bangladesh e così... Pazzesco.
Ora anche gli Stati Uniti iniziano a conoscere in casa propria la furia che loro stessi in larga misura hanno contribuito a scatenare, la furia di un equilibrio ormai compromesso,
che noi stessi con il nostro tenore di vita contribuiamo a compromettere..
raffaella
ciao
Saluti Maurizio.
P.S.
Gli americani avranno anche i suv, ma se noi tutti, soprattutto noi occidentali, non facciamo un passo indietro il pianeta è destinato all'autodistruzione.
Anch'io sono stato colpito dal fatto che gli aiuti siano arrivati da Paesi poverissimi (o da Cuba per dire). Credo che se l'America da queste popolazioni e da queste culture abbia tanto, ma proprio tanto da imparare.
A me pero' sembrano due situazioni molto diverse.
Berlusconi e' stato votato per aver venduto all'Italia un sogno di ricchezza per tutti, benessere materiale diffuso, "voi non preoccupatevi, votatemi e ci penso io".
Bush e' stato rieletto da un Paese che si sente assediato, che vede nelle politiche aggressive dell'attuale amministrazione un'efficace difesa.
A me sembra che in Italia si sia votato un sogno, in America si sia cercato di esorcizzare una paura.
impossibile negare che gli avvenimenti di questi giorni inducano a riflessioni come quelle suggerite da fabio. Leggendo il blog e alcuni commenti a me e' venuto in mente il finale del "Dialogo della Natura e di un Islandese" di Leopardi e anche se il contesto e' completamente diverso mi e' sembrato di scorgere in Katrina alcuni tratti della Natura presentata dal poeta.
"Mentre stavano in questi e simili ragionamenti è fama che sopraggiungessero due leoni,
così rifiniti e maceri dall'inedia, che appena ebbero forza di mangiarsi quell'islandese;
come fecero; e presone un poco di ristoro, si tennero in vita per quel giorno. Ma sono
alcuni che negano questo caso, e narrano che un fierissimo vento, levatosi mentre che
l'islandese parlava, lo stese a terra, e sopra gli edificò un superbissimo mausoleo di
sabbia: sotto il quale colui diseccato perfettamente, e divenuto una bella mummia, fu poi
ritrovato da certi viaggiatori, e collocato nel museo di non so quale città di Europa."
Saluti Maurizio
Chi li vota, comunque secondo me qualche briciola la riceve: televisione, autoconferme, sogni (di ricchezza, di potenza), raccomandazioni, ecc.