Fino a non molti anni fa erano due le sezioni che saltavo leggendo un quotidiano: lo sport e l'economia. Ora che leggo il Guardian, dove fortunatamente lo sport non contamina il resto del quotidiano perche' e' proprio fisicamente diviso, la prima cosa che faccio e' prendere quella sezione e regalarla a qualcuno che puo' essere interessato a leggere di miliardari in mutande che corrono dietro a una palla oppure, piu' spesso, prenderla con due dita come si fa con qualcosa di sporco e infilarla al piu' presto in un contenitore per il riciclaggio della carta.
Invece le pagine economiche, quelle ora mi capita spesso di leggerle, cosi' come, ogni tanto, mi dedico alla lettura di qualche libro di approfondimento sul tema. Questo, per esempio, ricordo di averlo letto tutto d'un fiato. E ora che sul caso Enron qui al Barbican e' uscito il bel film di Alex Gibney, sono corso a vederlo.
One of the most remarkable things about Enron is how theatrical the company was.
I documentari di inchiesta giornalistica sono, insieme ai film di realismo sociale, le cose che vedo piu' volentieri al cinema, quindi il mio giudizio potra' suonare di parte. Ma il fatto e' che dopo il film mi sono alzato con la netta impressione di aver assistito a un capolavoro, paragonabile a questo.
Davanti a noi scorrono immagini davvero improbabili di convention aziendali principesche, ricchezze private infinite, nerds occhialuti che si trasformano in yuppies palestrati e abbronzati. E i dialoghi non sono da meno, come quelli tra giovani traders senza un'ombra di umanita', sicuri di non essere registrati:
I feel like crushing the market today, man. Gettin' ready to ruin someone's day.
L'intervista all'anziano sul furgone, che ha perso i risparmi di una vita di lavoro e con questi la prospettiva di un meritato riposo, spezza il cuore.
Che conclusioni traiamo dopo queste due ore, aperte e chiuse dall'inimitabile rantolo sarcastico di Tom Waits? Certamente molte conferme. Che l'America e' il sistema politico-economico piu' violento e impietoso del pianeta, ma questo gia' lo sapevamo tutti. Che l'enorme ricchezza, o la sua prospettiva, rendono incapaci di comprendere le conseguenze delle proprie azioni (e quindi vanno limitate con apposite leggi). E soprattutto che l'unico sistema economico che puo' permettere una vita dignitosa a tutti e' un welfare state forte, dove i grandi patrimoni privati e i mezzi di produzione vengono socializzati, tanto piu' in settori cruciali come quello energetico.
Per chi fosse interessato ad approfondire, un aggiornamento sullo stato del processo ai vertici di Enron lo trovate qui e i legami tra Enron e amministrazione Bush li potete leggere qui.
Commenti
Qui c'è ancora MOLTO movimento di ogni tipo e gli avvoltoi girano che è un piacere.
Però i sentimenti delle persone verso la famiglia Tanzi sono contrastanti, c'è chi li odia ora, chi li ammira, chi li accusa ma li stima, chi li stima e li crede vittime di altri.
Boh