The sound of silence
"- Avevi detto che tua moglie prima di andare via aveva lasciato un biglietto, vero?
-Si'
-Cosa c'era scritto?
- C'era scritto che vivere con me era come avere accanto una bolla d'aria".
- MURAKAMI HARUKI Atterra un UFO su Kushiro
Si diventa bolle d'aria per paura della solitudine, una sorta di destino scritto nel quale ci vediamo soli anche quando qualcuno ci tende una mano. Soli dentro come siamo, finiamo per pensare che quella mano non esiste se non nella nostra immaginazione, che ci siamo inventati tutto.
E si continua a vivere come se fossimo davvero ancora soli, come sempre presi per le maniche da impegni a basso peso specifico, commitments che riempiono il nostro tempo. Quel tempo del quale abbiamo paura, quel vuoto interiore che avvertiamo quando per una frazione di secondo ci troviamo senza una scadenza da rispettare, un programma da preparare, un articolo da scrivere, una persona da vedere.
Circolo di solitudine che non sappiamo spezzare, e forse in fondo non lo desideriamo neanche piu'.
Commenti
Sai Fabio..ci sono persone che hanno cosi' paura della solitudine che persino in bagno devono fare qualcosa, leggere un giornale..altrimenti e' tempo sprecato..bisogna anche imparare a vivere la solitudine interiore e forzarsi a condividerla con il tempo e le persone accanto per far si che diventi una plenitudine..
Una immensa piazza, dunque, con intorno un'infinitĆ di case, questa ĆØ la vita;
e, in mezzo, gli uomini che trafficano fra di loro e nessuno riesce mai a conoscere le altre case; soltanto la propria e in genere male anche questa perchĆ©' restano molti angoli bui e talora intere stanze che il padrone non ha la pazienza o il coraggio di esplorare. E la veritĆ ' si trova soltanto nelle case e non fuori. CosicchĆ©' del restante genere umano non si sa mai niente.
L'uomo passa distratto in mezzo a questi infiniti misteri e ciĆ² non sembra poi dispiacergli eccessivamente.
Ti ho risposto via mail.
Pib -
Sai di cosa sto parlando vero?
Myriam -
Non sono sicuro che si tratti di tempo, quanto piuttosto di una condizione che parte da dentro di se', indipendente da "variabili esogene".
In quel preciso momento -
Splendido quello che scrivi. Pero' poi, come diceva Hesse c'e' sempre una "passerella di fortuna", ed e' spesso quella a salvarci Ricordi l'aforismo al quale faccio riferimento?
La paura della morte ci costringe ad attaccarci a questo corpo, a questo tempo, a vagare come pesantissime bolle d'aria che non riescono a librarsi, gli uni accanto agli altri, senza mai toccarsi.
"Solo nella solitudine, dove cioĆØ ognuno di noi si ĆØ ritirato in se stesso, solo lĆ si mostra ciĆ² che abbiamo"
(Schopenhauer)
Nel mio caso credo entrambe le cose purtroppo.
Artemisia -
Paura della morte o della vita? Sai che non lo so piu'?