La cura: 4) Uno stato imperturbabile del vivere.



Atarassia era il nome che i filosofi stoici e epicurei attribuivano all'imperturbabilita' che nasce dalla conoscenza e soprattutto dalla conoscenza di noi stessi.

Mi sono chiesto spesso se abbia cosi' tanto senso controllare le nostre emozioni per raggiungere l'imperturbabilita'. Successe soprattutto durante un'estate che trascorsi un quarto di secolo fa in un ashram nella remota regione indiana del Bihar, meditando e praticando yoga. Nemmeno dopo quell'esperienza trovai una risposta.

Durante il percorso di guarigione, ancora una volta mi sono domandato: esiste un modo per diventare imperturbabili alle emozioni negative e pero' sentire tutta la forza vitale del nostro migliore essere umani, il prana delle filosofie orientali?

***

Ho iniziato questo cammino di ricerca, provando ad adottare un cambio radicale di prospettiva. Prova a considerare chi si comporta male con te come una persona in stato di sofferenza, offesa dalla vita, mi sono detto. Sotto alla superficie che mostra al mondo deve per forza sentirsi poco amata o poco realizzata se si comporta cosi'.

Ho fatto cosi' un tentativo di tendere una mano a una collega particolarmente difficile. Una persona in posizione di grande potere e a me molto ostile. Purtroppo, e lo ammetto con un senso di sconfitta, non e' servito a nulla.

Allora mi sono fatto coraggio, perche' un po' di coraggio ci vuole. E ho porto l'altra guancia. Degli insegnamenti evangelici, se ne avete fatto laicamente esperienza, sapete che hanno poco a che vedere con una eventuale ricompensa futura. Molti fanno stare bene qui e ora.

Come mi sarei aspettato, alla prima occasione quella persona mi ha colpito, per umiliarmi ancora una volta. Io pero' ero altrove, mi verrebbe da scrivere su un piano di realta' diverso. E cosi', non ho sentito nulla se non un umano senso di compassione per la sua condizione. Sono rimasto per la prima volta imperturbabile.

***

La mia esperienza suggerisce che spesso non abbiamo la possibilita' di cambiare la realta'. Ma scegliere di osservare il mondo attorno a noi da una prospettiva nuova e diversa lo possiamo fare sempre e dipende solo da noi.

L'imperturbabilita' alle emozioni negative non ha alterato il mio trasporto nei confronti delle persone e delle situazioni che mi suscitano emozioni positive, anzi. Mi e' capitato in questi ultimi mesi di provare un entusiasmo molto spontaneo. E pero' in alcune situazioni che lo richiedevano ho esercitato un senso di distacco consapevole, uno stato atarassico del vivere che mi ha protetto dalla sofferenza e fatto fare un passo decisivo nel cammino di guarigione.

Commenti

Andrea ha detto…
io la vedrei in maniera diversa. Hai teso la mano, il tuo lo hai fatto, ed e' gia' TANTO, quindi datti una pacca sulla spalla (non forte eh? mica da lussarti un'articolazione). Dopo pero', non puoi controllare le altrui reazioni, o meno che meno le altrui risposte, prevedendo "io ho fatto x, l'altro deve assolutamente fare y". Il problema e' chiaramente dell'altra persona, e te lo dice uno che lavora in accademia, dove lo spettro dell'autismo aleggia indisturbato, e l'interazione sociale e' ... particolare

Piuttosto io penso che l'imperturbabilita' sia figlia del "conosci te stesso", e il vantaggio e' che nessuno conosce te come te stesso. Cio' che danneggia l'imperturbabilita' piu' di tutto e' il giudizio che gli altri danno (o che percepiamo) su di noi, o il valore che pensiamo di avere, agli occhi altrui. Quindi facendo uno piu' uno.... imperturbabile e' colui che sa qual e' il suo valore senza bisogno di averlo riflesso da altri.

Amen
Fabio ha detto…
Del processo di guarigione quello che mi piace e' la sua caratteristica di sperimentazione continua. Faccio X senza sapere se succedera' Y oppure Z o chissa' cos'altro.

L'enfasi e' su fare X, se X ti sembra la cosa giusta da fare. Quella che ti fa stare meglio, o quella piu' etica o semplicemente una strada che non sai esattamente dove porta.

C'e' un senso di flanerie, che e' in fondo piacevole. Un lasciare strade percorse molte volte e avventurarsi in altre, dato che le precedenti hanno portato a uno stato di sofferenza.

Epicuro definiva l'atarassia come la serenita' imperturbabile del sapiente. E la sapienza come la capacita' di liberarci di conoscenze infondate, usando i nostri sensi.

Per cui si', tutto torna. Conoscenza di noi stessi attraverso i sensi, quindi la sperimentazione o come scrivevo qui sopra la flanerie tra una serie di possibilita'.

Provare, sentire, e quindi conoscere.

Fa sorridere che i greci hanno gia' detto tutto quello che c'e' da sapere. Ce li hanno fatti studiare quando non credevamo ci sarebbero serviti tanto nella vita. Per fortuna basta rileggerli.

Amen e' una bella conclusione, anche per i miei post. Mi piacerebbe che dopo avermi letto tutti andassero in pace. Lo dico sorridendo, ma un po' e' vero altrimenti non scriverei La cura.