Everything is political, everything you do in life, the way you relate to people around you is political.
- Lesley Woods
Gli Au Pairs se li sono dimenticati tutti, e invece questi 4 ragazzi di Birmingham erano bravissimi. Adesso esce questa raccolta doppia che contiene tutto quello che hanno inciso, e anche cose che non hanno mai pubblicato prima. Ci sono i loro due album usciti nel 1981 e 1982, alcune sessioni registrate per la BBC nel corso delle quali hanno inventato sia Bikini Kill che Le Tigre quando acora Kathleen Hannah era in fasce, e un po' di 12". Tra i quali quello imperdibile di "Headache for Michelle", una cosa molto PIL con un basso dub profondo, sfregi di chitarra, echi (molto piu' bello della versione su "Playing with a different sex"). Erano grandi amici dei Gang Of Four, e hanno saputo quando fermarsi. Chissa' cosa fanno adesso, dove vivono, se suonano ancora, cosa pensano di questi dischi.
Degli Stones mi sto ricomprando le versioni giapponesi uscite quest'anno, con copertine in cartoncino identiche a quelle dei vinili originali e tutti i testi. L'altro giorno mi sono fermato a leggere e rileggere quello struggente di "No expectations":
Take me to the station
And put me on a train
I've got no expectations
To pass through here again
Once I was a rich man and
Now I am so poor
But never in my sweet short life
Have I felt like this before
You heart is like a diamond
You throw your pearls at swine
And as I watch you leaving me
You pack my peace of mind
Our love was like the water
That splashes on a stone
Our love is like our music
Its here, and then its gone
So take me to the airport
And put me on a plane
I got no expectations
To pass through here again.
Asleep in her hotel
With such an appetite
For anything that sell.
- Neil Young
E poi il vecchio leone naturalmente. Di "Living with war" e' gia' stato scritto cosi' tutto che sembrava di conoscerlo da sempre prima che uscisse. E del resto era disponibile in rete da un mese buono.
Tutto in questo disco comunica urgenza: liriche, musica, copertina. E' un disco senza l'ombra un'idea nuova, uscito poco dopo "Prairie wind". Classico Neil Young elettrico fatto in fretta, tipo l'album che incise piu' di dieci anni fa con i Pearl Jam.
Il messaggio finisce in primo piano, e si e' detto che e' un disco anti-Bush, il che e' vero. Ma non e' solo quello: e' un disco che esprime rabbia per quello che l'America e' diventata, contrapposto ai valori tradizionali americani cantati da Neil Young (indicativo il finale con "America the beautiful"). L'impressione che ho ricavato leggendo per bene i testi e' che l'obiettivo sia, certo, il presidente, ma non solo. Anche una certa voracita' cosumista e l'attacco alle istituzioni tradizionali di patria e famiglia. E' un disco che attacca Bush, ma in fondo da una prospettiva conservatrice (leggetevi il testo di "Families").
Commenti
Dalle tue righe, che ho fuso con la mia esperienza errante in Toscana, ho ricavato, tra le tante sensazioni, un pensiero banale ma in fondo essenziale: conoscere, confrontarsi, vedere, sentire, toccare, parlare, interiorizzare sensazioni nuove è ontologicamente essenziale a una vita degna di tal nome.
"Altro diletto che imparar non provo" scriveva il già Petrarca, e che si tratti di un dialogo, un concerto, un viaggio, una lettura, una mostra, un'esperienza sensoriale o affettiva, è solo per questo che alzarsi dal letto la mattina (anche quando si vorrebbe non farlo, perché pare la soluzione più valida) è un azione dotata di senso e finalismo.
Ti ascolterò domenica, con molta probabilità, di "musichette" dopo questi giorni stressanti post-furto ho vieppiù bisogno.
Nicola
PS. Mi hanno pure rubato il cd di Tropicalia quei bastardi (spero ascoltino solo musica italiana), pensare che "Take It Easy My Brother Charlie" mi sarebbe stata di conforto come nessun'altra ...
Nicola