Il futurismo non e' piu' quello di una volta

E' Martedi' sera, la serata che di solito dedico a preparare le mie corrispondenze per Zoe. E dato che il programma e' partito per le vacanze, la retrospettiva della Tate sul Futurismo viene frullata in un post di quelli a punti:

1) La prima considerazione da fare (un po' una ripetizione dato che l'ho spesso detto sia alla radio che qui) e' che alla Tate ha senso andare durante le aperture serali, quando e' letteralmente vuota e tutto quello che potete sentire sono i vostri passi sul pavimento di legno e il ronzio dell'impianto di condizionamento. Il Venerdi' e il Sabato tra le 20 e le 22 in ogni sala trovate massimo due altre persone oltre a voi.

2) La seconda cosa da dire e' che la mostra sul Futurismo e' assolutamente da vedere, ma a patto che ci si riesca ad astrarre dall'obbrobrioso Manifesto di Marinetti, e, se possibile ancora peggio, dal Manifesto delle Donne Futuriste di Valentine de Saint-Point. Non metto il link, cercate quest'ultimo documento solo se volete farvi molto male.

3) La terza e' che non ci sono soltanto lavori futuristi. Anzi, ci sono intere sale di lavori non futuristi: cubisti, orfisti, vorticisti. E forse sono le sale che ho preferito. Come quella sulla Section d'or che racconta il rapporto tra Futurismo e Cubismo: la convergenza di interesse per la rappresentazione del movimento in pittura, e pero' il rifiuto da parte dei Francesi (soprattutto i fratelli Duchamp), di condividere le conclusioni filosofiche dei colleghi italiani. Dovessi misurare il lavoro che ho preferito dal tempo che mi sono fermato a contemplarlo, a vincere sarebbe probabilmente il ritratto di giovane donna di Jacques Villon: per la capacita' di rappresentare, con colori vivi e semplici forme geometriche, l'energia scomposta e frammentata della giovane eta'.

4) Tra i Futuristi, forse quello che mi continua a piacere maggiormente resta Severini. Il suo Treno suburbano che arriva a Parigi, del 1915, vuole rappresentare un convoglio di soldati ed esaltare l'eroismo bellico, ma io lo trovo invece una delle migliori rappresentazioni del cambiamento nel paesaggio urbano introdotto dai mezzi di trasporto meccanici.

5) A me sembra di poter dire che Severini fu anche, tra i Futuristi, quello piu' vicino ai movimenti internazionali suoi contemporanei, come dimostra assai bene Le voci della mia stanza, con quella scomposizione degli oggetti che riprende lo stile cubista di Picasso e Braque.

6) Picasso del quale sono esposti alcuni lavori nella sala dedicata al Cubismo: tra i quali la celebre Donna seduta su una poltrona del 1910 (soggetto ripreso credo in ognuna delle fasi del suo percorso artistico).

7) Altra magnifica rappresentazione di movimento e' Le nuotatrici di Carra' con le sue forme umane che si stemperano nell'ambiente nel quale sono immerse. Non so se abbia senso, ma io ci ho scorto un esempio della crescente influenza che la fotografia iniziava ad esercitare sulla pittura all'inizio del Novecento.

8) Sempre di Carra', non trovo in rete una riproduzione di Il movimento del chiaro di luna, che mi sarebbe piaciuto inserire per un paio di motivi. Il primo e' che mi pare di poter dire che ponga le basi stilistiche per il movimento inglese del vorticismo, e il secondo e' che si differenzia da tutti i lavori presenti nella stessa sala e piu' in generale in tutta la mostra, per quel voler rappresentare lo stesso chiaro di luna che Marinetti voleva fare fuori a tutti i costi. E pero' la luce lunare viene rappresentata in modo nuovo, futurista per l'appunto. Come a voler affermare un primato dello stile rappresentativo sul soggetto della rappresentazione.

9) Ottima mi pare la scelta della Tate di usare per il manifesto della mostra (e l'ho detto spesso a Zoe: i manifesti delle mostre della Tate arredano la citta': li vedi ovunque, nelle stazioni della metropolitana, sulle fiancate degli autobus, nelle vie e nelle piazze di grande passaggio) La rivolta di Russolo, a sottolineare il carattere rivoluzionario dello stile futurista, di rifiuto radicale dell'arte pre-moderna. Pochi quadri come La rivolta mi sembrano capaci di rappresentare i movimenti collettivi che hanno attraversato tutto il Novecento (e che poi si sono un po' inspiegabilmente fermati).

10) Se invece sul Futurismo desiderate leggere qualcosa di serio vi rimando al bel catalogo, al celebre saggio di De Maria, e a questi commenti parecchio critici pubblicati in questi giorni dal Guardian e dall'Independent.

Commenti

Anonimo ha detto…
Il Futurismo mi stava abbastanza antipatico, anche perchĆ© esteticamente non mi coinvolge piĆ¹ di tanto (a parte Boccioni, e qualcun altro), ma l'ho riconsiderato quando ho scoperto che, nonostante la sua indole guerresca, non era gradito al Fascismo (come ci si sarebbe potuti aspettare) perchĆ© la loro poetica non era asservita al potere. Q.
Unknown ha detto…
Io adoro il futurismo. Con lo studio di questa corrente mi si e' aperto il cielo dell'arte contemporanea.
Fabio ha detto…
Qohelet -

Si' anche se Marinetti fu candidato nel Partito Fascista, e dal fascismo non prese mai le distanze (se non nei confronti delle leggi razziali) e addirittura aderi' alla Repubblica di Salo'.

Il che faccio fatica a spiegarmelo se si considera il rifiuto della modernita' da parte del fascismo, che si rifaceva nella sua iconografia all'antica Roma.

E' un rapporto che mi riprometto di approfondire e capire meglio.

Myriam -

Nel mio caso, e' decisamente gusto acquisito. Quando la Tate organizza una retrospettiva cerco comunque sempre di andarla a vedere prendendomi parecchio tempo, senza troppi pregiudizi, con atteggiamento da discente.
Unknown ha detto…
io l'avevo studiata e aproffondita al liceo..fore la cosa piu' interessante che abbia mai studiato e illuminante che abbia mai studiato al liceo con la l'arte gotica, Blake, Leopardi, Platone, Foscolo e Coleridge.