Martedi' 7 Dicembre 2004: Tre metri sopra il cielo

“E’ ora di ricominciare, lentamente, senza strappi al motore. Senza troppi pensieri. Con un’unica domanda. Tornero’ mai lassu’, in quel posto cosi’ difficile da raggiungere. Li’ dove tutto sembra piu’ bello. E nello stesso istante in cui se lo chiede, purtroppo, sa gia’ la risposta”
(FEDERICO MOCCIA Tre metri sopra il cielo, Feltrinelli).

Ci sono istanti che mentre li viviamo non sappiamo che saranno irripetibili, e che cercheremo molte volte di ricrearli senza mai riuscirci. Ci sono persone che mentre ce ne allontaniamo non sappiamo che saranno insostituibili, e che le cercheremo ad ogni nuovo incontro, senza mai ritrovarle.

PS: ho visto questo libro per la prima volta tra le mani di una ragazza dallo sguardo bellissimo, tornando dal mare, in una giornata calda di Sole, quest’Estate mentre ero in Italia. Poi ho letto che ha avuto un grande successo tra i ragazzi dell’eta’ dei protagonisti, che si sono molto riconosciuti in Step, Babi, Pallina, Pollo. Il libro e’ pieno di luoghi comuni e non ha la forza di altri romanzi generazionali (mi vengono in mente “Due di due”, “Tutti giu’ per terra”, “Jack Frusciante e’ uscito dal gruppo”). Ma gli ultimi due capitoli, quando Step perde la sua invulnerabilita’, Paolo la sua antipatia, e Babi viene sopraffatta dai valori della sua famiglia, beh gli ultimi due capitoli devo ammettere che non sono affatto male. C’e’ questo tempo sospeso tra presente e passato che si trasforma nella memoria, tra rifiuto orgoglioso della realta’ e affacciarsi della sua accettazione necessaria. E soprattutto la consapevolezza che certi istanti non ritorneranno mai piu’, se non nel ricordo.

http://www.feltrinelli.it/SchedaLibro?id_volume=5000168

Commenti

Unknown ha detto…
"Ci sono istanti che mentre li viviamo non sappiamo che saranno irripetibili, e che cercheremo molte volte di ricrearli senza mai riuscirci. Ci sono persone che mentre ce ne allontaniamo non sappiamo che saranno insostituibili, e che le cercheremo ad ogni nuovo incontro, senza mai ritrovarle"
E' verissimo. Forse dovuto alla incapacita' di noi sognatori e perennemente insoddisfatti ad aprezzare le cose e le persone che ci stanno attorno.

p.s.Hai visto che il Turner Prize e' stato vinto da Jeremy Della? Sei contento?
Il commento di Serota e' stato pessimo, come si fa a pensare di poter paragonare l'incendio avvenuto nei depositi di Saatchi alla notte di Cristallo e poi ringraziare Gordon Gin per lo sponsor..mah..il mondo dell'arte e' molto strano!
Fabio ha detto…
Quello che dici (la nostra incapacita' di aprezzare le cose e le persone che ci stanno attorno) e' molto vero. Pero' i due ultimi capitoli del libro a me hanno fatto pensare che esiste un'eta' nella nostra vita (per me e' stata piu' o meno tra 20 e 25 anni) nei quali vivi esperienze straordinarie, con persone straordinarie (i nomi li sai dato che ci siamo conosciuti proprio in quegli anni), senza capire quanto eccezionale e' tutto questo. Gli amori di quegli anni, per esempio, mi sembravano normalissimi, esperienze che avrei potuto ripetere infinitamente. Poi la vita ti insegna che le cose non stanno proprio cosi', anzi.

Sul mondo dell'arte sono d'accordo con te, soprattutto su quel mondo (Tate, White Cube, Victoria Miro, ecc.). Guarda per esempio le ultime pagine di Art Review: non sembra di leggere Novella 2000? Ieri leggevo che un giornalista ha telefonato alle 11.30 a Tracey Emin e lei lo ha ribaltato dicendogli "Ma lo sai che ore sono?". Serota e' anche simpatico, ma appartiene anche lui a quel mondo.

Sul Turner Prize: i lavori di Deller non mi hanno entusiasmato. Il video che ha vinto mi e' sembrato montato molto approssimativamente. Io avrei certamente votato Langlands & Bell, molto molto originali (e simpatici). Ma del resto sono in disaccordo con la giuria ogni anno.