[Simon Nicol, Institute of Contemporary Arts]


Io non so se Yuki che era con me al loro concerto se n'e' accorta, ma insomma Sabato sera, durante la celebrazione del quarantennale dei Fairport Convention, quando Simon Nicol ha intonato "Across the evening sky, all the birds are leaving/ but how can they know its time for them to go?" io mi sono messo a piangere. "Who knows where the time goes" e' semplicemente una delle piu' commoventi canzoni del folk inglese contemporaneo, forse solo quanto "Just another diamond day" e "Time has told me", guarda caso tutte canzoni sul trascorrere del tempo.

Come se non bastasse, dopo la prima strofa cantata dal decano del folk-rock inglese, sul palco e' salita la giovanissima cantante dei Tiny Tin Lady, la cui voce ricorda davvero tanto quella indimenticabile di Sandy Denny. E c'e' stato questo senso di continuita' con il passato, di tempo che come cantava Sandy Denny non sappiamo dove va a finire e che pero' ritorna sempre, non ci lascia davvero mai, resta vivo nella nostra memoria. E' stato un momento altissimo, di un'intensita' difficile da descrivere. Dopo essersi stroppicciata le mani, la cantante dei Tiny Tin Lady ha lasciato il palco in lacrime. Forse per la tensione, forse perche' e' impossibile non commuoversi ascoltando "Who knows where the time goes" e pensando alla vita breve di Sandy Denny.

Non tutto funziona cosi' bene nei nuovi Fairport Convention. Richard Thompson e' invecchiato molto meglio dei suoi vecchi compagni di strada, e infatti il suo folk accademico attrae oggi piu' giacche di velluto che code di cavallo imbiancate - queste ultime esibite con orgoglio, come un segno di appartenenza alla tribu' e riconoscimento. Thompson esprime oggi meglio la nobilta' del folk inglese, senza la pretesa di voler rinnovare suoni e strutture compositive che e' bene restino saldamente radicate nella storia della musica. Pero' in questi vecchi hippies che non si sono davvero mai arresi e che oggi celebrano quarant'anni di storia io ho visto ancora una passione, un desiderio di andare avanti nonostante tutto, che mi ha proprio coinvolto.

Cosi' come mi ha coinvolto la versione corale di "Meet on the ledge" che ha chiuso il concerto. Interminabile, gioioso inno hippy, come un furgone Volkswagen che nonostante gli anni corre ancora libero su strade immaginarie con il suo carico di sognatori giovani dentro. Come dice l'ultimo verso di quella canzone: "If you really mean it, it all comes around again".

Across the evening sky, all the birds are leaving
But how can they know it's time for them to go?
Before the winter fire, I will still be dreaming
I have no thought of time

For who knows where the time goes?
Who knows where the time goes?

Sad, deserted shore, your fickle friends are leaving
Ah, but then you know it's time for them to go
But I will still be here, I have no thought of leaving
I do not count the time

For who knows where the time goes?
Who knows where the time goes?

And I am not alone while my love is near me
I know it will be so until it's time to go
So come the storms of winter and then the birds in spring again
I have no fear of time

For who knows how my love grows?
And who knows where the time goes?

- Fairport Convention, Who knows where the time goes [da Unhalfbricking, Island 1969]

Commenti

Anonimo ha detto…
sarei proprio curioso di vedere la Yuki, dev'essere davvero simpaticissima

una segnalazione: leggetevi l'intervista di Patty Smith sul Guardian di oggi. Anche solo l'incipit...
Auro
Viola ha detto…
Curiosa anch'io...
E poi piangere per una canzone...credevo succedesse solo a me ....grande fabio!!!
Fabio ha detto…
Yuki di persona e' ancora piu' simpatica che alla radio, ti assicuro. Non la vedevo da ormai parecchi mesi e mi ha fatto troppo piacere incontrarla. Dopo il concerto, a notte fonda, siamo andati a camminare nel South Bank, da Westminster fino a London Bridge ed e' stata una delle passeggiate piu' belle che ricordo.

Pensa che mi era sfuggito l'articolo di Patti, grazie! Anche il finale e' molto bello, non trovi? Patti che dedica il riconoscimento alla comunita' del suo quartiere. E al meraviglioso Fred Sonic Smith che le ha consigliato di continuare a comporre. L'ho incontrata una sola volta Patti Smith, ma mi ha lasciato un'impressione indelebile. E' piena di energia e di sincerita'. Non vedo l'ora di ascoltare il suo nuovo disco e di piazzarmi sotto il palco della Roundhouse il 17 Maggio, in adorazione.
Fabio ha detto…
Viola -

A me capita, e spesso non riesco a capire se sia quello che sto ascoltando oppure i ricordi che evoca o tutto insieme. Nel caso di "Who knows where the time goes" entra in gioco anche il fatto che Unhalfbricking fu il primo album folk che comprai. All'epoca ascoltavo solo punk e post-punk e quel vinile fu per me l'inizio di una scoperta che continua ancora oggi. A proposito, se non conoscete i Fairport e il folk inglese consiglio anche a voi di iniziare da qui.
Andrea ha detto…
gia' che si parla di guardian, leggetevi invece l'articolo di monbiot sui dispatches fatti da channel 4 sul global warming...
Fabio ha detto…
Letto, grazie. Peraltro qualche giorno fa ero in autobus e un ragazzo dietro di me parlava con una sua amica di quel programma enunciando le sue tesi come verita' incontrovertibili. Il problema e' che, come sempre, il programma di Channel 4 l'hanno visto tutti, l'articolo di Monbiot sul Guardian lo leggeranno in pochissimi. Il che mi fa sentire molto fortunato di non aver mai voluto avere in casa quel distributore di immondizia che e' la televisione.