Anni fa, neanche tanti, appena prima che la radio si trasferisse in via Ollearo e io a Londra, e che il nome del programma cambiasse da Tropici & Meridiani a Prospettive Musicali, trasmettevo una notte infrasettimanale, mi pare il Mercoledi', dalle 00.45 alle 2 del mattino.
Era quello, in assoluto, il periodo piu' sperimentale dei miei ascolti. Compravo Derek Bailey, Diamanda Galas, Otomo Yoshihide. I Matmos, per fare un nome, li consideravo "un po' troppo commerciali".
Una notte, in pieno delirio da "tanto non ascolta nessuno" presi i 2 volumi di "Goodbye 2oth century" e li suonai insieme su due lettori diversi, con entrambi i cursori del mixer alzati. Ancora adesso mi domando se qualcuno fosse all'ascolto. Fu un'esperienza al di la' di "Metal machine music", quel rumore ascoltato in cuffia faceva spaccare la testa, bruciare le orecchie, perdere la ragione.
Poi dev'essere successo qualcosa. E' un po' come quando tocchi il fondo della piscina, ti dai la spinta e risali.
I Sonic Youth li vidi suonare "Goodbye 20th century" alla Royal Festival Hall, appena arrivato a Londra, preceduti dall'orchestra di chitarre di Glenn Branca. Serata davvero rigorosa, che pero' a un certo punto ebbe una svolta, quando dopo almeno un'ora e un quarto di sperimentazioni, i Sonic Youth hanno imbracciato le chitarre e sono ritornati i nostri Sonic Youth, quelli con i quali siamo cresciuti, quelli che sanno giocare con l'elettricita' degli amplificatori come nessun altro al mondo. Quelli rock, rock intellettuale newyorkese se volete, ma comunque rock. Ricordo di aver tirato un bel sospiro di sollievo, e non erano i brani di Sister o Evol quelli che facevano, ma qualcosa da "NYC ghosts and flowers".
Oggi ricordo con piacere quel periodo di Tropici & Meridiani, ma ne ho un po' preso le distanze. E pero', ogni tanto, mi piace tornare a esplorare i confini del suono, come ho fatto Sabato alla South London Gallery. Dove ho visitato "Her noise", una serie di installazioni (molto interattive) di audioarte, realizzate da Kim Gordon, Emma Hedditch, Christina Kubisch, Kaffe Matthews e Haley Newman, con la collaborazione di Anne Hilde Neset di Wire.
Per saperne di piu' potete andare in questo sito. Oppure vi racconto qualcosa io, su Radio Popolare, 107.6, domani (Martedi') alle 12.15 (quando, se Marina l'ha ricevuto e ha voglia di trasmetterlo, potrete ascoltare anche un brano nel quale suono la batteria sulla voce di Kim Gordon).
[Mi viene da pensare che trasmettere i due volumi di "Goodbye 20th century" contemporaneamente sia stato come dare l'addio a una vita precedente, alla citta' nella quale vivevo, ad alcune delle persone che frequentavo. Un muro del suono costruito per dividere fasi della mia esistenza. Qualcosa di non consapevole, un grido di dolore che non riusciva a trovare altre vie d'uscita. Come dice il mio amico Enrico, ha senso solo il tempo che passiamo con le persone che ci vogliono bene, ed io me ne ero dimenticato. Ma questa e' la mia risoluzione per il 2006, ora che ne sono consapevole: dedicarmi maggiormente a chi mi vuole bene, lasciare perdere tutto il resto. Recuperare e valorizzare relazioni importanti. Concentrarmi, non lasciare che la vita trascorra disperdendosi in troppe direzioni].
Era quello, in assoluto, il periodo piu' sperimentale dei miei ascolti. Compravo Derek Bailey, Diamanda Galas, Otomo Yoshihide. I Matmos, per fare un nome, li consideravo "un po' troppo commerciali".
Una notte, in pieno delirio da "tanto non ascolta nessuno" presi i 2 volumi di "Goodbye 2oth century" e li suonai insieme su due lettori diversi, con entrambi i cursori del mixer alzati. Ancora adesso mi domando se qualcuno fosse all'ascolto. Fu un'esperienza al di la' di "Metal machine music", quel rumore ascoltato in cuffia faceva spaccare la testa, bruciare le orecchie, perdere la ragione.
Poi dev'essere successo qualcosa. E' un po' come quando tocchi il fondo della piscina, ti dai la spinta e risali.
I Sonic Youth li vidi suonare "Goodbye 20th century" alla Royal Festival Hall, appena arrivato a Londra, preceduti dall'orchestra di chitarre di Glenn Branca. Serata davvero rigorosa, che pero' a un certo punto ebbe una svolta, quando dopo almeno un'ora e un quarto di sperimentazioni, i Sonic Youth hanno imbracciato le chitarre e sono ritornati i nostri Sonic Youth, quelli con i quali siamo cresciuti, quelli che sanno giocare con l'elettricita' degli amplificatori come nessun altro al mondo. Quelli rock, rock intellettuale newyorkese se volete, ma comunque rock. Ricordo di aver tirato un bel sospiro di sollievo, e non erano i brani di Sister o Evol quelli che facevano, ma qualcosa da "NYC ghosts and flowers".
Oggi ricordo con piacere quel periodo di Tropici & Meridiani, ma ne ho un po' preso le distanze. E pero', ogni tanto, mi piace tornare a esplorare i confini del suono, come ho fatto Sabato alla South London Gallery. Dove ho visitato "Her noise", una serie di installazioni (molto interattive) di audioarte, realizzate da Kim Gordon, Emma Hedditch, Christina Kubisch, Kaffe Matthews e Haley Newman, con la collaborazione di Anne Hilde Neset di Wire.
Per saperne di piu' potete andare in questo sito. Oppure vi racconto qualcosa io, su Radio Popolare, 107.6, domani (Martedi') alle 12.15 (quando, se Marina l'ha ricevuto e ha voglia di trasmetterlo, potrete ascoltare anche un brano nel quale suono la batteria sulla voce di Kim Gordon).
[Mi viene da pensare che trasmettere i due volumi di "Goodbye 20th century" contemporaneamente sia stato come dare l'addio a una vita precedente, alla citta' nella quale vivevo, ad alcune delle persone che frequentavo. Un muro del suono costruito per dividere fasi della mia esistenza. Qualcosa di non consapevole, un grido di dolore che non riusciva a trovare altre vie d'uscita. Come dice il mio amico Enrico, ha senso solo il tempo che passiamo con le persone che ci vogliono bene, ed io me ne ero dimenticato. Ma questa e' la mia risoluzione per il 2006, ora che ne sono consapevole: dedicarmi maggiormente a chi mi vuole bene, lasciare perdere tutto il resto. Recuperare e valorizzare relazioni importanti. Concentrarmi, non lasciare che la vita trascorra disperdendosi in troppe direzioni].
Commenti
Per quanto riguardo l'aggiunta postuma tra parentesi quadre, hai ragione. Concentrazione e non dispersione. Eliminare un pò di rumori di fondo e frequentazioni che hanno zero contenuto vitaminico. Qualcosa del genere.
Bella idea la collaborazione tra Hailey Newman e Four Tet. Tu che i Four Tet li conosci (credo, via Domino) potresti proporre. London Calling e Prospettive Musicali si fanno promotori del progetto.
Kit -
I casi sono due pero': o mi danno piu' tempo oppure dovro' mettermi a recensire le mostre da pittori dei navigli, perche' spiegare installazioni in 2 minuti e' un'impresa della quale non sono proprio capace. Marina mi ha detto fuori onda che il pezzo con Kim Gordon e' poco adatto alla mattina, pero' se avete voglia di trovarvi 7 mega nella posta chiedete pure :-) Ho pensato molto al periodo immediatamente pre-Londra, dopo aver scritto il post di ieri. Mi viene spesso in mente qualcos'altro, dopo aver pubblicato un post, e di solito e' piu' interessante del post stesso, per cui queste parentesi quadre diventeranno un'abitudine da queste parti, mi sa. L'idea e' quella di circondarsi di emozioni positive, come dei campi magnetici che ci difendano dal mondo.
L'ha scelto Neil, il chitarrista. Uno di questi giorni inserisco nel blog la copertina, non e' venuta male (meglio comunque della musica direi).
(secondo me l'mp3 lo dovresti mettere online da qualche parte e poi postare il link così i lettori se lo scaricano.
C'era sempre l'idea di fare gli archivi delle tue trasmissioni no? Non c'è qualche lettore che possa consigliarti un sito facile da usare e gratuito dove uploadare file audio e altre cose pesanti?)
Per me tutta la musica elettronica e' sopravvalutata lo sai. Se non ci sono corde che vibrano, o suonate con un archetto, insomma comunque corde, mi annoio. [Se voglio vedere un gruppo di persone che pigiano dei tasti su un computer vado in un internet cafe', almeno mi risparmio quei suoni innaturali (e spesso senza senso)].
Kit -
C'e' anche l'idea del re-design di London Calling se e' per questo. Magari durante le vacanze di Natale? (Dato che comunque Hank Williams Woody Guthrie e Bob Dylan non li vedremo). Sento un grande bisogno di difesa (di spazi e tempi), si'.
(è più di LOL - laughing out loud - per dire)
ok ok basta acronimi internettiani :-)
Il mio amico Robin e io condividiamo molte cose (il vegetarianesimo, il fatto di rifiutare alcol e droghe varie), ora anche la zona di Londra dove viviamo, ma sulla sua musica ho le mie riserve. Pero' gli voglio bene e lo stimo immensamente come persona (e' uno che riesce ad essere amico contemporaneamente di David Grubbs e di Jim O'Rourke, figurati).
Kit -
Ma e' un po' cosi' dai. Il punto piu' basso in assoluto l'ha toccato una performance di Richard Kirk (ex Cabaret Voltaire) all'Istituto di Arti Contemporanee, probabilmente ha messo una cosa preregistrata e stava rispondendo a qualche mail.
al sonar di qualche anno fa, vidi aphex twin inserire un microfono dentro un frullatore, accenderlo e farlo andare per qualche minuto, tra fischi e lanci di robe strane e marce...
ricordo quando da piccolo sentivo musiche gotiche o dark, poi arrivo' uno degli amici "grandi" e mi disse che dovevo abbandonare quella roba perche' non era per niente cool...
insomma, non fatemi sentire in colpa se i tasti pigiati di aphex twin o matmos o roni size mi fanno muovereil piedino, dai!
I Kraftwerk sono tutta un'altra cosa. Li sentii per la prima volta che avro' avuto 10 anni, il brano era Trans Europe Express, usciva dalle casse del vecchio stereo valvolare Sansui, direttamente dentro il soggiorno di casa, come qualcosa che non avevo mai sentito prima. I pionieri sono pionieri. I Kraftwerk rimarranno per sempre immensi.
Andrea -
Beh Roni Size l'hai sentito anche a casa mia, ricordi? Intendevo, come dici tu, "un certo tipo di elettronica", quella un po' danzereccia senza tanta fantasia, non i Matmos (tutto torna, alla fine dei commenti si torna sempre al tema del post: Drew Daniel ha scritto un saggio nel catalogo di "Her noise") o Aphex Twin, specie quello di "Selected ambient works" (specie il volume 2).
Nessuno si perde niente se la cosa non è "adatta" per lui/lei... io sono un grande fan di Four Tet, ma proprio grande-grande e ormai la gente sa che grossomodo lo difenderò a spada tratta. Detto questo, ho provato anch'io a vedere almeno un concerto suo durante il quale volevo impiccarmi alla trave più vicina. In ogni caso la sua nuova direzione kraut/psychedelico/electronica mi piace moltissimo. Per gli amanti del "calore"... ci sono in arrivo o appena arrivati tre dischi suoi con STEVE REID (batterista di Coltrane e Sun Ra e mito vivente) - uno su Soul Jazz già fuori e due su Domino (The Exchange Session 1 & 2 a Marzo) che potrebbero interessarvi di più. Ciao, Teo
- the drones: wait long by the river...
- hold steady: separation sunday
Quello che dici tu e' Teho Teardo. Vero, Jim Thirwell e' una bellissima persona, me lo aspettavo diverso.
Andrea -
Ci ho pensato. Alcuni bloggers hanno una colonnina a parte e penso la inseriro' anch'io. I Drones mi piacciono molto, mentre gli Hold Steady confesso di non conoscerli, me li "presentrai" tu. Ascolti del momento? Sto rovinando "No direction home" e "Cripple crow", compro dischi nuovi ma poi torno a questi due classici. E poi i sublimi Gun Club (tutto).
Il che certamente ti aiuta quando compili le scalette, che sono (secondo me) il pezzo forte dei tuoi programmi: la musica scelta può piacere o meno ma certamente la scelta dei pezzi non è mai banale.
ciao
Non e' sempre stato cosi' per me. Ci sono periodi espansivi, dove ti allarghi in tante direzioni diverse e non ti bastano mai. Ora e' proprio diverso. Sento con abbastanza chiarezza quello che voglio e quello che e' pura distrazione. Sono entrato abbastanza in comunicazione con me stesso e voglio costruire partendo di qui.
Myriam -
Cioe'? Che e' successo in Crucifix Lane? Ma ti hanno rovinato la macchina? Appena ho un attimo aggiorno, e' solo che ho poche idee in questo periodo. Tra un po' i lettori mi abbandoneranno mi sa.