Non fosse stato per l'etichetta che lo pubblica, non credo avrei scoperto questo disco. La copertina infatti ricorda tanto quelle di quest'altra label. La musica invece, fortunatamente, no.

E' un disco strano il terzo album di questa cantautrice che arriva da questo paradiso. Non e' folk, ma in buona parte delle tracce si sentono tutti colori di un tramonto nordico.

Musica piena di silenzio, poche scarne note di piano e chitarra ripetute, percussioni sparse quando ci sono, atmosfera un po' gloomy, senso di longing per qualcosa o qualcuno. Poi, improvvisamente, ogni tanto le nuvole nere si aprono per lasciare filtrare raggi abbaglianti, come accade con il singoletto Superman 2, musichetta perfetta da ascoltare mentre si fa colazione con le finestre spalancate.

Non e' un capolavoro, e' decisamente facile facile, finiremo per dimenticarlo presto, ascoltate prima di comprare: pero' a me piace abbastanza e lo ascolto spesso in questi giorni di primavera.

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C'e' il sole, fa finalmente caldo, e poche ore fa e' uscito il nuovo numero di questa rivista. Copertina Stone Roses, belle interviste ai Byrds che raccontano the making of "Eight miles high", dischi meglio recensiti Bruce Springsteen, Ranconteurs e Red Hot Chili Peppers. Ma ve la segnalo per 6 pagine di sue strepitose foto. Per altro, dal 9 Giugno, aprira' una sua mostra qui.

Commenti

Anonimo ha detto…
"Eight Miles High" mi ricorda quando vent'anni fa tentavo con altri due mediocri musicisti di rifarne la cover degli Husker Du, distorta, potentissima, eppure melodica, lirica e metafisica come l'originale.
Il gruppo gettò la spugna ben presto, ma da sempre questo brano evoca quelle sensazioni.
L'estate scorsa mio fratello, che esporta marmi negli USA, mi racconta questo aneddoto incredibile: è in Florida, ad Orlando, e si reca a visionare una sontuosa villa in costruzione, tutta marmo italiano e finiture esagerate, di proprietà di un ricchissimo commerciante del posto, che ha fatto soldi a palate con le stemmine adesive della Disney.
Dopo un drink lo invita e gli dice: "siamo invitati dal mio vicino di casa, un musicista, fa un barbecue all'aperto vicino alla piscina, birra a volontà".
Mio fratello è stanco, ma non vuole dire no al suo cliente, così va.
Entra in questa villa adiacente, già affollata, e vede appese ai muri decine di chitarre, tutte più o meno uguali. Il padrone di casa di presenta come Roger. Mio fratello non lo sa, ma è ospite di Roger McGuinn e delle due decine di Rickenbacker 12 corde, quelle del Jingle Jangle sound per intenderci.
All'udire il racconto la mia invidia è salita alle stelle.
Anonimo ha detto…
Ma è stata incontenibile quando mi ha raccontato della discesa nel "santuario" di Mc Guinn", una stanza studio dislocata sottoterra.
Dischi di platino appesi alle pareti e chitarre, ovunque, dedine e decine, tutte "custom", alcune espressamente dipinte e personalizzate per lui.
La storia della Rickenbacker in una stanza, qualcosa che ogni fan dei Byrds avrebbe voluto vedere. Ed è toccato a mio fratello, che di Byrds non sapeva nulla, e che oltre Simon & Garfunkel e Van Morrison non si è mai spinto.
La realtà romanzesca ...
Fabio ha detto…
Ma e' una storia straordinaria! Grazie di cuore per averla messa in comune con noi. McGuinn l'ho sentito un paio d'anni fa alla Queen Elizabeth Hall, in formissima. E' incredibile come faccia e rifaccia la stesa canzone da anni, ma va bene cosi'. Hillman lo ascoltai neanche un anno fa a Bloomsbury e poi ebbi l'occasione di scambiare qualche parola con lui. Che persona, che persona! Dopo aver parlato un po' non finiva piu' di ringraziarmi per essere andato al suo concerto e lo faceva con un sorriso simpatico e onesto proprio copme la sua musica. Sono stati dei giganti i Byrds, meritano tutto il successo che hanno avuto. Recentemente sono andato ad ascoltare Robyn Hitchcock e il suo chitarrista, tale Peter Buck, suonava una meravigliosa Rickenbacker 12 corde Roger McGuinn. Meglio che mi fermi, perche' potrei scrivere pagine e pagine di una lettera d'amore ai meravigliosi, eterni jingle-janglers californiani.
Anonimo ha detto…
Aneddoto davvero meraviglioso per noi eterni innamorati degli insuperabili Byrds.