Al posto giusto nel momento giusto

Beh, prima cosa un pubblico grazie a Tita e a Michela, perche' non fosse stato per loro a me il concerto sarebbe proprio sfuggito. Molto semplicemente, un double bill di quelli che sono i miei due gruppi indipendenti americani preferiti di questi tempi, Shearwater e Cave Singers. Di loro abbiamo gia' parlato a Engadina Calling, qui e qui.

Non solo due band che sognavo di vedere dal vivo, ma pure la stessa sera e in una chiesa gotica a un quarto d'ora a piedi da casa. E soprattutto, non so come spiegarlo, e' una sensazione, l'impressione di averli colti nel loro momento migliore.

I Cave Singers, ripetiamolo ancora una volta, sono i Violent Femmes del ventunesimo secolo: folk riscritto in chiave lunatica senza perdere mai di vista la sacra scatola rossa. I pezzi nuovi, a un primo ascolto mi paiono ancora migliori di quelli su Invitation songs (che intanto, se ancora non possedete, vi consiglio di recuperare).

Gli Shearwater sono purissima lancinante poesia, sospesa da qualche parte tra Buckley padre e figlio, le teste di radio amnesiache, il chiacchierone spirito del paradiso terrestre e il paradiso qui sopra degli uomini coniglio. Cuore che batte a mille, dalla prima all'ultima nota.

Per iniziare il fine settimana Engadina Television vi propone il leopardo delle nevi e una danza sulle nostre tombe.

Che ci sia un po' di sole su di noi folks.

Ci sentiamo come sempre Lunedi' per raccontarci com'e' andata.

Commenti

Anonimo ha detto…
Concordo con il tuo post e con quello che scrivesti tempo addietro sugli Shearwater caro Fabio. Anche io ho pensato spesso a Mark Hollis, per la delicatezza delle trame, quella tromba che ti solleva l'anima, qualla voce modulata e acuta che tocca zone pregiate del cuore.
Dev'essere stata una magnifica serata in una location cosƬ suggestiva.
Nicola
Fabio ha detto…
E' stato un concerto straordinariamente intenso e allo stesso tempo molto rilassato, con i musicisti che si sorridevano, in un'atmosfera silenziosa e raccolta, con un pubblico competente, attento e educato. A un certo punto ho sternutito e una elegante ragazza seduta di fianco a me mi ha detto sottovoce nell'orecchio "bless you". Comportamento direi non comune a un concerto rock, del resto sembrava di essere a un concerto di musica da camera.

Gli inediti peraltro mi sono parsi molto convincenti, il prossimo album potrebbe essere addirittura superiore a Rook.
Unknown ha detto…
oh peccato non esserci stata...:(
Fabio ha detto…
Com'e' stato invece il concerto di Sabato? Mi sarebbe interessato Philip Jeck con Gavin Bryars. Hanno rifatto The sinking of the Titanic, giusto?
Unknown ha detto…
Questo commento ĆØ stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto…
e' stato molto interessante, anche se il Roundhouse, nonostante la sua bellezza, sia molto scomodo (per le sedie)e l'audio si disperda facilmente. Philip Jeck ha suonato con il Gavin Bryars ensemble, e si hanno fatto il Sinking del Titanic, molto suggestivo..una fine che non finiva..lunghissimissismooo ...a te sarebbe piacciuto da matti...e ti saresti di certo innamorato della violoncellista
Hildur GudnadĆ³ttir che ha aperto lo spettacolo con Bj Nilsen. Biosphere? mah... non so mi era piacciuto di piu' anni fa.
Fabio ha detto…
Sono molto d'accordo su quello che dici a proposito dell'acustica scadente della Roundhouse. In piu' capita spesso che una delle colonne portanti ostruisca la visuale completa del palco.

Hildur GudnadĆ³ttir la conosco, ha suonato con i Mum. Mi piace molto.

Per fortuna eravate seduti, perche' ascoltare The sinking of the Titanic in piedi non lo auguro al mio peggior nemico... La versione originale del disco dura esattamente 24 minuti e 40 secondi (ho appena controllato sul mio iPod).